Corriere della Sera, 21 agosto 2021
Beatrice Borromeo torna a lavorare, dice
«Confesso che naturalmente mi viene da indossare orecchini, ma Buccellati mi ha conquistata con i bracciali, bellissimi come quelli della nuova collezione Il Giardino, poetica come certi quadri di Monet», dice Beatrice Borromeo, nuova musa della maison con una lunga storia intrecciata a quella d’Italia. «E dopo i mesi della pandemia, c’è desiderio di bellezza, anche di leggerezza e di riscoprire il piacere di indossare gioielli fatti con tanta maestria, con una lunga storia poi». Già, e i bracciali rigidi sono forse i gioielli che più identificano la casa orafa fondata nel 1919 da Mario Buccellati. D’Annunzio fu il primo a innamorarsene, ma poi re e dive del cinema sono rimasti conquistati da questi gioielli. Bracciali che Gianmaria Buccellati insisteva «ne faccio cinque l’anno, non si discute», quando in America il bel mondo impazziva per i suoi gioielli che fasciavano il polso.
Quanto è importante la storia per lei, famiglia di aristocrazia italiana, sposata a Pierre, figlio di una principessa e di Stefano Casiraghi?
«Mia suocera (Caroline di Monaco, ndr) una volta ha detto che le tradizioni sono la trasmissione del fuoco, e non la celebrazione della cenere. Trovo molto bella l’idea di custodire le radici, l’identità storica. Il che non significa che bisogna accogliere il passato in modo acritico e senza lottare per superare discriminazioni e ineguaglianze, cosa per me ancora oggi fondamentale».
Dopo il sì con Pierre, si sente più italiana o monegasca?
«Mi sono sempre sentita profondamente italiana, certo ora quando guardo il passaporto monegasco dei miei due figli (Stefano, 3 anni e Francesco, 2) un po’ mi sento parte di due Paesi. E poi Monaco, parlando di tradizioni, è davvero profondamente legata ai Grimaldi. Ed è una comunità molto diversa dall’immagine glamour, è fatta di famiglie spesso con una storia plurisecolare proprio come la famiglia di mio marito, legatissime alla propria comunità. Gente diretta, dal carattere forte, molto affezionata al suo principe».
Ha scelto di vivere con Pierre, che ha sposato sei anni fa, a Monaco.
«Sì, abitiamo qui dove ho avviato l’attività della mia nuova società di produzione di documentari: Astrea Films che sarà presto su Amazon Prime con una serie tv e anche il progetto di uno show tv... A settembre girerò una docu-serie ma starò via solo tre settimane per le riprese, il resto del lavoro lo farò da casa. Poi sono fortunata che Pierre mi aiuta molto con i bambini».
A parte quando veleggia per i mari.
«Ma è capitato solo una volta quando ha fatto la traversata fino a New York (scortando Greta Thunberg). E poi per la verità questo è il primo anno che riesco a lavorare con i bambini, il prossimo anche il più piccolo inizierà la scuola, la Petite école».
Perché Astrea?
«Era una divinità della giustizia e ci sarà sempre un po’ la ricerca della giustizia nei lavori della società di produzione».
Un progetto solo suo o condiviso con Pierre, i Grimaldi?
«Il progetto è mio, lui e il fratello Andrea hanno però una mini quota nella società».
C’è un’altra coppia royal che si sta cimentando con le produzioni tv, da Netflix a Spotify: Harry e Meghan.
«Ma loro sono una piattaforma vivente! Io devo invece avere idee e progetti convincenti per le piattaforme in streaming».
Ex modella, poi giornalista, adesso produttrice cinematografica oltreché musa di Buccellati.
«Buccellati e anche Dior: due maison che mi rappresentano bene. In più questo mi assicura l’autonomia anche economica per lavorare al nuovo progetto di produzione».
Per Buccellati è stata fotografata anche con Lucrezia, la figlia di Andrea Buccellati. Siete quasi coetanee.
«E abbiamo due bambini piccoli, dunque abbiamo parlato molto di loro sul set, e poi di Lucrezia come di Maria Cristina Buccellati (figlia di Gianmaria Buccellati) mi piace il fatto che pur essendo parte della famiglia che si identifica con la storia della maison, non si occupano l’una di creatività l’altra di marketing per quello. Ma perché hanno vero talento».