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 2021  agosto 27 Venerdì calendario

Biografia di Lindsey Thomas

«Il calcio è una grande passione ma anche un piccolo miracolo che mi ha aiutato a guarire un rapporto importante». Tra le mille storie da seguire nel campionato delle ragazze che scatta domani, quella di Lindsey Thomas è un traversone che spiove nell’area del Milan da lontano, da Saint-Claude, Guadalupa, Antille: «Se non fossi stata arrabbiata con mia madre France-yan, se non fossi stata cresciuta fino a 15 anni da mia nonna Hilarionne, se non avessi avuto l’esempio di mia zia Graciana in una famiglia tutta al femminile, non me ne sarei andata da Guadalupa. Invece sono partita dopo l’esame di terza media, direzione Montpellier, Francia. In testa il sogno del pallone. Il primo anno ho cambiato la casa d’accoglienza quattro volte. È stata dura, però non mi sono arresa. Le scelte di mia madre le ho capite solo dopo che sono partita. Ci siamo riavvicinate. Insieme al mestiere che amo, ho ritrovato lei». 
Del calcio degli uomini, sempre sotto i riflettori, ormai sappiamo tutto. Quello delle donne è appassionante perché non sai mai dove rotola. Certo c’è la Juve dei record, quattro scudetti consecutivi, che si affida all’ex Arsenal Joe Montemurro per sfondare anche in Europa (playoff con le albanesi del Vllaznia per accedere ai gironi di Champions). Certo ci sono i totem in panchina, Carolina Morace alla Lazio salita dalla B e Patrizia Panico alla Fiorentina, il Sassuolo dei miracoli e del talentino Haley Bugeja (18 presenze e 12 reti a 17 anni), l’Inter di Suning che tenta il salto di qualità nelle mani di Rita Guarino, la novità della Samp e di un torneo che prevede tre retrocessioni per arrivare a una serie A a dieci squadre: il campionato 2022-2023 sarà quello del professionismo agognato, per chi non è espressione di un club maschile rischia di non esserci più posto. E poi, già fuori dalla Champions (fatale il kappaò con l’Hoffenheim nei preliminari) ma anche per questo alternativa d’obbligo alla Juve per lo scudetto, il Milan del bomber Valentina Giacinti, che riporta a Milano tra i pali Laura Giuliani, saracinesca della Nazionale, e irrobustisce l’attacco con Lindsey Thomas, 26 anni, la francese d’oltremare che andava allo stadio con il nonno («Sono nata su una piccola isola con molta acqua intorno, due cugini giocavano e andare a vederli mi ha acceso la passione»), ha iniziato con i maschi («Mi hanno accolta con scetticismo: fare molti gol da subito ha contribuito a farmi accettare»), ha preferito il calcio all’atletica: «Il pallone mi dava felicità, l’atletica stress». Il senso del calcio femminile, oltre che dentro un gioco godibile e non esasperato, va cercato nelle storie di evoluzione personale come questa di Thomas, cresciuta nel biennio alla Roma con Betty Bavagnoli prima di assaggiare la tattica di Maurizio Ganz: «Una donna in panchina sa essere più psicologa e sensibile – racconta Lindsey —, un uomo tende ad essere più diretto, capita anche di avere scontri, ma Ganz è aperto alla discussione e, qualsiasi cosa ci si dica, il giorno dopo si ricomincia daccapo». 
La firma del contratto con Paolo Maldini e un giro al museo hanno dato a Lindsey la misura dell’importanza della società rossonera in cui è atterrata, il ritorno di Ibrahimovic a Milano sarà un’emozione per tutti («Quando incontrerò Zlatan forse mi tremeranno le ginocchia, i miei miti sono i campioni del mondo francesi, da Zidane a Giroud, ma alla fine siamo persone che condividono uno sport»), però è Megan Rapinoe, icona del calcio Usa, la fonte d’ispirazione: «Facendo causa per disparità di trattamento alla Federcalcio americana ha messo il calcio femminile sullo stesso piano di quello maschile. Una cosa enorme». 

Enorme, a queste latitudini, sarà sintonizzarsi con Giacinti per fare gol e scucire lo scudetto dalle maglie della Juve, sostenendo il passaggio al professionismo («Uno status necessario») con un’impresa. Dalla Guadalupa, tifa Thomas anche il fratellino di 3 anni. «Se mi manca? Moltissimo. Ma ho imparato a schermarmi per non soffrire troppo. Sono partita per un motivo, e indietro non torno».