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 2021  agosto 22 Domenica calendario

In morte di Nicoletta Orsomando

Antonio Dipollina, la Repubblica
Nicoletta Orsomando aveva 92 anni e se n’è andata ieri, a Roma, dopo una breve malattia. Era, per comune sentire, la più amata delle Signorine Buonasera. Una classifica vera, chissà, ed è anche superflua. Ma l’immedesimazione con il ruolo c’era tutta, pur essendo stata anche attrice, conduttrice di programmi veri ( L’amico degli animali, e altri) e anche presentatrice di un Sanremo nel 1957, con Nunzio Filogamo a scandire nomi dei cantanti e titoli delle canzoni, che ai tempi non usava diversamente. C’era Piero Badaloni in conduzione al Tg1 la sera del 1993 quando, dopo 40 anni esatti, la Orsomando andò in pensione: ne venne fuori un siparietto oggi visibile su RaiPlay, delizioso, malinconico il giusto, negli ultimi cinque minuti di quel Tg con lei, Nicoletta (Nicolina all’anagrafe, nata a Casapulla in provincia di Caserta) a mimare un ultimo annuncio, dando la linea allo sport (!) del Tg. Per un raffronto, quarant’anni prima l’annuncio del debutto assoluto era stato per un programma per ragazzi dedicato all’Enciclopedia Britannica.Era ovviamente finita l’epoca, in quel ’93, nella quale essere una Signorina Buonasera andava oltre qualunque incasellamento per il pubblico: erano anzi figure mitiche, quasi, soprattutto i primi tempi – e lei in Rai c’era stata davvero dall’inizio, 1953, un anno prima della partenza ufficiale dei programmi. Il fatto che avesse ottima presenza, dizione perfetta e voglia evidente di fare anche altro, condurre etc. diventava assai secondario rispetto a quello che sera dopo sera diventava l’apparizione magica dell’annunciatrice che ti invitava ai programmi della serata. Come ha detto ieri un commosso Pippo Baudo, la Orsomando era una Vestale della televisione, in una dimensione altra che ovviamente, nel pubblico ancora poco avvezzo dei primi anni della tv, ispirava appunto una sensazione quasi irreale – e Baudo ha avuto un notevole spunto ricordando come le Signorine in questione agissero del tutto in solitaria, c’era la telecamera accesa, fissa, non serviva alcun cameraman e infatti non c’era alcun cameraman. C’erano la Orsomando, c’erano le altre, ognuna da sola a guardare la lucina e davanti c’erano venti milioni di italiani, o molti di più nelle grandi occasioni.
Nicoletta-Nicolina, andando in pensione in quella sera del ’93, disse ad altrettanti spettatori che quello non era un addio, ma un arrivederci. Cosa intendesse o sperasse davvero, chissà: ma è certo che negli anni della tv più recente è stata una presenza partecipe, ironica e auto-ironica. Comparve perfino a farsi dileggiare nella prima puntata del Televacca di Benigni. E in tempi più recenti il Fiorello di quei dopo- tg strepitosi la imitava e poi la invitava e lei, Nicoletta, correva a far vivere il ricordo parodistico di sé stessa e a scherzarci sopra ancora.
Impossibile spiegarlo davvero a chi non c’era: le descrizioni suonano un po’ come i burocratici, per forza di cose, attestati di cordoglio dei nuovi vertici Rai, appena arrivati in loco e costretti a legittime frasi di circostanza, dove volano i termini più naturali: garbo, eleganza, educazione e il naturale aspetto familiare e rassicurante per tutti. E via elencando, in un crescendo nel quale è protagonista non di maniera la ragazza assolutamente a modo ma per niente banale, che in quel lontanissimo 1953 andò al provino Rai ed era incerta sul lasciare la sua occupazione di assistente sociale. Che fu poi la prima donna a lavorare nella redazione del Telegiornale (nel 1968) ma non era ufficialmente giornalista e qui vola la leggenda secondo cui non aveva abbastanza santi nel paradiso del servizio pubblico.
Ma appunto, la trasfigurazione del ruolo di Signorina Buonasera, peraltro la più famosa, si direbbe iconica ma sorvoliamo, era decisamente superiore. Che il ruolo in questione sia venuto a decadere fa parte della storia del mezzo televisivo, prima magico poi sempre meno e infine elettrodomestico diluito. Questa è una storia solo per chi c’era e ricorda, insomma: ieri sera un tutto-Nicoletta su Rai 1 in apertura di Techetechetè, il programma in questi giorni fa ascolti pazzeschi e la nostalgia va ovunque. E i personaggi di quella leggendaria tv se ne vanno, è passata una vita, era tanto tempo fa.

