la Repubblica, 25 agosto 2021
Pakistan e talebani alleati ma non troppo
Sebbene per 15 anni le autorità della Repubblica islamica abbiano dipinto i talebani come la longa manus del Pakistan, la verità è più complessa. Le relazioni tra Pakistan e talebani non sono sempre idilliche e gli interessi non sempre convergenti. I talebani sembrano voler incrementare la loro autonomia e i pachistani cercano di impedirlo, manipolando le dinamiche interne al gruppo.
La Repubblica islamica è stata in più di un modo l’immagine speculare della Repubblica democratica: come la seconda si affidò al patronato sovietico per uscire dal ruolo tradizionale di “cuscinetto” tra sfere di influenza sovietica ed americana, così la prima si è affidata al patronato americano per ravvivare il sogno nazionalista (Pashtun) di emanciparsi dell’influenza dei vicini.
I talebani non hanno per lo più sentimenti di affetto per il vicino meridionale. Il Mullah Baradar ha ovviamente passato più di otto anni nelle prigioni pachistane, da dove altri suoi colleghi non sono usciti vivi. Non si tratta solo di vecchie storie. Qualche mese fa i talebani hanno cominciato a rivitalizzare la loro relazione col Tehrik Taliban Pakistan (Movimento dei talebani pachistani, TTP), che dal 2007 combatte contro Islamabad. Le autorità pachistane ovviamente hanno in passato insistito con i talebani afghani che tagliassero ogni ponte col TTP, eccetto per quelle fazioni che dichiaravano il cessate il fuoco con Islamabad. I talebani afghani, dipendenti come erano allora dal sostegno pachistano, non potevano che obbedire.
Oggi le cose sono cambiate. I talebani hanno diversificato le loro entrate, sia con una capillare raccolta fiscale, che con l’arrivo di nuovi Paesi donatori, in particolare Iran e Russia e in misura minore Arabia Saudita, Qatar ed altri, a secondo dei periodi. Ormai i talebani sono nella posizione di trattare con i pachistani. Significativo è il fatto che il TTP, che è nel pieno di un’offensiva contro le forze governative pachistane in Wakiristan, si sia anche impegnato a fianco dei talebani nel Sud Est e nell’Est dell’Afghanistan. Non molto tempo fa, riceveva fondi dai servizi afghani per rimanere neutrale nel conflitto afghano e per compiere attacchi oltre confine.
Riannodando la vecchia alleanza col TTP, i talebani hanno mandato un segnale a Islamabad: la vecchia dipendenza si è ora trasformata in un rapporto meno sbilanciato, dove anche gli estremisti hanno le loro carte da giocare. Implicitamente, i talebani dicono ai pachistani che saranno nella posizione di aiutare l’opposizione armata in Pakistan, se Islamabad dovesse volersi imporre al nuovo regime.
Ci si può chiedere perché i pachistani hanno aiutato i talebani a prendere il potere, se già questi ultimi stavano alzando la cresta e cominciavano a collaborare con il TTP. Secondo i talebani stessi, per un periodo di circa un anno tra 2019 e 2020 i pachistani avevano ridotto loro il sostegno al fine di assicurarsi che avrebbero trattato costruttivamente con gli Americani. Poi, in primavera, i pachistani hanno non solo ripristinato il loro sostegno ai livelli di una volta, ma l’hanno anche portato a nuovi record.
Non sono dunque i pachistani preoccupati della possibilità che talebani sfuggano al loro controllo? Importante da considerare è in fatto che le autorità pachistane hanno coordinato l’abbattimento del governo Ghani in Afghanistan con Iran e Russia e sapevano che i cinesi non avrebbero protestato. In questo quadro regionale, i pachistani sanno che i talebani hanno poche alternative e dovranno adeguarsi.
Inoltre, i pachistani possono sempre manovrare le diverse fazioni e componenti dei talebani le une contro le altre, e forse lo stanno già facendo. Tra i talebani, la leadership ‘illuminata’ e relativamente pragmatica è espressione del Sud, non fosse altro perché i leader del Sud hanno avuto più tempo per affinare le proprie capacità. Leadership alternative nel Sud-Est (Haqqani) e nel Nord contestano tuttavia il diritto dei talebani meridionali a controllare in maniera quasi esclusiva il processo di policy- making centrale. In passato, i servizi pachistani si sono già inseriti in queste rivalità, sostenendo a volte gli Haqqani o altri centri di potere dei talebani all’Est (come la Shura di Peshawar) contro i leader meridionali.
Vale la pena di notare a questo riguardo che la cattura di Kabul da parte degli Haqqani il 15 agosto rimane piuttosto inspiegata. I talebani del sud avevano bisogno di alcuni altri giorni per arrivare a Kabul, ma si sono trovati con un manipolo di talebani dell’Est in controllo della capitale prima di poter spostare forze dal Sud. Tra i talebani del Sud molti sospettano che i pachistani abbiano giocato un ruolo in questa “sorpresa”. I talebani dell’Est si sono rafforzati con la conquista di Kabul e questo può aiutare i pachistani a controllare meglio la leadership di origine meridionale. I taleban dell’Est in passato sono stati meno interessati ad asserire la loro autonomia di fronte ai pachistani, preferendo cercare di ottenere l’aiuto di questi ultimi per rafforzarsi di fronte ai propri leader nel Sud.
Gli Haqqani sono in realtà i più vicini al TTP tra tutti i talebani afghani, ma dal punto di vista delle autorità pachistane quello che conta probabilmente è mantenere la capacità di divide et impera sui talebani e più in generale sull’Afghanistan. Dei talebani divisi, imprigionati in una coalizione piuttosto eterogenea di personalità e partiti, offrirebbe al Pakistan immense potenzialità per tenere l’Afghanistan diviso e manipolabile.