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 2021  agosto 17 Martedì calendario

Chi è Alexandre Dreyfus, l’uomo dietro i fan token

Il mondo sportivo è stato terremotato, nei giorni scorsi, dalla notizia del passaggio del giocatore-bandiera del Barcellona, l’argentino Lionel Messi, al Paris Saint-Germain. Il bomber ha firmato col club francese un contratto di due anni, con l’opzione per un terzo, e uno stipendio stimato sui 35 milioni netti l’anno. Tra le innovazioni del passaggio c’è poi il fatto che il Psg pagherà in fan token, criptovalute sociali, parte dei premi di Messi stimati intorno ai 5 milioni.Si tratta della prima volta in assoluto che un calciatore professionista accetta un pagamento in criptovalute. La notizia è stata confermata sia dal club francese che da Socios, l’impresa di criptovalute che da qualche settimana è diventata sponsor anche dell’Inter. Un’azienda creata dal genio di un giovane imprenditore francese, Alexandre Dreyfus, che affonda la sua storia nella comunità nerd ma che oggi viaggia anche attraverso complesse e opache reti di società collocate nei paradisi fiscali.
Il mondo dei fan token non è una novità per chi legge il Fatto Quotidiano: su queste colonne ne abbiamo parlato già il 12 aprile scorso. Si tratta di una sottocategoria dei social token, le criptovalute sociali che sinora hanno trovato la loro maggiore applicazione proprio nel mondo del calcio professionistico: Juventus, Roma, Milan, Barcellona, Paris Saint-Germain, Atlético Madrid, Galatasaray, Trabzonspor, Young Boys sono alcune delle squadre che a livello mondiale hanno stretto accordi con Socios, la società specializzata nell’emissione di questa forma di token digitali. Dall’emissione di token con il loro nome, venduti alle comunità dei loro tifosi, ciascuna squadra ha incassato decine di milioni.
I token sociali in sostanza sono esempi di utility token, ovvero criptovalute d’utilizzo, emesse a fronte di un versamento di valuta fiat, come l’euro o il dollaro, e sono veicolate su blockchain diverse (bitcoin, ethereum, altre) che vengono detenute su dei portafogli digitali (wallet). Non vanno confusi con i token non fungibili (Nft) perché non sono token singoli, ma criptovalute emesse con tanti token uguali uno all’altro. I token sociali di comunità sono creati attorno a una comunità. Il loro principale utilizzo è quello di servire come unico strumento di pagamento valido per accedere a dei contenuti o servizi specifici riservati in modo esclusivo ai membri di quella comunità, quali abbonamenti, newsletter, altri vantaggi.
Il vantaggio dei token sociali di comunità è che più la comunità cresce, più il token sociale aumenta di valore a causa dell’aumento della domanda. I token possono quindi aumentare di valore solo se la comunità prospera e i detentori possono cercare di influenzare questo trend contribuendo alla crescita della comunità. È una situazione win-win per i fondatori e i membri della comunità. La comunità può essere di vario tipo, da un’organizzazione non lucrativa sociale a una che ha scopo di lucro, ma di solito è formata da un gruppo di persone che hanno una attività, interesse o caratteristica che le caratterizza.
I token sociali funzionano dunque come una sorta di investimento in una comunità o in un individuo. Oggi il maggior freno alla diffusione di questa categoria di criptovalute è la limitata penetrazione della blockchain a livello di pubblico di massa, ma un salto di popolarità potrebbe avvenire nel momento in cui una istituzione o una grande azienda, ad esempio una casa di produzione di videogiochi o una squadra di calcio, dovesse scegliere i token sociali come strumento per fidelizzare la comunità dei propri clienti o stakeholder. Ad esempio, nel 2018 il fan token del Real Madrid era controllato collettivamente dai suoi oltre 90 mila “socios”, mentre 170 mila tifosi detenevano il potere decisionale sul token dell’FC Barcelona.
La società Socios emette i cosiddetti fan token, i token dei tifosi, in numero limitato e dedicato a ciascuna delle squadre che si affidano ai suoi servizi. I fan token possono essere acquistati attraverso l’emissione iniziale o con strumenti di “caccia al tesoro” in realtà aumentata. I fan token funzionano come una sorta di carta fedeltà digitaleche consente di avere accesso a premi, prodotti ufficiali dedicati del club e altri vantaggi, come sconti sul merchandising, voto nei sondaggi esclusivi dei club, informazioni in anteprima, accesso alle aree Vip degli stadi delle squadre, maglie firmate, biglietti omaggio e tour guidati degli impianti.
