Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  agosto 31 Martedì calendario

Periscopio

Per me non è importante il successo sul web ma lavorare. Perché alla fine del mese la padrona di casa non mi chiede quanto follower ho, ma l’affitto. Saverio Raimondo, cantante. la Verità.

La generazione dei quaranta-cinquantenni nati nei Settanta e quindi con grandi aspettative e mandati in giro per il mondo a studiare le lingue sono poi ritornati qui per dimenticarle. Michele Masneri. Il Foglio.

Al mercato a Herat avevo comprato un burka: volevo capire come ci si sta, sotto. Era di stoffa sintetica, pesante. D’estate, un tormento. Me lo infilai. La rete fitta sugli occhi, scoprii, non serve solo per non essere viste: serve anche per impedire di vedere bene, di leggere, di guardarsi attorno. Il burka, è una prigione. Le ragazzine a Herat se lo confezionavano però, in quel 2006, con stoffe a fiori e a pois: mi inteneriva, questo loro tentare di ingentilire la cella quotidiana. Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.

Il bottino di duemila mezzi blindati, di una quarantina di elicotteri e aerei, di visori notturni, di droni militari e di chissà quante armi leggere negli arsenali americani in Afghanistan supera nella nostra memoria storica le peggiori rotte dell’Asse nella guerra d’Africa contro gli inglesi. Biden teme che questo arsenale possa rivolgersi contro la popolazione civile o finire nelle mani di terroristi, se non della Cina. Ma il fatto che egli non abbia saputo difenderlo o distruggerlo dimostra con quale grado di paurosa leggerezza e incompetenza l’amministrazione americana abbia gestito il ritiro dal paese occupato vent’anni fa dopo la strage delle Torri Gemelle. Bruno Vespa. QN.

Ce l’ho con i partiti che hanno ucciso la tv pubblica. E mi hanno deluso i grillini: hanno annunciato la rivoluzione e poi hanno aderito al sistema che c’era prima, peggiorandolo. Con il risultato che la Rai non è mai stata così conformista e marginale. Michele Santoro. Libero.

Da sovranista com’era nel suo primo governo con la Lega, Conte diventò europeista, da populista a progressista, da leghista a uomo di sinistra. Un uomo che aveva abbracciato il pensiero di Marx, inteso come Groucho Marx, non come Karl: «Ho i miei principi. Se non vi piacciono ne ho degli altri». Matteo Renzi: “Controcorrente”. Piemme. 2011.

La Cina è diventata membro del Wto l’11 dicembre 2001. Sono occorsi decenni pe integrare il mercato europeo. Il Trattato di Roma è infatti datato 1957. Le frontiere interne europee, però, sono definitivamente cadute, e unicamente per le merci, solo all’alba del primo gennaio 1993. Perché il mondo si trasformasse in un mercato unico ci sono invece voluti soltanto cinque anni. Giulio Tremonti: “La paura e la speranza”. Mondadori. 2008.

Berlusconi e Salvini debbono, secondo me, ripetere l’operazione di dottrina politica di D’Alema che a Prodi disse: «Ti consegnamo la nostra forza». Come Garibaldi che conquistò l’Italia ma (ben sapendo che le èlite lo consideravano ancora un ladro di cavalli) consegnò tutto al re Vittorio Emanuele e a Cavour. Pietrangelo Buttafuoco. Francesco Specchia. (Libero).

Berlusconi era capace, dopo un anno che non metteva piede negli studi televisivi, di fermare l’ultimo degli elettricisti per chiedergli se i figli si fossero sposati o laureati, avendo a mente di ognuno il nome di battesimo. Un divo doveva fare ore di anticamera per incontrare l’ultimo capostruttura della Rai. Lui lo invitava a cena ad Arcore, lo coccolava, lo faceva sentire unico. Vittorio Giovanelli, ex braccio destro di Silvio Berlusconi per la tv. (Stefano Lorenzetto). l’Arena.

ll termine radical chic, è nato giusto 51 anni fa. La paternità è certa: la formula radical chic è figlia dello scrittore e giornalista Tom Wolfe, pioniere del new journalism corrente letteraria in voga nei tardi Sessanta che ibridava la narrativa con il reportage giornalistico. Wolfe era un dandy snobbissimo e lui sì molto chic, un “gentiluomo del Sud” della Virginia (definizione che negli Stati Uniti si porta sempre dietro un aroma di Mint Julep e di conservatorismo) sempre vestito di bianco, con tanto di ghette e bastone da passeggio. Sono certi anche data e il luogo di nascita: il 14 gennaio 1970, Park Avenue 895, New York. Quartieri alti, roba che al Monopoli vale Parco della Vittoria. Solo che qui i soldi sono veri. Maurizio Pilotti, Libertà.

Siamo al punto più basso nella storia della magistratura. Non si giustifica l’uscita del presidente dell’Ana, Giuseppe Santalucia, quel quasi minacciare “una ferma reazione” davanti all’iniziativa referendaria , mi pare un’affermazione impropria, ambigua e pericolosa. Un potere non attacca un altro potere dello Stato E poi ambigua perché non si capisce quale sarebbe la reazione. Carlo Nordio, ex magistrato. (Stefano Zurlo), il Giornale.

I ladri che ci svaligiano le ville non hanno poi così tanto bisogno di informarsi e organizzarsi. Siamo noi che li invitiamo, servendo loro su un piatto d’argento piante dettagliate della casa, del giardino, di come sono messi i mobili, di dove sono le camere, i quadri, gli armadi, gli oggetti di valore, le porte, i cancelli eccetera. Su Facebook e su Instagram infatti ognuno pubblica tutti i giorni il dettaglio dei suoi luoghi più intimi e privati: dove siamo in vacanza, quanto ci stiamo, se andiamo a correre il percorso di dove siamo in quell’istante, tutto. Giorgio Comaschi. QN.

Il 28 agosto 1924, qualche giorno dopo la sepoltura di Giacomo Matteotti, segretario dei socialisti e assassinato dai fascisti, Antonio Gramsci pubblicò su Stato Operaio un fondo in cui paragonava il segretario del Psu a «un pellegrino del nulla quando consideriamo la sua vita e la sua fine in relazione con tutte le circostanze che danno ad essa un valore non più personale, ma di indicazione generale di un simbolo» e al Comitato centrale del Pc d’Italia lo stesso Gramsci proclamò «la nostra volontà di abbattere non solo il fascismo di Mussolini e Farinacci ma anche il semifascismo di Amendola, Sturzo e Turtri». Ebbene, già allora era n che questa linea era insieme estremista ed aberrante e costituiva un aiuto alla conquista del potere da parte di Mussolini. Fabrizio Cìcchitto. il Giornale.

L’uomo nasce cattivo e fa di tutto per diventare peggiore. Roberto Gervaso.