Corriere della Sera, 22 agosto 2021
Le guerre elettorali dell’America
Secondo un osservatore della politica internazionale, la guerra contro i talebani in Afghanistan sarebbe una versione moderna di quella combattuta nel Vietnam fra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. Il confronto sarebbe confortato dalle recenti immagini televisive della fuga di uomini e donne da Kabul, molto simili a quelle che ritraevano persone in fuga da Saigon nell’aprile del 1975. Ma esistono anche molte differenze. La guerra contro i Vietcong fu anzitutto un conflitto tra il Nord e il Sud di una grande colonia asiatica a cui la Francia, dopo la Seconda guerra mondiale, aveva dato l’indipendenza. Da quella divisione erano nati due Stati, di cui il meridionale poteva contare sul riconoscimento della Francia e di altre democrazie occidentali, mentre il settentrionale aveva il sostegno dell’Unione Sovietica. Il conflitto divenne un prolungamento asiatico della Guerra fredda e gli Stati Uniti temettero che il comunismo vietnamita avrebbe contagiato tutti gli altri piccoli Stati dell’Asia sud-orientale, aumentando l’area d’influenza dell’Urss e della Cina. Il loro impegno umano e finanziario nella guerra, dal 1965 al 1972, fu considerevole: 500 mila soldati richiamati alle armi e 58 mila morti, con inevitabili ripercussioni sul fronte interno, e parecchi miliardi di dollari sottratti al bilancio nazionale. In Vietnam i Vietcong erano comunisti e avevano quindi una ideologia rivoluzionaria, ma erano spesso comandati da ufficiali che erano stati educati nei licei francesi e combattevano anche per la loro indipendenza. Avevano quindi ideali e speranze che potevano essere compresi e condivisi anche da molti europei. I talebani invece sono un movimento religioso e i loro soldati assomigliano a una massa di crociati piuttosto che a una classica formazione militare. Musulmani, praticano una grande fede storica con cui abbiamo avuto relazioni difficili e spesso ostili. La guerra del Vietnam fu uno scontro fra due concetti politici della modernità. Gli americani credevano in una comunità internazionale liberal -democratica e capitalista, mentre i Vietcong credevano in una società comunista. Le due ideologie sono alquanto diverse ma nacquero entrambe in Occidente e sono egualmente capaci di piegarsi se necessario a qualche adattamento. Quella che si sta combattendo in questi giorni, invece, è una guerra in cui le differenze religiose aumentano le incompatibilità. Gli americani hanno dimostrato che uno Stato democratico non smette di essere tale anche durante un conflitto. La loro politica militare è stata spesso quella del calendario elettorale del presidente che sedeva alla Casa Bianca e che in quel particolare momento aveva bisogno di una vittoria, vera o apparente. I talebani non hanno preoccupazioni democratiche. Combattere i Vietcong era molto più facile di quanto saranno le relazioni con l’islamismo radicale dei talebani.