Corriere della Sera, 22 agosto 2021
I «pareri» e la sharia: cosa cambia per le donne
«Le fatwe sono pareri che gli esperti di diritto islamico danno affinché la sharia sia conforme alle leggi giuridiche». Paolo Branca, docente di Islamistica all’Università Cattolica di Milano non è stupito da quanto sta accadendo a Herat, dove i mullah locali hanno sancito l’obbligo di dividere le classi femminili da quelle maschili. «La segregazione scolastica è già in vigore in moltissimi Paesi a maggioranza musulmana. Ma non è propria solo dell’Islam, si pensi anche a quanto accadeva da noi prima degli anni 60».
1 I talebani vietarono l’istruzione femminile dalla pubertà in poi nel 1996. Lo faranno ancora?
«Cerco di restare ottimista e mi auguro che si limitino a dividere la classi. Ma è evidente come molte scuole non potranno garantire corsi e classi divise, data la scarsità di mezzi e di aule, ed è chiaro che la segregazione cambierà la vita dei giovani. Spero non arriveremo alla chiusura totale ma che quantomeno si permetta l’istruzione infantile».
2 Quando si parla di sharia inevitabilmente il pensiero corre ai diritti delle donne. Perché?
«Le fonti della legge islamica fotografano lo status della Penisola araba di 1.400 anni fa, quando erano date per scontate differenze come quella tra schiavo e libero, musulmano e non musulmano. Ma anche quella tra uomo e donna. Gli uomini, secondo il Corano, occupano una posizione superiore alle donne perché sono tenuti al loro mantenimento e protezione. Ma anche in questo caso il Corano fotografa una situazione del passato e non a caso i movimenti femministi musulmani tendono a rivedere la formula sottolineandone l’obbligo di protezione e rispetto a discapito della superiorità. In questa zona grigia va ad inserirsi la propaganda, l’ideologia e l’autolegittimazione a base islamica di vari regimi.
3 Dunque non dobbiamo preoccuparci per le donne afghane?
«Non sto dicendo questo. Però se noi vediamo una minaccia nell’Islam, in tutte le religioni l’evoluzione più lenta riguarda lo status delle donne. Ma se ci sarà una riforma e un cambiamento nell’Islam, questa maturerà qui in Europa e in Occidente. E saranno le donne parte della diaspora che, avendo l’opportunità di studiare e lavorare, una volta tornate nel loro Paese riusciranno a cambiare la società».