Il Messaggero, 28 agosto 2021
A 126 debitori fanno capo 3 miliardi di crediti deteriorati
Ad appena 126 debitori fanno capo quasi 3 miliardi di crediti deteriorati relativi a prestiti bancari oltre 25 milioni: in breve, allo 0,02% della clientela è riconducibile il 6,12% delle sofferenze. Al 4,39% dei clienti (22mila soggetti su oltre mezzo milione) sono riferiti invece crediti non rimborsati pari a oltre 28 miliardi sul totale di 48 miliardi. La composizione del debito bancario italiano emerge dalla mappa delle sofferenze al marzo 2021 in un confronto con il marzo 2020, secondo l’ufficio studi del sindacato Fabi guidato da Lando Sileoni. Sono soprattutto i gruppi industriali e le grandi aziende a pesare, coi prestiti non rimborsati, sui bilanci delle banche italiane, sebbene siano i piccoli debitori (famiglie, partite Iva, piccole e medie imprese) ad aver incontrato le maggiori difficoltà nell’anno del Covid. Va segnalo che circa metà delle sofferenze bancarie, sul totale appunto di 48 miliardi, si riferisce a finanziamenti di importo superiore al milione di eurto. Si tratta di 23,8 miliardi, pari al 49,96% del totale, riconducibili a 11.989 soggetti (famiglie e imprese) che corrispondono soltanto al 2,36% della galassia della clientela degli istituti di credito interessata dal fenomeno delle rate non pagate. Un numero ridotto di soggetti, quindi, che nella platea di oltre mezzo milione di cattivi pagatori dell’industria creditizia hanno una incidenza significativa sulle sofferenze del settore bancario. La percentuale sale se si prendono in considerazione gli impieghi da 500.000 euro in su: il 4,39% dei clienti copre il 60% delle rate non pagate, vuol dire che a 22.290 soggetti corrispondono oltre 28 miliardi di sofferenze.