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 2021  agosto 18 Mercoledì calendario

L’esercito fantasma afghano costava 750 milioni

Joe Biden nel suo discorso di “giustificazione” ha omesso un dettaglio non secondario: cessare le operazioni in Afghanistan per gli Stati Uniti significa frenare un’emorragia di denaro. «Ancor più se si pensa a quanti di questi dollari sono stati inghiottiti nel gorgo della corruzione», spiega Brunello Rosa, docente alla London School of Economics e partner di Nouriel Roubini in un think-tank che sta per pubblicare un report finanziario sulla guerra afghana. «Pensiamo alla consistenza dell’esercito afghano: Biden parla di 300 mila soldati professionisti addestrati dagli americani, in realtà ne sarebbe rimasto un terzo. Gli altri ormai inesistenti, figure vuote sventolate in una realtà surreale da Kabul per avere i fondi da Washington. Gli Stati Uniti hanno contribuito con 750 milioni l’anno a un esercito fantasma».
Già a marzo John Sopko, capo dello Special Inspector General for Afghanistan Reconstruction, aveva avvertito il Congresso sul dilagare della corruzione: «Il Paese non è ancora neanche lontanamente in grado di finanziare le proprie operazioni governative comprese quelle militari e di polizia, la corruzione è diffusa ad ogni livello e le iniziative per contrastarla non sono altro che riforme scritte sulla carta». Il Combating Terrorism Center in luglio parlava di «diserzioni che indeboliscono ogni anno del 25% l’esercito». E fin dal 2018 a Washington arrivavano denunce su comandanti afghani corrotti che inserivano nomi di poliziotti o soldati inesistenti nei loro elenchi solo per ricevere i soldi degli stipendi pagati con fondi dei contribuenti americani. Solo tra marzo e maggio 2019, le forze di sicurezza erano scese di 42 mila unità. Ora nel suo studio, la Rosa& Roubini Associates conferma che gli Usa, consapevoli della situazione, avevano cominciato a lesinare i fondi. E così i pochi “veri” militari di Kabul si sono lamentati, nel motivare la fuga, che da sei mesi non ricevevano la paga (e da 11 mesi i veterani afghani i 200 dollari di pensione). L’Afghanistan è da anni al fondo di tutte le classifiche sulla corruzione, dalla World Bank a Transparency International, a fianco di Somalia, Libia, Yemen. «Il problema è che gli americani fornivano armi per tutti i 300 mila soldati sulla carta per cui nel Paese gira una gran quantità di armi finita in mano ai talebani», dice Rosa.
L’operazione Afghanistan è costata 2.261 miliardi di dollari: 300 milioni al giorno per vent’anni. Di questi, 1300 miliardi sono le spese di guerra vere e proprie, escluso l’addestramento dell’eserc ito afghano costato altri 85 miliardi. «Una parte rilevante – spiega Rosa – sono i 530 miliardi di interessi sul debito che l’amministrazione ha dovuto via via accendere per finanziare la missione. Ci sono poi 296 miliardi per l’assistenza alle famiglie dei 2.248 caduti e ai veterani, molti dei quali feriti in modo grave: queste due voci porteranno inevitabilmente il totale delle spese a crescere fino a 6500 miliardi nel 2050, 20mila dollari per ogni americano». Al contrario di quanto ha detto Biden rivendicando la natura solo poliziesca dell’operazione, c’è poi lo sforzo di nation building: 60 miliardi per scuole, sanità, società civile afghana. È l’unico impegno dai risultati concreti: vanno a scuola 3,5 milioni di ragazze da zero nel 2001, l’età media delle donne meglio assistite e tutelate è salita da 58 a 66 anni, la mortalità infantile è scesa del 50%. Ma un’altra circostanza spiega la fretta di chiudere. Il debito Usa è salito a dismisura perché il Paese ha investito 4100 miliardi, il 20% del Pil, nelle misure anti- Covid, fra ristori, contributi alle famiglie, sanità: il doppio dell’Europa, Pnrr e fondi nazionali inclusi. La ripresa portata dai finanziamenti però aumenta l’inflazione e quindi i i tassi tendono a salire. Da qualc he parte Biden doveva tagliare.