La Stampa, 25 agosto 2021
Argentina, il caldo spinge i topi giganti in città
Svegliarsi e trovare nel giardino di casa una ventina di carpinchos, il roditore più grande del pianeta, una specie di topo gigante con le fattezze da porco selvatico, che può pesare fino a 50 chili per un metro e mezzo di altezza. È lo scenario a cui si stanno abituando i residenti di uno dei quartieri privati più esclusivi dell’Argentina, il Nordelta, a nord di Buenos Aires. Un fenomeno che sta scatenando ironie e polemiche a non finire sui social, con foto e video dei “toponi” diventati alfieri del sottoproletariato in lotta contro i più abbienti, metafora di un Paese travolto dalla crisi economica.
Dall’inizio dell’anno la popolazione di questo animale tipico del Sudamerica, conosciuto anche come capivara o capibara, è aumentata considerevolmente e gli ultra ricchi si sentono ormai sotto assedio. I carpinchos non attaccano l’uomo, ma si sono già registrati aggressioni a cani e gatti, depredazione di contenitori dell’immondizia e la distruzione di giardini e aree esterne progettati da architetti di grido. Gli “invasori” si muovono in mandrie e possono causare incidenti di notte perché sbucano all’improvviso tra le viuzze del quartiere progettato trent’anni fa dal costruttore Eduardo Costantini, dove le case affacciate sui canali artificiali possono costare fino a cinque milioni di dollari, una fortuna per l’Argentina. È stato formato un “comitato per l’equilibro naturale dei caprinchos”, i vicini hanno chiesto all’ente per la protezione della Flora e Fauna locale di mettere in pratica un piano di migrazione forzata degli animali, che sono specie protetta in Argentina, in aree silvestre più a nord, verso la confluenza dei fiumi Uruguay e Paranà, loro habitat naturale.
«Quando erano pochi non davano fastidio a nessuno, ma adesso ci stanno rendendo la vita impossibile». Il problema, fanno notare gli ambientalisti, è che da anni le zone boschive dei grandi fiumi argentini, loro habitat naturale, sono degradate a causa della deforestazione che avanza per lasciare spazio a insediamenti umani o terreni agricoli. Negli ultimi mesi, poi, sono aumentati a causa del riscaldamento climatico gli incendi forestali, che hanno modificato l’intero ecosistema. «Tutti questi processi – spiega Sebastian Di Martino della Ong “Rewilding Argentina” hanno stravolto la “normalità” dell’ecosistema fluviale. Sono scomparsi i grandi predatori che servivano e regolare la proliferazione dei roditori».
I carpinchos stanno scappando dalle fiamme e dalla crescente aridità del terreno per cercare un luogo più tranquillo e dove è possibile per loro trovare cibo, come tra l’immondizia residenziale. Data la loro natura anfibia un posto come Nordelta, che è stato progettato come una città lacustre dove ogni giardino è affacciato su un sistema di canali artificiali, è per loro il paradiso. Siccome in Argentina tutto è politicizzato la questione è diventata subito di interesse nazionale. Di fronte alle lamentele dei residenti si è alzato un coro social di sberleffi e incitamenti ai roditori, eletti a simbolo di una sorte di «spesa proletaria» a danno dei miliardari. Il cantante Pablo Lascano, del gruppo di musica popolare Damas Gratis, ha ricordato che prima di Nordelta la zona era una grande palude popolata da migliaia di carpinchos. «I nostri amici sono venuti a riprendersi quello che era loro, siamo noi umani ad aver invaso il loro territorio. Chi si lamenta dovrebbe lasciargli le chiavi di casa e togliere il disturbo».