Il Messaggero, 28 agosto 2021
Sri Lanka, alcol test per gli autisti di elefanti
Simbolo di ricchezza, prosperità e prestigio, gli elefanti sono da sempre legati alla popolazione e alla cultura dello Sri Lanka. Eppure negli ultimi anni si sono moltiplicate le denunce per incuria, maltrattamenti e violenze, così da rendere necessaria una nuova legge che li tuteli. È con queste premesse che il governo cingalese ha annunciato una normativa più severa, con maggiori controlli, e che richiederà a tutti i proprietari di assicurare che il proprio animale abbia visite mediche periodiche ogni sei mesi, una dettagliata carta d’identità, con tanto di foto, e un timbro di riconoscimento basato sul Dna: tutte le informazioni e le cartelle cliniche verranno archiviate in un database digitale.
Il testo stabilisce le linee guida, con misure più protettive, per gli elefanti utilizzati in ambito lavorativo, cosa molto frequente in tutta l’Asia meridionale e il sud-est asiatico, dall’India alla Tailandia, al cui cavaliere (in lingua locale chiamato mahout ) sarà vietato di bere durante le ore di servizio, ovviamente bandita qualsiasi tipo di droga. Proprio come accade con tutti i mezzi di trasporto, anche nel caso dei pachidermi sarà vietata la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto stupefacenti.
GLI OBIETTIVI
I dettagli della nuova normativa sono stati anticipati da Wimalaweera Dissanayake, ministro per la Protezione della fauna selvatica. L’obiettivo è una maggiore consapevolezza dei diritti fondamentali che devono essere loro garantiti: un bagno giornaliero di due ore e mezza per proteggere il loro benessere e la loro salute, con particolare attenzione alla pelle che è molto delicata, e un orario giornaliero di quattro ore, mentre quello notturno è diventato proibito. Si tratta di una vera rivoluzione per il nuovo approccio verso animali da sempre presenti nella popolazione dello Sri Lanka. La legge tutela anche i più piccoli, che infatti non potranno più venir utilizzati nemmeno per le sfilate di eventi culturali o di festività locali e non saranno più essere separati dalle madri. Sia gli adulti sia i cuccioli non dovranno più comparire in riprese per la televisione e il cinema, se non per produzioni statali e sotto la supervisione di un veterinario. Severe anche le pene per chi non rispetta la legge, con i trasgressori che rischiano fino a tre anni di carcere e i loro elefanti posti sotto sequestro dal governo. Lo Sri Lanka prevede la pena di morte per chi cattura o uccide elefanti selvatici. S
econdo l’agenzia AFP, negli ultimi 15 anni sono stati rubati più di 40 cuccioli di elefante dai parchi nazionali. Nel 2019, il paese ha contato 361 morti tra gli elefanti, secondo un rapporto diffuso dalla tv britannica BBC dello scorso anno, l’85% dei quali può essere attribuito all’attività umana. I registri ufficiali mostrano che ci sono circa 200 elefanti addomesticati nel paese, mentre la popolazione selvatica è stimata in 7.500 esemplari. La nuova legge è molto più severa anche verso il settore del turismo, che troppo spesso ha sfruttato gli elefanti come attrazioni. Ci sono nuove restrizioni e d’ora in poi non più di quattro persone potranno cavalcarli contemporaneamente e sempre con l’utilizzo di selle imbottite e comode non soltanto per i passeggeri ma soprattutto per gli animali. E tra le maggiori attrazioni turistiche dell’isola c’è anche Pinnawala Elephant Orphanage, un vero e proprio orfanotrofio, non lontano da Colombo, che accoglie i cuccioli o i giovani esemplari rimasti soli nella foresta. L’istituzione è stata fondata nel 1975 dal Dipartimento per la Protezione della fauna selvatica, lungo il fiume Maha Oya, con l’obiettivo di fornire assistenza veterinaria e protezione, ricreando il loro habitat naturale. Un progetto iniziato quarant’anni fa che, ha cominciato con quattro esemplari e che ne arriva a ospitare oggi circa novanta.