Corriere della Sera, 22 agosto 2021
85 volte Kessler
Chi è nata prima?
Ellen: «Alice: è più anziana di me di 45 minuti».
Alice: «Io pesavo due chili e duecento, Ellen un chilo e 800. Ancora oggi peso di più: io 61 chili, lei 60,4».
Il pregio e il difetto di sua sorella?
Ellen: «Il difetto è che è un po’ negativa, pensa troppo alle cose, è sempre incerta. Il pregio è che è molto precisa a tenere tutte le carte in ordine: è una buona segretaria».
Alice: «Il suo difetto è anche il pregio: decide troppo rapidamente e a volte dice di sì senza pensare. Ma se non fosse per questo suo lato, tante cose non le avrei fatte».
Alice ed Ellen Kessler hanno compiuto 85 anni il 20 agosto. Cena in un ristorante italiano a base di pesce e champagne con due amiche a Monaco di Baviera, la città in cui vivono sotto lo stesso tetto, ma in due appartamenti separati. In comune hanno lo scantinato, dove si allenano a giorni alterni «per permettere a entrambe di eseguire gli esercizi all’unica spalliera senza perdere il ritmo».
Cosa vi siete regalate?
Alice: «La cena».
Ellen: «La verità è che non ci regaliamo più niente, non abbiamo bisogno di nulla. Ma abbiamo ricevuto moltissimi bouquet di fiori, dagli amici, dalla banca, da quelli che sono interessati a che restiamo in vita!».
Com’è la vostra giornata tipo?
Ellen: «La mattina facciamo una piccola colazione separata. A pranzo mangiamo insieme: cucina un giorno una e un giorno l’altra, se non andiamo al ristorante. La sera ognuna sta per conto suo».
Alice: «Amo la pasta con le zucchine, Ellen gli spaghetti con le vongole. Prepariamo tanta pasta così mangiamo meno carne».
Il ricordo più vivido?
Ellen: «Il primo ingaggio al Lido di Parigi con le Bluebell Girls. Venivamo dalla Germania dell’Est, dopo aver vissuto 18 mesi a Düsseldorf. Per noi era una cosa fantastica: quei costumi, il pattinaggio su ghiaccio, non avevamo mai visto una cosa così. Era come andare sulla Luna!».
Alice: «In Italia il ricordo professionale più bello è stato quando Garinei e Giovannini ci chiesero di fare Viola, violino e viola d’amore. Nessuno credeva che potessimo stare su un palcoscenico, la televisione ci aveva relegate a fare le stesse sigle un po’ superficiali. Invece la prima fu uno stra-successo. Una sera andammo a mangiare al ristorante e vi trovammo Anna Magnani: lei si alzò in piedi e ci applaudì. “Voi siete meravigliose!”».
Il vostro luogo del cuore in Italia?
Ellen: «Positano, dove trascorrevamo il mese di agosto a casa di Zeffirelli. Lì si incontravano persone interessanti, da Carla Fracci a Gregory Peck».
Alice: «Ormai in Italia in vacanza non veniamo più, troppi telefonini, non potremmo stare in spiaggia senza che qualcuno si avvicini per una foto. Andiamo in Florida, dove nessuno ci riconosce».
Un amore indimenticabile?
Ellen: «Umberto Orsini senz’altro, sono stata con lui per vent’anni. Quando ci lasciammo, stetti male per quattro mesi. Poi la vita riprende, avevo il mio successo, mi sono rassegnata. Da allora, però, basta con gli uomini. Ora abbiamo solo tanti amici gay, che sono dei fantastici cavalieri!».
Alice: «Marcel Amont ed Enrico Maria Salerno. Ma il legame più interessante è stato quello con Salerno perché era un signore un po’ imprevedibile, non sapevi mai cosa sarebbe successo il giorno dopo».
Avete fatto incontri incredibili. Chi vi ha colpito di più?
Alice: «Harry Belafonte: uomo meraviglioso, cantante bravissimo e si è dato da fare per gli afroamericani».
Ellen: «Frank Sinatra: abbiamo lavorato insieme due volte. Stupendo: cantava, recitava, con noi era sempre gentile e ci trattava come due ladies».
Avete detto a «Oggi» che lascerete l’eredità a Medici senza Frontiere.
Ellen: «Non abbiamo più parenti e se li abbiamo non li conosciamo. Abbiamo scelto loro perché rischiano la vita per gli altri, hanno preso il Nobel per la Pace e sono seri».
Ed è vero, come ha riportato la «Bild», che desiderate riposare nella stessa urna?
Alice: «Sì, con nostra madre e il nostro barboncino Yellow».