Corriere della Sera, 21 agosto 2021
Daniel Craig lascerà poco o niente ai figli
Figlio di un saldatore e di un’insegnante, da ragazzo Daniel Craig era un bravo studente e un ottimo rugbista: innamorato della recitazione, da Liverpool si trasferì a Londra dove si pagò gli studi facendo il cameriere e guadagnandosi il diploma del National Youth Theatre, straordinaria fabbrica di attori dalla quale sono usciti Daniel Day-Lewis, Colin Firth, Helen Mirren e tanti altri.
Dopo l’inevitabile gavetta, oggi a 53 anni e mezzo Craig è uno degli attori più pagati del mondo: grazie a 007, certo, ma basterebbe il contratto per la serie di film gialli Knives Out prodotta da Netflix che gli ha reso 100 milioni di dollari. Ha una figlia piccola, di soli tre anni, dall’attuale moglie Rachel Weisz, e una figlia più grande (ventinovenne) dalla prima moglie Fiona Loudon, attrice scozzese.
Craig ha appena confermato lo spirito da self-made man assicurando in un’intervista con il Daily Telegraph che non lascerà agli eredi il suo notevole patrimonio. La sua ispirazione? Craig pensa in grande: guarda all’esempio dell’americano d’origine scozzese Andrew Carnegie (1835-1919), uno degli uomini più ricchi della Storia, re dell’acciaio e filantropo, che lasciò un’eredità enorme in beneficenza (oltre 2.500 biblioteche pubbliche americane sono state costruite e finanziate dal suo lascito). E Craig ha detto: «Non c’è un vecchio proverbio secondo il quale se muori da ricco hai fallito nella vita? Carnegie lasciò in beneficenza una cifra che calcolando l’inflazione oggi sarebbe di circa 11 miliardi di dollari… Non voglio consegnare grandi somme, penso che lasciare un’eredità sia una cosa piuttosto sgradevole. La mia filosofia è: sbarazzarsene o regalarla prima di andarmene».
L’ispirazione
L’attore si rifà a Carnegie, miliardario re dell’acciaio che lasciò tutto in beneficenza
Craig si unisce così a un club ottimamente frequentato. Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, e la moglie Priscilla, lasceranno il 99% delle azioni di Facebook alla loro fondazione benefica. Bill Gates, prima del complicato divorzio dalla moglie Melinda, spiegava le motivazioni dietro la sua scelta di lasciare ai figli soltanto dieci milioni di dollari a testa, destinando i suoi miliardi alla fondazione (ora, con il divorzio, anche questa decisione verrà vagliata dagli avvocati della non ancora ex moglie). Secondo Gates ereditare miliardi impedirebbe di trovare una propria strada nella vita, e con Warren Buffett, altro miliardario (che peraltro lascerà agli eredi 2 miliardi su 77, non esattamente una mancia), Gates ha lanciato il Giving Pledge, patto d’onore che punta a convincere i super-ricchi a lasciare tutto o quasi in beneficenza.
C’è infine il caso di Chuck Feeney, visionario fondatore nel 1960 del Duty Free Shoppers Group: già in vita si sta liberando a gran velocità dei suoi miliardi e ai figli lascerà 0 dollari. Zero. Con ammirevole eleganza (e spirito sportivo) la figlia spiegò al New York Times qualche anno fa che «è scelta eccentrica ma sensata: nessuno mi tratterà mai in modo diverso per i miei soldi. La sincerità è un regalo».