1 - DAGONEWS, 29 agosto 2021
ADDIO ALLE ARMI – CON LA FUGA DALL’AFGHANISTAN GLI STATI UNITI HANNO LASCIATO IN MANO AI TALEBANI ARMI PER IL MIGLIOR ESERCITO DEL MONDO. L’UNICA SPERANZA È CHE NON SIANO CAPACI DI USARLE! – L’ACCUSA DEL DEPUTATO REPUBBLICANO JIM BANKS, EX BERRETTO VERDE ED EX RESPONSABILE DEGLI ACQUISTI DELL’EQUIPAGGIAMENTO ACQUISTATO PER L’ESERCITO AFGHANO: “I TALEBANI HANNO PIÙ ELICOTTERI BLACK HAWK DELL’85% DEI PAESI DEL MONDO. E POI 600MILA ARMI LEGGERE E 75MILA VEICOLI. SE LE USERANNO PER UCCIDERE UN AMERICANO, JOE BIDEN AVRÀ LE MANI SPORCHE DI SANGUE” – VIDEO -
Fonte: www.telegraph.co.uk Gli Stati Uniti lasciano nelle mani dei talebani armi per il miglior esercito del mondo! Il valore dell’equipaggiamento statunitense nelle mani delle milizie islamiste è di almeno 85 miliardi di dollari. Senza considerare quello dei sistemi di rilevamento biometrico e i dati dei “collaboratori”
Il deputato repubblicano Jim Banks, ex berretto verde, in una conferenza stampa ha elencato l’equipaggiamento che l’esercito statunitense ha lasciato durante la sua fuga. Banks si dice sicuro delle cifre che ha fornito, visto che in passato è stato funzionario per le forniture militari per l’estero: in pratica era uno dei responsabili dell’acquisto dell’equipaggiamento che veniva poi consegnato alle forze regolari afghane.
“I talebani hanno più elicotteri Black Hawk dell’85% dei paesi del mondo. Poi avranno a disposizione 75mila veicoli, 200 aeroplani e 600mila armi leggere”, ha detto Banks, prima di rincarare la dose: “Per me e per molti altri è incomprensibile che i talebani abbiano le impronte digitali, gli scan oculari e le informazioni biometriche degli afghani che ci hanno aiutato e sono stati dalla nostra parte negli ultimi 20 anni”, ha detto il deputato repubblicano, denunciando che “questa amministrazione non ha alcun piano per ottenere indietro quelle armi”.
“Se qualcuna di queste attrezzature verrà usata ora o in futuro per danneggiare, ferire o uccidere un americano, Joe Biden avrà le mani sporche di sangue”, ha detto ancora Banks, che, parlando dell’attentato all’aeroporto di Kabul, ha concluso: “La responsabilità di questa tragedia poggia solamente sulle spalle del presidente. La sua incompetenza ha portato a uno spargimento di sangue americano. Tutto ciò era evitabile ed è imperdonabile”.
COSA SAPPIAMO SULLE ARMI LASCIATE DAGLI STATI UNITI IN AFGHANISTAN Estratto dell’articolo di Davide Ludovisi per www.wired.it
Circa quaranta velivoli militari, compresi alcuni elicotteri Uh-60 Black Hawk, elicotteri da ricognizione e droni militari ScanEagle, oltre duemila veicoli corazzati e molto altro equipaggiamento, più munizioni. Tutto made in Usa. È questa è la stima di alcune delle armi ora in mano ai talebani fatta alla Reuters da un ufficiale statunitense che ha chiesto di rimanere anonimo.
La rapidissima avanzata ha permesso ai talebani di appropriarsi di molta tecnologia americana, compresi i dispositivi per l’identificazione biometrica. Se saranno in grado di utilizzare tutto ciò e come, è tutto da vedere. “Credo che i droni in mano ai talebani siano in realtà tattici e non strategici, non credo si tratti di Predator, tanto per intenderci – racconta a Wired il generale dell’Esercito italiano Marco Bertolini, ora in pensione ma più volte impegnato in Afghanistan –. Però anche senza armamento offrono un vantaggio non da poco. Non penso possano dare problemi ad altri paesi, ma potranno essere usati per controllare la popolazione. Penso soprattutto all’area del Panjshir, dove sono concentrati gli oppositori anti-talebani”.
