ItaliaOggi, 25 agosto 2021
Periscopio
Il comunismo e il consumismo si sono infine trionfalmente fusi in un nuovo materialismo. Giulio Tremonti: “La paura e la speranza”. Mondadori. 2008.
Quando il consumatore ha paura, non spende. Quando le imprese non hanno consumatori, non investono. Su questi due fronti si può operare per stimolare la ripresa. Nicola Porro, il Giornale.
Fino a non molto tempo fa, due italiani su tre erano per l’Europa; oggi due italiani su tre sono contro l’Unione europea. Antonio Martino, ex ministro della difesa, ex Forza Italia (Fausto Carioti), Libero.
Salvini mette la sinistra di fronte ai suoi limiti più di quanto non faceva Berlusconi. Silvio potevi attaccarlo sulla giustizia, sui conflitti di interesse, sulle donne. Salvini lo devi batter sulla politica e per farlo ti serve una visione del mondo che alla sinistra manca. Michele Santoro. Libero.
I poveri centri storici sono ormai spopolati e sono diventato regni del gabbiano ormai padronale, che ha perso ogni timidezza e plana su apericene e coni gelato, affamato e incattivito da mesi di dieta. Michele Masneri. Il Foglio.
Sono stato a Kabul e a Herat nel 2014. I cinquemila soldati del primo contingente italiano si erano già ridotti alla metà e sono via via diminuiti fino all’ultima partenza del 30 giugno scorso. Herat era una città relativamente sicura: sia pure protetto, ho potuto farvi perfino una passeggiata. E a Kabul ricordo il meraviglioso ospedale di Alberto Cairo che con le sue protesi dal 1990 ad oggi ha fatto camminare migliaia di afghani. Cairo spera di rimanere. Ma il resto? Bruno Vespa. QN.
Quando finalmente, dopo la pena che si era data a combattere Bettino Craxi, Ciriaco De Mita divenne premier, Eugenio Scalfari sciolse il suo peana: «Sei il nuovo De Gasperi e farai dell’Italia una Svizzera». Giancarlo Perna: “Il Ring - Cinquant’anni di risse tra i Poteri”. Guerini e Associati.
Nel 1987 i radicali, dopo quanto accaduto a Enzo Tortora, avevano indetto un referendum contro la responsabilità dei magistrati. Il referendum fu vinto con oltre l’80 per cento di “sì” , ma poi un parlamento succube dei magistrati varò la legge Vassalli che limitava al massimo la possibilità di rivalsa nei confronti del giudice che aveva procurato dei danni ai cittadini per il suo comportamento. Giovanni Minoli (Giovanni Maria Jocobazzi). Libero.
Chi beneficia del reddito di cittadinanza spesso non ha alcun interesse a trovare un lavoro: preferisce starsene sul divano oppure lavorare in nero. In questi casi la proposta di un posto di lavoro disponibile, per quanto remota, viene vissuta come una vera e propria iattura. Tanto che sono giunte a ItaliaOggi segnalazioni di vere e proprie minacce rivolte ai direttori dei centri per l’impiego e alle loro famiglie perché non facciano risultare che, in capo a un certo soggetto, c’è stato il rifiuto di un posto di lavoro, rifiuto che potrebbe portare alla revoca del reddito di cittadinanza. Marino Longoni. ItaliaOggi.
L’ultimo colpo di piccone ai vecchi partiti l’ha dato il Movimento Cinque Stelle: scelta dei candidati online, tutti cittadini, uno vale uno, il premier come avvocato del popolo, niente denaro pubblico. La parola d’ordine era: “disintermediazione”. Non c’era più bisogno dei corpi intermedi: partiti, sindacati, giornali. Ma poi succede che le cose ritornano: Forza Italia è diventata un partito, la Lega è oggi il più vecchio fra i partiti in parlamento, Conte vuole uno statuto per dare ordine e struttura al Movimento. E così ci si accorge che forse i vecchi partiti (con le loro sezioni sul territorio, le loro feste e le loro tessere, i loro giornali e le loro scuole quadri) – non erano e non sono poi così inutili, in una democrazia. Michele Brambilla, QN.
Per il Movimento 5 stelle il via alla riforma della giustizia è una mezza débâcle. Rispetto alla legge Bonafede c’è una bella differenza. Si ricominciano a vedere le garanzie. Insomma noi siamo la patria del Beccaria. Non possiamo tradire l’in dubio pro reo. Antonio Tajani, vicepresidente FI, (Virginia Piccolillo), Corriere della Sera.
Prima o poi, Grillo e Conte, sulla giustizia o sulle liste elettorali, sulla permanenza nel governo Draghi o sul futuro del Movimento, torneranno a confliggere. I toni si alzeranno, Grillo se ne uscirà con una delle sue battute sprezzanti, Conte risponderà puntuto e il Movimento, prima poi, si dividerà in due. Chi sta con Grillo e chi con Conte. Seguirà scissione. Ettore Maria Colombo. QN.
Il primo a credere in me come uomo tv fu Mario Formenton, il genero di Arnoldo Mondadori. Saputo che venivo da Verona, dove aveva vissuto per anni, si affezionò. Per installare una rotativa da 5 miliardi, convocava tre comitati. Arrivavo io e gli chiedevo il doppio per un varietà. Lo spaventavo. Alla fine cedette Rete 4 a Berlusconi. Che non si spaventava. Vittorio Giovanelli, ex braccio destro di Silvio Berlusconi per la tv. (Stefano Lorenzetto). l’Arena.
I sei attentatori di Francesco Ferdinando d’Austria hanno 18 anni o poco meno, sono poveri, ingenui, hanno letto i libri giusti, ma li hanno capiti male, come capita a quell’età. Alcuni sono malati di tisi, scelti per quella missione suicida proprio perché già condannati dal "mal sottile". Sembrano assassini usciti dalle pagine di Fëdor Dostoevskij, ma in una versione balcanica, quindi se possibile ancora più sanguinaria e insensata: vogliono l’azione, vogliono colpire ciecamente il potere costituito, di quello che accadrà dopo non si curano. Sono infiammati dall’inat parola di difficile traduzione, che esprime un’attitudine tutta balcanica, serba in particolare: una testardaggine controproducente, vanaglorosiamente eroica, autodistruttiva e perpetuata all’infinito con toni melodrammatici. Maurizio Pilotti, Libertà.
Cadorna non fu un criminale di guerra, né un assassino. Ebbe però la colpa di guidare il nostro esercito come se stesse affrontando un conflitto dell’Ottocento, invece che la prima guerra della modernità. Il generale Cadorna, più che inadeguato al ruolo era impreparato. L’Italia entrò in guerra un anno dopo il suo scoppio, e non approfittò di quei mesi per capire che la battaglia non si vinceva mandando all’assalto i nostri soldati, offrendo il petto alle mitragliatrici nemiche. E fu un massacro. Sergio Dini, ex magistrato della procura militare (Andrea Priante). Corriere del Veneto.
Riferendosi agli spettacoli online Ezio Bosso diceva: «Una sinfonia non si può fare con dodici violini ognuno nel suo salotto». Luca Pavanel. il Giornale.
Tutti abbiamo sofferto per amore. Eppure, com’è difficile capire chi soffre per amore! Roberto Gervaso, scrittore.