Corriere della Sera, 27 agosto 2021
Le vite spericolate dei giovani rapper
Dalle playlist alla cronaca. Le storie del rap non sono solo nelle rime delle canzoni, ma nelle indagini delle forze dell’ordine. Una sequela di risse, aggressioni, rapine di gruppo e raid vandalici che in questi giorni hanno portato alla risposta della polizia: fogli di via, avvisi orali e Daspo per Baby Gang, 20enne di origini marocchine nato a Lecco, vero nome Zaccaria Mohuib, e Rondo da Sosa, all’anagrafe Mattia Barbieri: vietati locali e discoteche di Milano e divieto, per il primo, di frequentare mezza Riviera romagnola. C’è una connessione con le minacce, assieme a una trentina di amici, al titolare dello storico locale milanese Old fashion: botte, violenze, sassaiola. E pure con gli atti vandalici dello scorso weekend a Riccione. «Da oggi in poi tornerò a zanzare (derubare ndr) i turisti in spiaggia perché altrimenti non vado avanti», aveva postato Baby Gang nei giorni scorsi dopo la cancellazione di una serata a Misano Adriatico.
Tutto parte da Milano, zona San Siro, epicentro in piazzale Selinunte e via Preneste. Case popolari dove vivono 12 mila persone, la maggior parte di provenienza araba e maghrebina, dove i figli di seconda generazione sono cresciuti in strada con un background di rapine, piccolo spaccio, aggressioni fin da minorenni. Tutto aggravato dalla pandemia che non offre sfoghi ai ragazzi e alza il livello della tensione con i social che rilanciano le rivalità. Qui è il territorio della 7Zoo, la crew che ha dato vita all’etichetta Real Music 4 Ever. Rondo è quello che fa i numeri più grossi: oltre due milioni di ascoltatori al mese su Spotify. «Delinquente» è l’album che esce oggi di Baby Gang su cui ci sono grandi aspettative da parte di Warner, la multinazionale che li ha sotto contratto. Il primo a emergere è stato Neima Ezza, 19enne nato in Marocco, che in pieno periodo di restrizioni pandemiche ha convocato 300 persone in strada per girare un videoclip ed è finita male quando la polizia ha provato a disperdere l’assembramento. Vale Pain, Keta, Sacky, Kilimoney e Nko sono gli altri nomi della crew da tenere d’occhio secondo i web-magazine specializzati.
La gang milanese rappresenta anche la nuova scena del rap, la drill. Tendenza musicale nata a Chicago 10 anni fa da una costola della trap, arrivata a Londra-Brixton attraverso la nuvola digitale di SoundCloud e adottata dalle seconde e terze generazioni nelle banlieu francesi. Rispetto al genere originario, le basi hanno un’atmosfera più cupa e aggressiva, le liriche raccontano il disagio con più rabbia e violenza. Nell’immaginario canne e sciroppo (codeina e sprite), gioielli e brand da ostentare, non bastano e si spinge sul gangsta con passamontagna e armi puntate.
Antonio Dikele Distefano, 29 anni e genitori angolani, scrittore e autore della fiction Zero per Netflix che ritrae la periferia milanese fra seconda generazione, rap e pregiudizi, la vede così: «Da un lato dico che questi ragazzi arrivano alla fama prestissimo, a 17-18 anni, l’età in cui tutti, pure io, combinavamo casini. Dall’altro aggiungo che se negli Usa o nelle banlieu parigine il disagio è vero, qui tanti se lo creano: ci sono pregiudizi verso certi quartieri, ma a Milano la polizia non ti spara addosso».
Paola Zukar è una che il rap game lo conosce: dalle prime fanzine Anni 90 è diventata manager di Fabri Fibra, Marracash e Madame: «Il rap si è radicato nelle periferie e ha avvicinato ogni tipologia di adolescente: lo ascoltano tutti e molti provano a farlo. Alcuni si atteggiano a una vita di strada che non conoscono, altri hanno quel vissuto. A tutti dico che fanno bene a provarci perché l’impegno e la voglia di migliorare aiutano a uscire da certe situazioni, ma poi bisogna saper gestire il successo».
Roma è artisticamente ferma, non arriva nulla di nuovo, ma Digos e Squadra mobile hanno lavoro nel monitorare la scena: Sayanbull, ovvero Alex Refice, capo di una gand di rapper boxeur è finito in manette per aver preso a calci un ambulante bengalese e per una spedizione punitiva contro trapper rivali, tra cui Gabriele Magi, alias Gallagher, uno che pochi mesi prima era stato arrestato dai carabinieri con il compagno Traffik, Gianmarco Fagà, per aver picchiato e rapinato tre fan. Qualche testa calda c’è anche in provincia. Matteo Macaluso, 21 enne di Chivasso che si fa chiamare Eyes, è stato arrestato quest’estate per aver picchiato la fidanzata incinta; e Terror Bomber, 34 enne di Termoli, perché in casa gli hanno trovato candelotti e una bomba artigianale. Ma più che rapper, i loro video su YouTube non escono dal giro degli amici, sono solo delinquenti.