Dietro Socios c’è Alexandre Dreyfus, francese, “imprenditore seriale” nato il primo novembre 1977. A 18 anni appena compiuti, ricorda Dreyfus, lunedì 4 dicembre 1995, scrisse una “lettera di dimissioni” e la portò al preside del liceo “Jean Perrin” di Lione dove studiava. Lasciava la scuola “non per paura degli esami ma per poter diventare imprenditore”, come i suoi genitori. Dreyfus è uno “smanettone” e conosce bene le tecnologie informatiche nell’epoca agli albori del web. Dalla sua stanza, con due pc e un modem (velocità da 14,4 k a 19,6 k), fonda e gestisce Cybergone (divenuta Webcity nel 1999, 90 dipendenti, 7 sedi nel 2000), la prima guida di città su Internet in Europa. Nello stesso anno costituisce una società di creazione di siti web, Mediartis, di cui manterrà le quote fino alla vendita al gigante della pubblicità francese Publicis nel 1997. Il giovane lionese è sostenuto dal manager suo concittadino Olivier Ginon, uno dei 500 uomini più ricchi di Francia. La società cresce e raccoglie 12 milioni di franchi, con nomi importanti tra gli azionisti (Dassault, Auriga, Carrefour). Ma nel 2002 finisce in bancarotta: “Non avevamo più risorse e il mercato pubblicitario era limitato. Era impossibile continuare”, ammette Dreyfus.
Ma il fallimento non scoraggia il manager che cede l’attività, si trasferisce a Parigi, e si butta nel mondo del gaming online, in particolare sul fronte del poker. Acquisisce la società di poker online Winamax, che lascia nel 2006, per motivi personali. Poi si stabilisce a Malta e crea Chilipoker, la più grande sala da poker online francese. Successivamente, a febbraio 2012 cede Chiligaming. la piattaforma tecnologica alla base di Chilipoker (20 dipendenti, solo 250.000 utenti attivi sui suoi siti web Chilipoker.com e Chilicasino.com) a Bally Technologies, ora Scientific Games, gigante Usa del poker e del gaming online. Nel 2013 fonda Mediarex Entertainment e acquisisce il Global Poker Index e The Hendon Mob. A fine ottobre 2017 la sua società Winamax acquisisce la licenza di gioco italiana di Bet-at-home, controllata tedesca della società francese Betclic Everest Group.
Poi Dreyfus scopre la blockchain e gli viene l’idea di realizzare un ambiente online che unisca gli e-sport e le loro tifoserie con il mondo dei token: d’altronde già ad aprile 2011 aveva lanciato ChiliConnect, una piattaforma che consentiva ai giocatori di condividere i propri risultati su Facebook e Twitter e sfidare gli amici con scommesse secondarie. Così nel 2018 lancia Chiliz, la piattaforma maltese che tra il primo e il 9 giugno 2018 raccoglie con una Initial coin offering (Ico, offerta pubblica iniziale di toke) finanziamenti per 27 milioni di dollari, che alla fine con i collocamenti privati supereranno i 66 milioni di dollari, e crea Socios, una piattaforma online che consente alle squadre sportive di tokenizzare e monetizzare le rispettive comunità di fan. La Ico era stata salutata con entusiasmo da Silvio Schembri, politico maltese responsabile del settore dei servizi finanziari, dell’economia digitale e dell’innovazione: “Siamo orgogliosi di ospitare questa entusiasmante impresa blockchain di e-sports di Chiliz. Il sostegno di Malta a progetti innovativi basati su blockchain ha contribuito a dare vita a questo progetto”.
I token delle società di Dreyfus girano su blockchain Ethereum e sono scambiati sull’exchange Binance. Qui entrano in campo i paradisi fiscali:secondo documenti dei registri societari consultabili online, da Malta Dreyfus diventa azionista della società maltese Binance Marketing Services Ltd (attiva prima che Binance lasciasse l’isola) attraverso la società Zokay Investment Ltd, fondata a Tortola, nelle Isole Vergini Britanniche, della quale il manager risulta azionista. È alla Zokay Investments Ltd che, secondo i registri internazionali, fanno capo molti marchi delle attività nel settore del gioco d’azzardo e del poker online di Dreyfus, tra i quali We Sportify Poker, Gpl, All Time Money List, Fantasy Poker, Chiliconnect e Chilibet. Oltre alla Zokay Investments Ltd, secondo i database online del Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi Icij che ha realizzato i Paradise Papers, a Dreyfus fanno o hanno fatto capo anche le società Arkata Aviation Ltd, Kalimero Media Limited, Mediarex Enterprises Ltd, Chilipay Ltd, Chili Gaming Ltd (tutte a Malta) e Chilibet Ltd (Regno Unito).
Anche qui, nulla di nuovo: il legame tra le società del mondo cripto e i paradisi fiscali sinora è stato molto forte. Ma la spinta di molti Paesi per portare trasparenza e responsabilità cresce: vedremo se questa impatterà anche sul piccolo impero societario di Dreyfus e sui suoi legami con il dorato e ricchissimo mondo del calcio professionistico. Socios e Chiliz hanno i propri sistemi di controllo antiriciclaggio dei clienti realizzati in base alle normative tempo per tempo in vigore, ma l’innovazione finanziaria e la fantasia dei criminali sono sempre in agguato e rischiano di trovare strade per superare molti steccati. Le squadre di calcio italiane si sono purtroppo dimostrate non sempre al riparo da legami occulti con organizzazioni criminali dedite anche al riciclaggio di denaro sporco, come hanno dimostrato le inchieste recenti sui rapporti con la ‘Ndrangheta di fasce delle tifoserie di alcune squadre di serie A, tra le quali Milan, Inter e Juventus. È a questo “mondo di mezzo” che deve fare attenzione e realizzare vigilanza continua chiunque stabilisca rapporti con il calcio professionistico, specie se di mezzo ci sono milioni di euro.