la Repubblica, 27 agosto 2021
Berlusconi a Malagò: «Forza Italia guidala tu»
La visita è stata discreta, ma improvvisata. Il cellulare di Giovanni Malagò è squillato la scorsa settimana, mentre il presidente del Coni era in vacanza a Sabaudia dopo i successi olimpici di Tokyo. Un aereo e via di corsa verso villa Certosa, dove il Cavaliere è tornato a godersi l’estate sarda e a dimenticare le disavventure dei mesi scorsi.
Da qui in avanti, però, le versioni divergono. Quella ufficiale parla di un incontro tra vecchi amici, utile a brindare ai Giochi trionfali dell’atletica nazionale. Quella ufficiosa, che circola ai massimi livelli di Forza Italia e rimbalza fino al mondo dello sport italiano, racconta invece di un colloquio costruito grazie alla diplomazia di Gianni Letta – intimo con entrambi gli interessati – e necessario per sottoporre all’imprenditore la “pazza idea” dell’ex premier: affidare l’immagine e il timone di Forza Italia a chi può risollevarla. Ingaggiare il numero uno del Comitato olimpico azzurro per traghettare i moderati in una nuova fase, senza farsi fagocitare dai sovranismi imperanti.
Sia chiaro: Berlusconi fa e disfa, propone e ritratta. Gioca su due tavoli, a volte anche tre. E quest’estate non ha fatto eccezione: tornato a occuparsi di politica in prima persona, contratta la federazione con il resto del centrodestra e nel frattempo sogna la stabilizzazione del mondo di centro che si riconosce in Mario Draghi. Incontra Matteo Salvini, dopo averlo incoronato pubblicamente leader del centrodestra, poi vede Giorgia Meloni e la rassicura, riceve Ignazio La Russa, e parallelamente chiama a corte Malagò e Casini. Le stesse fonti, allora, riferiscono il nocciolo di un progetto alternatvo all’abbraccio con la Lega, frutto come detto di un’intuizione di Gianni Letta, che del Cavaliere è coscienza critica e teorico del sostegno incondizionato a Draghi, oltreché consigliere che mai accetterà di arrendersi al salvinismo.
Così si sarebbe arrivati a sondare Malagò. Una mossa a sorpresa, un rinnovamento radicale che nelle intenzioni permetterebbe di ricostruire l’immagine di un partito massacrato dai sondaggi e ridotto a fratello povero degli alleati leghisti e della destra meloniana. «Ci dai una mano?», avrebbe detto l’ex premier al numero uno del comitato olimpico. Per Berlusconi, d’altra parte, le vittorie olimpiche sono marketing positivo. Sovrapporre Forza Italia a quei trionfi, mescolare slogan pop e politica sono un marchio di fabbrica. Creare una sorta di Partito dello Sport, vincente e con una guida che non arriva dalla politica. La chiave politica sarebbe ovviamente quella della stabilità. Di una forza politica poco sovranista e molto “draghiana”.
A nessuno sfugge il veleno di queste indiscrezioni. Per questo il contenuto del colloquio è ridimensionato da interlocutori ufficiali. Il terreno è scivoloso. Malagò non è mai stato un amico di Salvini, che anzi l’ha bombardato a giorni alterni. E comunque la storia non sembra avere avuto un lieto fine. Perché Malagò ascolta, è lusingato dalla proposta, si prende qualche giorno per ragionarci. Si consulta con gli amici. Infine ringrazia e rifiuta. Nel frattempo, Berlusconi continua a tessere la tela.C’è davanti l’autunno caldo della maggioranza di unità nazionale e, soprattutto, l’elezione del Capo dello Stato. L’ex premier sogna – e a volte viene illuso – di poter competere personalmente per quel traguardo. E però a varcare il cancello di villa Certosa è stato visto anche l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. Il senatore centrista è un altro amico del leader. Un moderato che sogna, anche lui, la scalata del Colle. Forse il piano di riserva dell’anziano leader azzurro.