ItaliaOggi, 25 agosto 2021
Anche van der Rohe era nazista?
Il politically correct ha colpito anche l’architetto Ludwig Mies van der Rohe, scomparso oltre mezzo secolo fa. Si lasciò sedurre da Hitler, o le sue colpe sono veniali e chi lo condanna non tiene conto del momento storico? L’occasione è la riapertura sabato scorso della Neue Nationalgalerie, chiusa da sei anni per un restauro costato 140 milioni di euro. É la sua unica opera realizzata dopo la guerra in Germania nel 1968, e la sua ultima prima della morte l’anno seguente a Chicago.
La Neue Nationalgalerie appare come una tenda di cristallo su cui grava un tetto d’acciaio di 1260 tonnellate che sembra galleggiare sul vuoto. Un’opera straordinaria, iniziata nel 1962, voluta dai berlinesi a ridosso del Muro, vicino alla Philarmonie e alla Staatsbibliothek, la Stabi, come la chiamano i suoi frequentatori, che appare ne Il cielo sopra Berlino, gli angeli vi ascoltano i pensieri dei lettori. Un luogo magico, come la Galerie di van der Rohe, considerata un capolavoro dell’architettura moderna. David Chipperfield, l’architetto che ha curato il restauro, ha cercato di rispettare il più possibile l’opera originale che, tuttavia, non è adatta a esporre opere d’arte: il pianterreno ha pareti di cristallo, i quadri possono essere esposti solo in pannelli provvisori, per le mostre è disponibile il piano interrato. Van der Rohe trasformò il progetto che aveva ideato per la sede della Bacardi a Cuba, che non venne realizzata a causa della rivoluzione di Fidel Castro.
L?architetto fuggì insieme con la moglie nel ’38, un anno prima della guerra, e andò negli Stati Uniti, anche se non conosceva una parola di inglese. E fu considerato un oppositore del regime. Tutto un equivoco? Già nel ’89 apparve un articolo critico su Der Spiegel, citava la biografia della storica dell’arte americana Elaine Hochmann, che faceva chiarezza sulla leggenda del grande architetto, oppositore del nazismo. Ma erano altri tempi, e non ci fu molta eco. Ludwig Mies van der Rohe era nato nel 1889 a Aquisgrana, figlio di uno scalpellino. Fin da ragazzo fece esperienza nei cantieri, fianco a fianco dei muratori, e imparò a conoscere e rispettare i materiali, e riuscì a studiare. Nel 1913, sposò un’ereditiera, e non ebbe più problemi finanziari. Una prima colpa?
Negli Anni Venti, il Kpd, il partito comunista, gli affidò il progetto del monumento per Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, assassinati a Berlino. Le sue opere del tempo non sono ancora originali né rivelano il suo talento: realizzò molte ville per ricchi, e progettó anche la casa del pittore Emil Nolde. A lungo si credette che l’artista fosse una vittima del regime, che gli vietò di esporre le sue opere. In realtà Nolde era un fanatico ammiratore di Hitler, e antisemita. Ma van der Rohe ne era al corrente? Per Rudolf Fischer, direttore archivio delle avanguardie a Dresda, la biografia di van der Rohe non sarebbe piu attuale, andrebbe controllata e rivista.
Nel ’29, ricevette l?incarico di costruire il padiglione tedesco all’Esposizione universale di Barcellona. L’edificio fu finanziato dall’industriale Georg von Schnitzler, che sarebbe diventato un seguace di Hitler, ed era uno degli amministratori della IG Farben, l’industria che produsse il Zyklon B, il gas usato a Auscwitz per eliminare gli ebrei. Una colpa di van der Rohe che doveva prevedere il futuro nel ’29? Ma certo per ricevere l’incarico doveva essere amico di von Schnitzler. Nel ’32, scrisse che nessuno poteva negare la necessità di uno spazio vitale per la Germania, una frase cara a Hitler. Nel ’38, cercò di ottenere l’incarico per il padiglione tedesco all?Expo universale di Bruxelles, e disegnò sull’edificio bandiere con la croce uncinata, ma non bastò a farlo vincere. Pochi mesi dopo partì per l’America.
«Non fu certo un fanatico nazista», ha giudicato lo storico dell’architettura Dietrich Neumann, «ma certamente sarebbe diventato volentieri il grande architetto del III Reich» al posto di Albert Speer. Quando lo intervistai nel ’69, Speer mi disse: «Avevo 29 anni, e non seppi resistere alla tentazione di Faust, a Hitler che mi offriva di realizzare tutti i miei sogni di architetto». Una tentazione troppo seducente anche per Mies van der Rohe?