Specchio, 28 agosto 2021
Russia, in carcere a 14 anni per aver giocato ai videogame
Denis Mikhailenko, Bogdan Andreev e Nikita Uvarov entreranno probabilmente nella storia come i detenuti politici più giovani della Russia: avevano appena compiuto 14 anni quando erano stati arrestati per «terrorismo». La polizia ha presentato ai ragazzini le copie delle loro chat, nelle quali discutevano di come costruire nel videogame Minecraft una versione virtuale della sede dell’Fsb, il servizio segreto erede del Kgb, per poi farla esplodere, sempre virtualmente. Questi piani erano stati equiparati a «addestramento allo scopo di compiere atti terroristici» e «organizzazione di una cellula terroristica», e i liceali sono stati incarcerati.
I ragazzi erano finiti in manette dopo aver incollato in giro per la città di Kansk, in Siberia, dei volantini che denunciavano l’arresto di Azat Miftakhov, un dottorando in matematica dell’università di Mosca condannato alla prigione per un assalto a una sede del partito putiniano Russia Unita, al quale non aveva partecipato. Miftakhov frequentava gruppi anarchici, e gli inquirenti siberiani non hanno esitato a catalogare il trio di liceali come una cellula anarchica che «leggeva e guardava testi e video proibiti». La scoperta della chat su Minecraft è stata equiparata praticamente a una confessione, e gli esperimenti del trio con i petardi chimici si sono trasformati in attività sovversiva (ma nelle 800 pagine dell’inchiesta non appare nessuna perizia degli eventuali "esplosivi" maneggiati).
Nikita Uvarov ha trascorso 11 mesi in carcere e a maggio è stato rilasciato, giusto in tempo per concludere l’anno scolastico. Mikhailenko e Andreev avevano confessato per poi rimangiarsi tutto, denunciando le pressioni degli inquirenti, che si sono vendicati convertendo i domiciliari in prigione vera. Ad agosto, il tribunale ha ordinato il loro rilascio: in attesa del processo, Andreev potrà tornare a scuola, Mikhailenko resterà ai domiciliari. Un caso surreale, che però non è l’unico: secondo la Novaya Gazeta, soltanto nella regione siberiana di Krasnoyarsk, la stessa di Kansk, ci sono stati altri 5 minorenni incriminati come dissidenti. Forse si tratta di un eccesso di zelo locale, come nel caso di Uvarov, che i suoi professori hanno accusato di aver «criticato Putin ed espresso idee di protesta». O forse, la generazione dei più giovani, cresciuti in un mondo di relativa libertà, si rassegna meno al clima politico sempre più cupo. I "terroristi" di Kansk hanno ormai compiuto 15 anni e rischiano fino a 10 anni di carcere, in un processo che potrebbe segnare un’ennesima svolta repressiva.