Corriere della Sera, 26 agosto 2021
L’economia illegale salva i talebani
Non è detto che l’idea di prenderli per fame funzioni. I governi occidentali ritengono che bloccare i fondi che l’Afghanistan detiene a livello internazionale e sospendere gli aiuti possa essere un modo per fare pressione sui talebani e ottenere concessioni. A guardare le cifre ufficiali dovrebbe essere così. Gli Stati Uniti hanno bloccato 9,5 miliardi della banca centrale afghana detenuti all’estero. Il Fondo monetario internazionale ha chiuso l’accesso dei nuovi signori di Kabul a 460 milioni di dollari. La Ue ha sospeso gli aiuti e se si calcola che i quattro miliardi che ogni anno gli Usa e i Paesi Nato versavano al Paese costituivano il 75% del bilancio operativo del governo si capisce come senza il denaro occidentale tutto potrebbe fermarsi. A Kabul sperano che la Cina raccolga il testimone caduto agli americani e aiuti a estrarre i mille miliardi in materie prime dal sottosuolo. Ma è probabile che Pechino sia prudente nell’investire nel regime dei talebani: l’Afghanistan non figura nemmeno tra i Paesi individuati per la Nuova Via della Seta cinese. Tutto, insomma, farebbe pensare che le sanzioni economiche possano essere una strada buona per influenzare il nuovo, bisognoso regime. Il problema è che la geografia può dare un aiuto essenziale ai talebani: per alcune rotte commerciali, l’Afghanistan è centrale, ad esempio per i traffici con Iran e Pakistan, e molto si svolge in termini di economia informale. Al di là del traffico di eroina, di hashish e di altre droghe, «il denaro vero viene dal movimento illegale di beni ordinari come carburanti e importazioni», sostengono David Mansfield e Graeme Smith che hanno da poco pubblicato uno studio sull’economia informale afghana. Per esempio, hanno calcolato che alla provincia di Nimruz, nell’Afghanistan del Sud, arrivano ogni anno 20 milioni di dollari in aiuti esteri ma la tassazione informale ne raccoglie 235. Mansfield e Smith calcolano che il commercio regolare attraverso la frontiera con l’Iran sia di due miliardi di dollari l’anno, cifra che però raddoppia se si considerano gli scambi informali. L’anno scorso i talebani avrebbero incassato 84 milioni di dollari su questo confine, e non controllavano ancora tutti i punti di passaggio. L’economia illegale non sarà mai la base del futuro in Afghanistan. Raffredda però le speranze dell’Occidente.