La Stampa, 26 agosto 2021
Madame pensa fluido. Intervista
Un soffio di gioventù si diffonde sull’imminente Notte della Taranta, la serata più attesa del Sud, che ancora una volta andrà in scena senza pubblico il 28 agosto, ma in differita su Raiuno il 4 settembre. I due maestri concertatori sono il maestro Enrico Melozzi e Madame: è lei l’ultima musa al centro dell’attenzione generale, avvolta dalla curiosità e prediletta dai ragazzi che si specchiano nei suoi 19 anni così unici. Da qualche giorno è a Melpignano per le prove. Nella vita si chiama Francesca, e risponde con allegria e serietà.
Maestra concertatrice, dopo Carmen Consoli nel 2016. Come si sta preparando?
«Mi sto divertendo, ho provato i vestiti che qui mi hanno disegnato. Il mio compito è quello di dare al concertone una chiave di lettura mia, visto che hanno chiamato me. Mi sono occupata della parte testuale, con tema la libertà. Sarò Francesca al 100 per 100. Melotti ed io abbiamo unito la pizzica al rock, e riadattato la tradizione a una nuova forma di linguaggio. Come il mio cantautore preferito De André sono attratta da tutte le tradizioni: qui come altrove internet non ha cancellato nulla per ora».
In Salento la tradizione è agli antipodi rispetto a ciò che lei ha fatto finora.
«Ho in progetto un altro esperimento artistico nel quale comunicherò quel che voglio dire. Ciò che caratterizzerà il mio futuro è lo studio. Secondo me un artista per resistere deve studiare. Qui a Melpignano mi sono venute un sacco di idee, sto approfondendo e imparando lingue. Ho conosciuto gente da dovunque».
Come rivede tutto ciò che ha vissuto in questi mesi?
«Sto cercando di concentrarmi di più sull’hic et nunc. Ma se debbo ragionarci, capisco le cose due o tre anni dopo che le ho vissute. Non ho nemmeno avuto il tempo di metabolizzare, magari ci riuscirò a 20/25 anni».
Cosa pensa quando si sveglia la mattina?
«Ora ci sono la fama e i soldini ma spesso le persone che fanno questo lavoro vivono di illusioni. Mi alzo e dico: perché debbo vivere oggi? Come impiego le mie energie? Come vivo i miei rapporti? La vita scorre, cambia».
Lei cita Eraclito. Ha già scelto una facoltà cui iscriversi?
«Penso filosofia ma non so quando. Potrei farlo a 60 anni o anche domani. Dipenderà dalle mie esigenze, seguo molto il flusso naturale, e se domani vorrò farlo lo farò, se sarò chiamata a viaggiare viaggerò. Prima cosa, la patente: ho quasi 20 anni, so guidare, è ora».
A chi pensa di dovere di più?
«Non so, ognuno ha avuto il suo ruolo. De André, la mia manager Paola Zukar. Non saprei a chi dare di più. Quando una persona mi dà, penso di ricambiare intensamente».
I suoi genitori?
«A volte i genitori sono utili perché ci sono, a volte sono utili perché non ci sono. C’è l’età in cui c’è bisogno di scollarsi: se non ci fosse un po’ di astio, farei più fatica a staccarmi. Ho preso casa a Milano e penso come organizzarmi una vita e la famiglia che mi sto costruendo, di amici e persone che mi vogliono bene».
Per lei viene continuamente utilizzato il termine «fluido».
«Non mi dà fastidio. Io penso proprio che dipende tutto dal significato che diamo noi. La fluidità gliela spiegherei con la Taranta: vestitemi truccatemi, mi abbandono a voi. Un po’ come fa l’acqua quando prende la forma del recipiente. Quel che dicono su di me, non mi importa: ho scelto alcuni che mi definiscano, gli altri non mi interessano».
E’ felice?
«Penso di essere felice perché ambisco alla felicità. "Felix" in latino significa "che dà frutto". Grandi problemi degli esseri umani sono la paura e il rifiuto, l’unico modo per sconfiggerli è avere una passione».
Come mai tutti sono interessati alla sua sessualità?
«Direi ossessionati. Non so, forse riconoscono in me vibrazioni sessuali che li incuriosiscono: ma non sanno che non dipende da che tipo di genitali frequento».