”I talebani ora avrebbero anche gli aerei ad ala fissa e gli elicotteri. Non ci si può improvvisare a guidare un velivolo, ma probabilmente tra di loro ci sono piloti arrivati dall’ex esercito regolare”, precisa Bertolini.
Il ruolo dell’addestramento Uno dei compiti principali del nostro contingente era proprio quello di addestrare l’esercito afghano. Lo stesso che si è disciolto in pochi giorni con l’avanzata dei talebani. “In Afghanistan non ci siamo limitati ad addestrare i soldati – continua Bertolini -. Li abbiamo “mentorizzati”, cioè eravamo assieme a loro, con nuclei di consiglieri militari. Non insegnavamo a usare le armi perché non ne avevano bisogno, ma li aiutavamo a pianificare le operazioni”.
Il fatto che l’esercito regolare non abbia quasi opposto resistenza ai talebani, secondo il generale è dipeso da due fattori: la demoralizzazione per la fine della ventennale presenza militare occidentale e un possibile “ordine dall’alto“. Secondo il generale si sarebbero voluti evitare spargimenti di sangue maggiori contro un’armata più determinata e risoluta come quella talebana. Bertolini però tiene a lodare i soldati e gli ufficiali afghani, valutando un’eventuale presenza di talebani infiltrati assolutamente minima.
La corruzione come arma Per Francesco Valacchi, collaboratore dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) e cultore della materia dei paesi afroasiatici per l’Università di Pisa, più che infiltrazioni talebane, l’esercito afghano era già stato in gran parte “comprato“. In altre parole, i talebani avrebbero corrotto un numero consistente di militari addestrati dalle forze Nato che poi sarebbero entrati nelle loro fila. Anche perché potevano e possono permettersi di pagarli di più.
Era noto da tempo che le paghe dei soldati afghani erano basse tanto quanto il loro morale. E proprio il primo agosto un portavoce dell’esercito aveva twittato che il loro stipendio sarebbe stato aumentato. “Gli occidentali speravano di entrare nei cuori e nelle menti dei soldati afghani e invece lo hanno fatto i talebani, purtroppo”, riassume lapidario Valacchi: “Ci sono stati vent’anni, ma ogni soldato rimaneva lì in genere non più di un anno. Per i talebani quella era ed è la loro casa”.
Non tutti i militari afghani però sono passati ai talebani, anzi. Sempre alla Reuters un ufficiale statunitense ha dichiarato che tra i quaranta e i cinquanta velivoli sono stati portati in Uzbekistan da piloti afghani in cerca di asilo. Il che non ha fatto piacere ai talebani, che hanno iniziato a cercare i piloti non collaborativi per ammazzarli.
Armi vendute, non abbandonate La questione degli armamenti americani nelle mani talebane inizia a preoccupare l’amministrazione di Joe Biden, che ha ventilato l’ipotesi di raid aerei per neutralizzare soprattutto gli elicotteri. Non dobbiamo però pensare a una sorta di dimenticanza degli Stati Uniti. “Il materiale è stato venduto regolarmente all’esercito afghano, non è stato abbandonato dalle forze statunitensi”, precisa Valacchi.
Né a lui né al generale Bertolini risulta però che gli italiani abbiano lasciato mezzi, armamenti o munizioni in Afghanistan. “Siamo un esercito relativamente povero e non ci possiamo permettere di lasciare neanche dei copertoni lisci”, confessa con una vena ironica Bertolini: “Sono state portate via tutte le armi, munizioni, computer e materiali sensibili. Le uniche cose rimaste sono stati i moduli abitativi che abbiamo utilizzato”.
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