il Fatto Quotidiano, 30 agosto 2021
Il festival cinematografico sulla devozione popolare
In Italia c’è un “giacimento” immenso di devozione popolare, lo abbiamo scritto più volte. Oltre che religioso, è un patrimonio culturale e antropologico cui hanno dedicato le loro ricerche accademici del calibro di Ernesto de Martino (1908-1965), Alfonso Maria Di Nola (1926-1997), Luigi Lombardi Satriani, per citare gli studiosi più importanti.
Eppure, ancora oggi, questa ricchezza di processioni e riti è ravvivata e custodita solo dalle comunità locali, tra l’indifferenza del ministero dei Beni culturali (dedito principalmente alla mera gestione del potere e delle risorse) e il fastidio delle gerarchie ecclesiastiche, per tradizione allergiche a queste manifestazioni, talvolta sinonimo di guai, come gli “inchini” dei santi al Sud alle abitazioni dei boss. Al contrario, censire e valorizzare questo patrimonio in tutte le regioni italiane rappresenterebbe un investimento finanche turistico, sull’esempio della Spagna dove in primavera la Semana Santa degli incappucciati viene promossa a livello continentale.
Premesso tutto questo, e facendo ovviamente riferimento alle iniziative delle comunità locali, ieri si è conclusa ad Ardesio la seconda edizione di Sacrae Scenae (www.sacraescenae.it), festival cinematografico dedicato alle devozioni popolari. Dice Roberto Gualdi, il direttore artistico: “La devozione popolare costituisce la saggezza di un popolo. Qui ad Ardesio ne abbiamo conferma con i pellegrinaggi al Santuario della Madonna delle Grazie: quest’idea nasce proprio per valorizzare il nostro patrimonio di religiosità popolare”. Paesino di 3.500 abitanti circa nella Val Seriana, in provincia di Bergamo, Ardesio festeggia ogni anno l’apparizione della Madonna avvenuta il 23 giugno 1607. Il festival è organizzato da Vivi Ardesio, la Pro loco cittadina, l’associazione Cinema e Arte e sono coinvolti pure comune e parrocchia.
Quest’anno sono state selezionate 22 opere tra sessanta. Lo sguardo è internazionale: film italiani ma anche provenienti da Stati Uniti, Croazia e Belgio. La durata delle pellicole è variabile e non ci sono solo le tradizioni del nostro Paese, cioè le processioni della Settimana Santa e del Corpus Domini, le quarantore, i cammini di arcangeli e pellegrini, feste notissime come quelle di Santa Rosa a Viterbo e dei Ceri a Gubbio. Un film italiano, Amazonia, la loma santa, racconta le processioni di San Ignacio de Moxos, in Bolivia, dove i miti locali incrociano l’evangelizzazione del fondatore della città, Ignazio di Loyola. Non solo. La selezione va oltre la fede cattolica: Brothers in Buddha è un film su un ragazzo canadese che diventa buddista.
Sabato è stato proiettato anche Dio è donna e si chiama Petrunya della nord-macedone Teona Mitevska e che due anni fa ha vinto il premio Lux dell’Europarlamento. È la storia di una donna che partecipa a una gara riservata a soli uomini nel giorno dell’Epifania ortodossa, che cade il 19 gennaio: la corsa per recuperare la “santa croce” che un prete getta in un lago o in fiume. Chi prende la croce dovrebbe avere fortuna per un anno.