«Nell’autunno del 2019, io, Virginia Raggi e l’economista Jeremy Rifkin siamo andati a cena in un ristorante a Roma. Ero un po’ deluso dei contenuti verdi della giunta grillina. “Roma è la capitale d’Italia, deve diventare più smart e ecologica!” le abbiamo spiegato”.
E la sindaca?
«Virginia voleva investire nell’innovazione ecologica. Siamo usciti da lì convinti della necessità di un green new deal. Ci ha messo un po’ di tempo, ma ora finalmente ha varato il Paesc, il piano di azione per l’energia sostenibile e il clima».
I romani sono furibondi per i cumuli d’immondizia.
«Anch’io mi lamento. Ma la responsabilità sui rifiuti va condivisa con la Regione Lazio.
Sono sicuro che nel secondo mandato farà meglio».
Gli scooteristi maledicono le buche.
«È vero. Ma finalmente ci sono i lavori! Voglio fare i complimenti a Virginia per averli affidati con appalti trasparenti, invece che a trattativa privata, come avveniva in passato».
Non è troppo ottimista?
«No, anch’ io voglio di più. Infatti ci vorrebbe un’app con cui ogni cittadino può controllare lo stato dei lavori in città. E magari anche verificare come sono stati spesi i soldi».
Un’app che controlla lo stato dei lavori delle buche?
«L’ho proposta a Virginia. E mi ha detto che la inserirà nel programma elettorale».
Lei è diventato grillino?
«Alle ultime elezioni ho votato M5S alla Camera e Loredana De Petris di Leu al Senato. A Milano sosterrò Sala, a Napoli Manfredi».
Cosa le piace della Raggi?
«Ha dimostrato grande tenacia, nonostante attacchi superiori alla norma, insulti sessisti e boicottaggi incredibili dalla sua stessa maggioranza».
Che tipo è umanamente?
«Molto gentile. È una che studia. Conosce tutti i dossier. Come Giuseppe Conte».
Che voto merita?
«Nove per l’onestà e la capacità di contrastare i vari Casamonica, sette per la gestione e la scelta dei collaboratori».
Chi sono gli altri candidati della vostra lista?
«C’è Alessandro Bianchi, un urbanista di sinistra, ex ministro dei trasporti nel secondo governo Prodi. Ha battezzato Ecodigital la rivoluzione che abbiamo in mente».
E poi?
«Poi c’è Lapo Sermonti, un ragazzo geniale. Ha scritto con Alessandro Di Battista la proposta del servizio civile ambientale».
E quindi questa è la lista di Dibba?
«Di Battista sosterrà Virginia. Ma non solo lui, anche Conte, Di Maio e i parlamentari».
I sondaggi non sembrano incoraggianti.
«Non è vero. Il sondaggista Noto la stima nella stessa forchetta di Gualtieri: può andare al ballottaggio».
Perché non sostiene Gualtieri?
«È una brava persona, ma non si è
mai occupato di ecologia».
Davvero pensa che Virginia Raggi possa fare il bis?
«Può vincere. E una delle poche donne candidate in questa tornata.
Andrebbe premiata. E poi si è occupata delle periferie. Io abito in centro storico, ma mi dicono che nelle periferie le danno una chance…».
La sua reputazione non è scaduta in questi cinque anni?
«Ha ricevuto attacchi esagerati. È stata accusata di tutto, persino di proporre di usare le pecore per pulire i prati...».
Embé.
«Non è una proposta strampalata, lo fanno in tanti in Europa. Lo si è fatto anche in Italia, alla reggia di Caserta. Roma ha grandi parchi, enormi polmoni verdi, pertanto la giudico una proposta positiva.
Invece è stata ridicolizzata. La Raggi è l’unica che ha fatto un appalto sul verde pubblico negli ultimi vent’anni: cento milioni!».
Lei cosa fa adesso?
«Il docente di turismo sostenibile all’Università Bicocca a Milano, a Tor Vergata a Roma, alla Federico II a Napoli . Sono un italiano vero».
Fa questa lista perché spera di rientrare come assessore?
«No, l’ho già fatto nell’1985, a Salerno, la mia città, quando fondai i Verdi».
Quindi al momento guru ecologico della Raggi?
«Sostenitore, è più preciso».