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 2021  agosto 24 Martedì calendario

Il guano, garanzia per i buoni del tesoro peruviani

Negli anni tra il 1852 e il 1875 il governo peruviano emette sul mercato dei titoli ottenendo crediti concessi da un sistema finanziario internazionale. Nell’eventualità che Lima non possa rimborsare o anche solo pagare gli interessi, tali crediti sono garantiti dalla fornitura di guano estratto sulle isole Chincha e Lobos. Si tratta della garanzia più “puzzolente” di tutta la storia della finanza!
Il guano, che è la pronuncia sbagliata della parola quechua wanu, è un potente fertilizzante naturale ricco di nitrati e fosfati. In pratica, è il prodotto della sedimentazione di escrementi degli uccelli che nidificano in certe zone dell’America Latina sulla costa del Pacifico, dove le acque calde delle regioni equatoriali del Messico si mescolano a quelle fredde del sud (la corrente di Humboldt). La forte presenza di plancton attira il pesce che a sua volta diventa preda degli uccelli, in particolare dei cormorani, delle sule dai piedi azzurri, dei pellicani e dei piqueros. Questi ultimi, quando cacciano, volano sull’acqua a un’altezza di 10-20 metri; dopo aver scorto la preda, si tuffano riemergendo con il pesce nel becco. 
Le isole Chincha, come le Ballestas e quelle di Lobos (a nord di Lima), si trovano al largo della città di Pisco, a 260 chilometri a sud di Lima, in una regione dove le precipitazioni sono limitate, condizione climatica che favorisce la sedimentazione.
Nel 1839 l’economia del Perù è in condizioni disastrose a causa della guerra d’Indipendenza (1822-1825), dell’insolvenza sul debito e per via della guerra della Confederazione (1836-1839). Per fortuna, a partire dal 1840, il Paese comincia a esportare guano nel mondo intero, soprattutto verso l’Europa che ha bisogno di rilanciare la propria agricoltura e la produzione di cereali. La concessione è stata data all’impresa inglese Gibbs, poi a una compagnia peruviana; nel 1853 i ricavi incassati permettono al Perù di cominciare a rimborsare il suo debito. 
Il boom economico è essenzialmente alimentato dalle royalties che rappresentano circa il 70% del prezzo “franco a bordo” delle esportazioni. Il guano ha un impatto diretto sulla finanza, ma molto minore sull’economia reale: impiega circa 1600 persone (un numero esiguo), che lavorano sulle isole – spesso sono operai cinesi (i famosi coolies) o polinesiani, e qualche montanaro delle Ande. Le condizioni di lavoro sono estenuanti: odori nauseabondi, rischio di cadere e obbligo di residenza in situazioni piuttosto precarie. Il tutto per un salario da miseria.
Molti raccoglitori sono coolies arrivati dalla Cina, di passaggio nel porto di Macao alla ricerca di un lavoro. Vengono trattati come schiavi e i loro “padroni” fanno commercio di questa manodopera a buon mercato.
Nel 1856 le esportazioni di guano raggiungono le 500.000 tonnellate; sono destinate all’Europa e al sud ovest degli Stati Uniti. Il governo di Lima può continuare a contrarre prestiti sui mercati europei offrendo ai creditori i ricavi del guano come garanzia. Questa manna finanziaria permette ai politici peruviani di adottare programmi economici piuttosto azzardati: il 53% delle entrate viene destinato a una burocrazia e a strutture militari ispirate al modello barocco e pletorico degli antichi governatori spagnoli, il 12% è per la previdenza sociale, il 7% per la riduzione delle imposte e il 20% viene investito nelle ferrovie. Il resto si perde nei meandri dell’amministrazione peruviana.
La prima guerra del Pacifico interrompe temporaneamente questo ciclo di crescita. 
I creditori del debito peruviano sono inquieti: rischiano di patire dei ritardi nei pagamenti. La Spagna fa pressione su Lima ricorrendo a una spedizione navale falsamente incaricata di compiere studi scientifici. Il casus belli emerge in mezzo a uno scontro sociale nel corso del quale un colono spagnolo viene assassinato. La Spagna occupa le isole Chincha e impone un blocco ai porti peruviani. Un anno dopo, il 24 settembre 1865, il Cile dichiara guerra alla Spagna in seguito a un incidente diplomatico. Verso la fine dello stesso anno, il Cile e il Perù sono alleati contro la vecchia potenza coloniale: alcune scaramucce, qualche cannonata, un paio di navi colate a picco; infine, la partenza della squadra navale spagnola mette fine a questa guerra da operetta. 
Nel 1871 viene firmato un trattato di pace e le isole Chincha sono restituite alla madre patria. Il boom della costruzione di ferrovie, intanto, ha attirato numerosi imprenditori, tra i quali il costruttore Henry Meiggs, soprannominato “Don Enrique”. Con l’aiuto di diverse grandi banche europee, tra le quali la banca Schroeder di Francoforte, “Don Enrique” contribuisce al caos economico portando il Perù a contrarre debiti sulla piazza di Londra tra il 1870 e il 1871.
Schroeder appoggia il finanziere Auguste Dreyfus che, il 5 luglio 1869, ottiene il monopolio della distribuzione in Europa di due milioni di tonnellate di guano, per un controvalore di 625 milioni di franchi, di cui 125 milioni versati al governo peruviano. Sostenuto dalla francese Thomas, Lachambre & Compagnie, una società che condivide numerosi interessi con la banca parigina del barone Émile d’Erlanger, Dreyfus strappa così il “contratto del secolo”. Associato alla Société Générale e al mercante internazionale Leiden, Premsel & Compagnie, di base a Parigi, Dreyfus si impegna a garantire ai creditori il pagamento del debito peruviano. A partire dal 1876 Lima negozia segretamente un altro accordo con il finanziere della City Sir Raphael, per l’esportazione di guano tramite la sua compagnia, la Peruvian Guano Company.
Dreyfus decide di contrattaccare: dal 1° gennaio 1876 sospende i pagamenti e il Perù diventa inadempiente nei confronti dei creditori. Ciò provoca una valanga di processi. Nel 1878 il sistema bancario peruviano attraversa una grave crisi che allontana i capitali stranieri e porta alla rivolta. La guerra del Pacifico (1879-1884) vede il conflitto tra il Perù (alleato alla Bolivia) e il Cile terminare con la vittoria di quest’ultimo. 
La Bolivia perde il suo accesso al mare, rimanendo rinchiusa tra le Ande, e il Perù è costretto a rinunciare alla regione di Tarapacá. Dreyfus perde l’appoggio della Société Générale e di Leiden & Premsel e deve cedere i suoi diritti al Crédit Industriel et Commercial.