Corriere della Sera, 17 agosto 2021
Stellantis vende il Lingotto?
La storica palazzina Fiat a Torino potrebbe essere in vendita. Stellantis ha inviato una lettera alle maggiori società di intermediazione immobiliare internazionali per avviare una procedura di agency sulla palazzina del Lingotto, che ospitava gli uffici di Gianni Agnelli e Sergio Marchionne e poi lentamente e silenziosamente svuotata. Con la cessione dell’immobile Stellantis cancellerebbe per sempre da Torino un simbolo della storia Fiat e dell’industria italiana, confinando la sua presenza cittadina ormai solo alla periferia dove resistono i capannoni semideserti di Mirafiori e Grugliasco.
In quanto società quotata, Stellantis deve agire con la massima trasparenza ecco perché sta facendo una sorta di bando per scegliere il player con le migliori capacità per valutare e gestire l’alienazione dell’immobile: quanto tratterrà dal prezzo finale di vendita? Quante persone metterà in campo? Quanto investirà in promozione? Chi offrirà le condizioni migliori si aggiudicherà l’incarico di vendere. Stellantis ha fatto sapere che è stata avviata solo una perizia immobiliare.
La palazzina Fiat, 20mila metri quadrati, è vincolata dalla Soprintendenza dei beni architettonici in quanto facente parte dell’intero complesso del Lingotto, oggetto, quest’ultimo, di un restyling voluto dalla famiglia Elkann-Agnelli che ne sta trasformando la pista sul tetto in un giardino aperto al pubblico sulla falsariga della High-line di New York.
L’edificio al 250 di via Nizza fu ultimato nel 1926, in pieno fervore taylorista, per alloggiarvi direzione, amministrazione, mensa e altri servizi del nascente primo costruttore automobilistico italiano (due anni dopo Vittorio Valletta diventerà direttore generale); e fino al gennaio 2014 è stata la sede legale della Fabbrica Italiana Automobili Torino, poi, con l’acronimo Fca-Fiat Chrysler Automobiles, trasferita in Olanda. Il Lingotto, distaccato dalla palazzina, era già stato dismesso dalla Fiat nel 1981 e fu lo studio di Renzo Piano a curarne la riconversione: oggi è centro commerciale, multisala, sede universitaria, uffici, e centro congressi dove Walter Veltroni si candidò a segretario del Pd nel 2007.
Lo spopolamento della palazzina Fiat era cominciata subito dopo la morte di Marchionne – che qui al quarto piano aveva la sua scrivania nella stanza 26 – ed è continuata fino alla fusione di Stellantis, tanto che oggi non sventola più alcuna bandiera dai pennoni del palazzo.
Nel febbraio del 2019, sette mesi dopo la scomparsa di Marchionne, John Elkann, numero uno di Fca ed Exor, aveva avviato il trasloco del suo ufficio, quello ereditato dall’Avvocato, da via Nizza a via Giacosa (nel quartiere di San Salvario, tra la stazione di Porta Nuova e il parco del Valentino), all’interno della Fondazione Agnelli che alloggia nella vecchia abitazione del senatore Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat.
Nel 2020, in silenzio, è andato avanti lo svuotamento dei quattro piani al Lingotto: prima è toccato all’ufficio stampa, migrato a Mirafiori, poi ad agosto scorso è stata la volta dei servizi finanziari e delle relazioni industriali (300 persone). Nella palazzina si attende però l’ingresso di parte degli uffici della società torinese di Ict Reply. L’Avvocato si era trasferito al Lingotto nel 1997 dopo una vita nelle palazzine gemelle di corso Marconi, toponimo che a lungo identificò il solo costruttore italiano di automobili. Ora sparisce anche l’ultima sua presenza in città.