Il Messaggero, 21 agosto 2021
In morte di Michele Muzii
Un verogentiluomo: così lo definivano tutti, un signore d’altri tempi ma di una modernità e di una vivacità intellettuale che non è facile incontrare. Se ne è andato a 84 anni Michele Muzii, una vita nel mondo della pubblicità e del marketing italiano. Nel 1988 ha fondato Piemme, la concessionaria di pubblicità de Il Messaggero, assumendo da subito la carica di amministratore delegato, ruolo che ha ricoperto fino al 2006 per poi diventare vice presidente onorario fino al 2016.
Nato a Pescara nel 1938, è stato a capo della raccolta pubblicitaria durante il lancio di Retequattro all’inizio degli anni Ottanta, contribuendo all’affermazione sul mercato delle reti commerciali del gruppo Mediaset. Ha ricoperto incarichi dirigenziali in Mondadori e, successivamente, in Publitalia dove ha lavorato a stretto contatto con Silvio Berlusconi con funzioni apicali. Uomo di grande esperienza e con notevole carisma, racconta chi gli è stato accanto nella sua lunga carriera, Muzii riusciva a trasmettere uno spiccato senso di appartenenza a tutti i suoi collaboratori, stimolandone l’aspetto competitivo e mantenendo il gruppo sempre coeso. Era la ricetta giusta per un mercato che si andava facendo più difficile e che già manifestava i primi cenni della crisi che nel 2008 cambiò, e non in meglio, le opportunità da cogliere sul fronte della pubblicità.
Una volta lasciata la carica di amministratore delegato, Muzii è rimasto comunque sempre vicino a Piemme rivestendo un ruolo di guru (così lo definivano molti) che gli ha consentito di fornire consigli preziosi e spunti puntuali «tipici del navigatore che ha conosciuto molti mari», ricorda chi ha lavorato con lui.
Il 7 luglio 2009 l’assemblea della Federazione concessionarie di pubblicità ha rieletto per acclamazione Muzii alla presidenza: gli associati gli hanno affidato l’incarico biennale di proseguire nella tutela degli interessi della Fcp ringraziando il presidente per «l’impegno con il quale ha condotto la Federazione».
La carriera nella pubblicità non era l’unico ambito nel quale concentrava le sue energie. Muzii era infatti un grande appassionato di vecchie biciclette e grazie alla sua dedizione l’Automotoclub storico italiano ha acquisito una collezione di alto livello di veicoli, 36 micromotori costruiti tra gli anni ’40 e ’50 del secolo scorso. Rappresentano il frutto di venticinque anni di ricerca appassionata, salvando esemplari di grande pregio progettati e prodotti in tutta Europa.