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 2021  agosto 20 Venerdì calendario

Intervista a Paola Cortellesi

«Coccia di Morto? Da piccola ci passavo davanti con gli autobus di linea di quella che allora si chiamava Acotral per andare al mare con le amiche a Maccarese. Mi ha sempre divertito il nome, con quella ferocia che trovi solo nella toponomastica di Roma e dintorni, nomi violenti di posti normali come Torrespaccata. Un luogo popolare, non frequentato dai vip, la contrapposizione con Capalbio è venuta facile». In linea d’aria sono un centinaio di chilometri: ma i luoghi simbolo della commedia Come un gatto in tangenziale e del sequel, Ritorno a Coccia di Morto, sempre diretto da Riccardo Milani, in uscita nelle sale dal 26 agosto, sono distanti anni luce. Due mondi agli antipodi. La periferia e il centro, riflessi nei luoghi delle vacanze. Caotiche e variopinte, quelle di Monica (Paola Cortellesi) l’onorevole Angelina del neoproletariato di Bastogi, ton sur ton e riflessive quelle di Giovanni (Antonio Albanese), milanese illuminato inurbato nel cuore di Roma. «Sono icone estremizzate di ceti sociali opposti, italiani che non si capiscono, due universi in conflitto che si giudicano senza mai parlarsi. Tutto è giocato sul “si dice”. Che quelli Capalbio siano intellettuali radical chic che pontificano su tanti argomenti perché hanno conoscenza ma che Monica, disillusa, liquida con “tanto è tutto un magna magna”. Degli altri si dice sono borgatari, delle persone rozze relegati in posti per cui, a differenza di Giovanni che ci crede davvero, si teorizzano progetti edificanti e inconcludenti». 
Le vacanze degli italiani viste dal nostro cinema, da Monicelli, Risi fino a «Ferie d’agosto» di Virzì, hanno regalato fantastici ritratti dei nostri connazionali. 
«Nella grande commedia all’italiana l’argomento, anche quando la prende alla leggera, è sempre molto serio. Il nostro intento è quello. La vacanza è uno dei registri umoristici che usiamo, il contrasto è evidente. Vorremmo sottolineare il desiderio che le persone, per quanto distanti, si ascoltino, in contrapposizione all’odio sociale rafforzato dal momento che stiamo vivendo. Bisogna uscire dall’isolamento». 
Una nuova estate di pandemia. Come è per lei? 
«Strana come per tutti. Una stagione di tante prime volte, di prove tecniche di ripartenza. Mai fatto prima la promozione di un film in questo periodo, tradizionalmente occupato dai blockbuster Usa. A Ferragosto abbiamo fatto queste anteprime che sono andate bene. Io e Riccardo lo abbiamo presentato nel piccolo cinema di Pescasseroli che ci sta molto a cuore». 
Perché? 
«Il parco d’Abruzzo è un posto che amiamo tanto, ultimante riscoperto da molti per vacanze all’aria aperta. Noi da tanti anni stiamo lì in agosto, ((sono marito e moglie ndr) ci godiamo le bellezze del parco, la natura, gli animali selvatici. E, insieme ad altri, come la famiglia Scola, ci siamo impegnati per tenere aperto il cinema locale, intitolato proprio a Ettore. Ce ne vorrebbe uno in ogni piccolo centro, è una grande risorsa». 
Maccarese a parte, le sue estati da ragazza? 
«Papà prendeva in affitto appartamenti in Calabria o Sicilia per farci fare un mese di mare bello. Eravamo la tipica famiglia da partenza con bollino rosso, mai sotto le otto ore di viaggio, stracarichi con i bagagli anche sul portapacchi fissati con quelle corde elastiche che solo i mariti maneggiavano. In cinque in macchina, mi ricordo le gambe di mio fratello maggiore che spuntavano ovunque. Con le audiocassette di A me gli occhi, please di Proietti, ridevamo come scemi. I miei arrivavamo stremati, a ripensarci veri eroi». 
Albanese ci ha detto che lui ha la fortuna di essere un po’ Bastogi un po’ Capalbio. Lei? 
«Ma sì anche io, la vita me lo ha consentito. Però a Capalbio sono stata la prima volta per le riprese del film. E non ho mai fatto il bagno a Coccia di Morto». 
Estate, tempo di tormentoni: ci si mette anche Monica con i suoi, da «Me so’ capita io». 
«Abbiamo fatto anche le magliette con le sue frasi, tipo “Esaurita”, lei è icona di stile, grazie al costumista Alberto Moretti che si è inventato cose incredibili. La mia preferita è “Formentera non esiste”: non ha senso ma è bellissima». 
Il 26 uscite in oltre 500 schermi. La gente supererà la paura della sala e le polemiche sul green pass? 
«Penso sia una garanzia in più. I cinema sono luoghi sicuri: distanziamento, mascherine. Io mi sono emozionata davvero, non mi vergogno a dirlo».