La Stampa, 28 agosto 2021
Perché i cani attaccano l’uomo?
Alla fine l’hanno trovato. Pietro Russomanno, il pastore proprietario del branco di cani maremmani e meticci che ha sbranato Simona Cavallaro in un’area picnic di Monte Fiorino, è stato rintracciato ed è indagato per omicidio colposo. Gli inquirenti dovranno valutare innanzitutto se l’uomo potesse portare le capre al pascolo in quell’area. Anche i cani sono stati ritrovati: dodici, alcuni ancora sporchi di sangue. Solo uno aveva il microchip. La procedura prevede che nel canile municipale dove si trovano adesso vengano sottoposti al prelievo di un campione di peli per identificare con certezza quali e se abbiano partecipato all’aggressione. I campioni saranno esaminati da un team di esperti e raffrontati con l’autopsia effettuata sul cadavere di Simona. Gli inquirenti lavorano alla ricostruzione della tragedia aiutati dal racconto del ragazzo, anch’esso ventenne, che si era allontanato dal gruppo di amici con Simona. Il giovane è ancora sotto choc. Racconta di avere visto un gruppo di capre e poi di colpo un banco di animali inferociti. Ricorda di essersi rifugiato in una chiesetta di legno con Simona finché lei non ha provato a raggiungere l’auto ed è stata aggredita alle braccia, alle gambe, una lotta disperata di cui resta traccia nei peli ritrovati sotto le unghie.
È stato un anno nero il 2021 per le aggressioni canine. Monte Fiorino è in realtà l’ultimo e il più drammatico di una serie crescente di episodi. In Campania, dove esiste una legge per la prevenzione del randagismo, le denunce sono sempre di più. Lo scorso anno, a Salerno, una donna è stata aggredita da un randagio che prima ha morso il cane portato al guinzaglio dalla malcapitata e dopo si è scagliato contro la donna. Pochi mesi fa, a Maddaloni, padre e figlio sono stati azzannati da un cane e hanno deciso di chiedere il risarcimento danni al Comune. L’animale di grossa taglia vagava senza meta e avrebbe attaccato anche altre persone. In Sicilia, a luglio, un dirigente del Comune di Noto e il gestore di un rifugio per cani sono stati denunciati dalla polizia rispettivamente per omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio. Secondo la polizia, nonostante le decine di segnalazioni di cani randagi aggressivi vicino a una scuola e a un ospedale, non avrebbero attivato alcuna prevenzione. Anche in Puglia esiste una legge che disciplina la materia, eppure le aggressioni non mancano. Nell’estate, a Trinitapoli, provincia di Barletta Andria Trani, si è reso necessario un intervento di accalappiamento dei cani che avevano ripetutamente attaccato i cittadini. Allora l’assessore comunale con delega al randagismo spiegò: «I tempi burocratici spesso purtroppo travalicano le esigenze contingenti».
Perché il celebrato migliore amico dell’uomo si trasforma in killer? L’allevamento in cattività? La razza? È colpa della insondabile natura animale o di quella umana, che per istinto di autodifesa proietta la propria paura sul cane trasformandolo in lupo, iena, sciacallo? Dipende dal cane, dal padrone o dall’imperizia del passante?
Dici aggressioni e leggi randagismo. Secondo la Lav, che ogni anno pubblica un dossier sul randagismo incrociando i dati forniti dalle Regioni (ma, per dire, Calabria e Sicilia non lo fanno), ci sarebbero circa 600 mila cani randagi in Italia, affamati, spesso in branco, spaventati, aggressivi. Le indagini conoscitive però, a partire da quelle del ministero della Salute, non sono esaustive; in molte regioni prosperano colonie di animali vaganti alimentate anche dagli abbandoni di animali domestici che si intensificano nel periodo estivo o all’apertura della stagione di caccia. Sebbene previste per legge, l’identificazione con microchip e l’iscrizione all’anagrafe degli animali d’affezione sono ancora largamente disattese, soprattutto nell’Italia centro-meridionale e nelle isole. L’identificazione dei cani con il microchip – dei cui lettori dovrebbe essere dotata la polizia municipale – è importante in caso di smarrimento ed è fondamentale per prevenire l’abbandono.
E poi c’è l’uomo. Secondo lo psicologo americano Stanley Coren, riconosciuto esperto di comportamento canino, i cani sarebbero aggressivi solo nei riguardi di persone con un certo profilo psicologico. Scrive Coren sulla rivista Psychology Today, che molte persone morse dai cani presentano problemi di “nevroticismo”, ossia irritabilità, rabbia, paura, ansia. Non basta ovviamente a spiegare per intero l’attimo, l’aggressione, il sangue, la morte. Ma ci sono i cani, ci siamo noi, ci sono le regole.