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Michela Tamburrino, La Stampa
Il primo annuncio di Nicoletta, nata Nicolina Orsomando, mise in allerta tutta la famiglia che corse in un negozio di elettrodomestici per vedere la figlia in tv. Era il 22 ottobre del 1953 e lei che aveva seguito un corso di dizione, non denunciò alcuna emozione nel dire «Signore e signori, buonasera», inaugurando con quelle parole l’era lunga e fortunata delle Signorine Buonasera. E’ morta ieri a 92 anni nel sonno dopo una breve malattia, la più longeva delle annunciatrici televisive italiane, forte di quarant’anni di carriera spesi sorridendo agli italiani telespettatori. Da quel primo annuncio del 1953 quando introdusse un documentario per ragazzi della National Geographic e inaugurò le trasmissioni da Roma, Orsomando non si è mai fermata, continuando a condurre programmi e partecipando come ospite ben dopo la pensione ufficiale arrivata nel 1993.
Era nata a Casapulla in provincia di Caserta l’11 gennaio del 1929. A sostenere le sue ambizioni ci pensa il padre Giovanni , clarinetto solista nella banda di fanteria. Nicolina fa teatro, radio e grazie alla sua preparazione supera agilmente il concorso ed entra in Rai. Gli annunci restano per sempre il suo punto più alto di riconoscibilità e affezione del pubblico. Ma le sue aspirazioni sono altre. Diventata oramai Nicoletta, è presto pronta per La tv dei ragazzi, l’indimenticata trasmissione de L’amico degli animali con Angelo Lombardi e persino un Festival di Sanremo con Nunzio Filogamo nel 1957. Di questa esperienza la Orsomando ha raccontato: «Avevano chiamato a presentare il Festival due giovani attrici ma si accorsero che fare cinema non era sufficiente per quel ruolo e dunque chiesero me che avevo già avuto esperienze di manifestazioni canore». Nel 1966 era stata chiamata per condurre Un disco per l’estate, mentre nel 1965 aveva inaugurato insieme con Jader Jacobelli La giornata parlamentare (poi divenuta Oggi al Parlamento).
Nel 1976 le veniva affidata una rubrica nella trasmissione Cani, gatti & C. e Piante, fiori. Ma c’è anche la Orsomando che negli anni Sessanta affianca Piero Angela al telegiornale, come ricorda Rai Cultura che per renderle omaggio cambia la programmazione e manda in onda degli speciali dedicati all’antesignana delle signorine buonasera. La sua aria perbene e il volto sorridente, l’uso vezzoso degli occhiali che diventerà un tormentone per le ironiche prese in giro di Fiorello, non poteva sfuggire al cinema che la volle soprattutto nei panni di se stessa come avvenne in Totò lascia o raddoppia?, in Piccola posta con Alberto Sordi e Franca Valeri e Parenti serpenti di Mario Monicelli. È stata ospite di Domenica in e nella stagione 2011-2012 ha partecipato come giurata a La prova del cuoco condotto da Antonella Clerici, affiancata nello stesso ruolo da altre due storiche ex annunciatrici Rai: Mariolina Cannuli e Rosanna Vaudetti. Le stesse che l’anno voluta festeggiare a gennaio scorso per il suo compleanno, festa con torta, candeline e tante amiche annunciatrici. Quando qualcuno le chiedeva se non fosse stanca di sorridere sempre, lei rispondeva: «Mi chiamavano Signorina Buonasera e il mio compito era quello di trasmettere serenità. Qualcuno mi diceva anche, "Troppi sorrisi". Però piansi in video quando morì Anna Magnani».
Abitava a Trastevere non lontana da figli e nipoti. Era stata sposata con il giornalista Roberto Rollino da cui aveva avuto l’unica figlia, Federica. Tante le reazioni di cordoglio, tra i primi i vertici Rai, il presidente Marinella Soldi e l’amministratore delegato Carlo Fuortes: «Con Nicoletta Orsomando scompare quello che è stato per moltissimi italiani il volto stesso della Rai. A lei va la nostra profonda gratitudine per aver accolto per quarant’anni, giorno dopo giorno, con garbo ed eleganza i telespettatori facendoli sentire parte di una comunità. Un esempio al quale guardare, nello spirito di una Rai che non dimentica le proprie radici, la propria missione e tutti coloro che come Nicoletta Orsomando ne hanno fatto la storia». Per Bruno Vespa, Orsomando era «un’ambasciatrice della Rai colta e raffinata e un esempio per tutti noi sul modo di avvicinare il pubblico. Ha portato una ventata di signorilità in un Paese ancora contadino».