Corriere della Sera, 26 agosto 2021
Le accuse di Margherita Agnelli: «Mia madre mi ha tolto un figlio»
Dopo quasi vent’anni Margherita Agnelli, 65 anni, riaccende la contesa per l’eredità del padre – con la quota maggiore arrivata al nipote John Elkann, primo figlio di Margherita, e in parti minori ai fratelli Lapo e Ginevra – di fronte a quello che considera un esautoramento dei cinque figli avuti dal secondo marito, Serge de Pahlen. È una vicenda in cui si intrecciano rancori decennali, incomprensioni radicate, visioni opposte del mondo, una posizione ben precisa su ricchezza e patrimonio fondata sul principio «gli Agnelli comandano uno per volta», il giallo sull’ammontare del tesoro dell’Avvocato scomparso nel 2003.
A scatenare la seconda guerra di successione in casa Agnelli è un altro evento tragico: la morte di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli, avvenuta il 23 febbraio 2019. Un rapporto teso, quello tra la vedova dell’Avvocato e la figlia, burrascoso, distante. Lo testimonia ulteriormente una frase di Margherita riportata sul settimanale F (Cairo editore) in edicola: «Mia madre mi ha sottratto un figlio come se fosse suo», disse nel 2004, fuori dai virgolettati, a Camilla Baresani quando rilasciò la famosa intervista in cui annunciava l’avvio della lite giudiziaria contro donna Marella e John Elkann. Margherita considerava esclusi dalle vere ricchezze di Agnelli i figli avuti con de Pahlen (Maria, Pietro, Anna, Sofia, Tatiana). Ma c’entrava anche il rapporto del marito de Pahlen dentro la Fiat. John lo allontanerà dall’azienda nel 2005, mentre Margherita avrebbe visto bene il nobile franco-russo alla presidenza del gruppo.
La prima guerra di successione si chiuse con un accordo che fruttò a Margherita circa 1,2 miliardi in cambio della rinuncia alle quote della Dicembre – una «società semplice» di Torino che è lo scrigno dell’impero – che le arrivavano dal padre e, in futuro, a quelle della madre, attraverso un patto successorio regolato in Svizzera. Dicembre controlla oggi a catena il 38% della holding olandese Giovanni Agnelli Bv che, attraverso Exor, gestisce partecipazioni in Stellantis (14,4%), Ferrari (23%), Cnh (27%), Juventus (64%), Gedi (La Repubblica, La Stampa, L’Espresso ecc).
Nel 2007, però, Margherita, ritenendo di essere stata tenuta all’oscuro dell’esatto patrimonio dell’Avvocato, chiese in tribunale un rendiconto completo ai consulenti storici di Gianni Agnelli. Pretese respinte in vari gradi di giudizio, e in via definitiva.
Così con il decesso di Marella nel 2019 sono avvenuti passaggi automatici (l’unificazione dell’usufrutto alla nuda proprietà delle quote che la nonna aveva donato ai nipoti) che hanno portato John Elkann, già socio di Dicembre, al controllo della holding. Ma ora, dopo molti anni dal maxi-accordo sull’eredità, Margherita ha impugnato in Svizzera il contratto con la madre. Fonti legali vicini a Elkann hanno tuttavia ribattuto che «queste pretese temerarie, cui si resisterà con fermezza in ogni sede, non sono comunque idonee a mettere in discussione la partecipazione di maggioranza assoluta che John Elkann detiene nella società Dicembre». Se Margherita provasse che la successione della mamma deve aprirsi in Italia e non in Svizzera, rivendicherebbe il diritto alla quota legittima dell’eredità. Comprese le donazioni del passato.