Corriere della Sera, 14 agosto 2021
Ottavia Piccolo da 23 anni vive al Lido di Venezia
«Abito in un borgo, sei sette case che avranno almeno trecento anni, all’estremità nord dell’isola del Lido di Venezia, lontana dalle zone più conosciute e turistiche. La prima volta ci sono capitata in bicicletta. E subito mi sono detta: qui vorrei vivere».
Questo sogno Ottavia Piccolo lo ha realizzato 23 anni fa, quando da Milano, assieme al marito, ha fatto le valigie per mettere solide radici in laguna, senza ripensamenti. «Da molti anni non faccio vacanze, perché non mi servono, al Lido mi sento sempre in vacanza, quindi passo qui anche tutta l’estate». Ottavia Piccolo calca il palcoscenico da quando aveva 11 anni, da quell’Anna dei miracoli dove interpreta Helen, la bambina sordo-cieca per la regia di Luigi Squarzina. C’era anche la Proclemer, ma la sorpresa fu proprio lei.
Non si contano le interpretazioni dell’attrice in una carriera immensa, film, teatro, sceneggiati televisivi, doppiaggio, diretta da Visconti, Strehler, Ronconi, Germi, Bolognini, Scola, tanto per fare qualche nome. «Sono nata a Bolzano per caso, dove il papà, nei Carabinieri, era stato trasferito, ma mi considero romana, perché dopo nove mesi eravamo già tornati nella Capitale. Quando con mio marito abbiamo preso in considerazione l’idea di trasferirci al Lido vivevamo a Milano. Il Lido ci era subito piaciuto, durante un primo soggiorno al Des Bains, dove ci eravamo concessi una bellissima suite, con capanna in prima fila sulla spiaggia. Peccato che i bambini nella sala da pranzo non li volevano, quindi con nostro figlio, che aveva un anno, abbiamo cenato sempre in camera. Ma a parte questo inconveniente sono state delle bellissime vacanze. In quei giorni – continua l’attrice – ho conosciuto persone deliziose e negli anni siamo tornati in vacanza al Lido. A un certo punto abbiamo cominciato a cercare una casa in affitto per tutto l’anno ma non l’abbiamo trovata. In compenso abbiamo iniziato a conoscere il Lido: Cà Bianca, le Terre Perse, Malamocco, i Murazzi, gli Alberoni, un Lido più esteso e diversificato perché ogni zona ha un suo carattere e una sua storia, ed è il bello di quest’isola».
E siccome la vita riserva sempre delle sorprese il posto giusto Ottavia Piccolo alla fine l’ha trovato: «Un luogo delizioso, insperato, silenzioso, dove abbiamo comprato casa», racconta con gli occhi che ancora si illuminano per quella scelta felice. «Vi accedo da una corte, ho accanto la chiesa di San Nicolò, con la facciata incompiuta del Seicento, e intorno piccole case venute su come una volta quando alla nascita di un figlio si aggiungeva una stanza. Dall’altro lato un palazzotto del Cinquecento che ospitava i governatori del porto e una caserma dove era acquartierato l’esercito della Serenissima. Di fronte ho la laguna che vedo dall’altana e il Forte di Sant’Andrea. Le nuvole vanno sempre di corsa, i tramonti lasciano a bocca aperta. Ogni volta la sorpresa si ripete. Ma davvero abito qui?».
Per Ottavia Piccolo il Lido è un «isola con uso di Venezia» dove in pochi minuti di battello hai a disposizione teatri, concerti, mostre e tutto quello che offre la città. Non ama la vita di spiaggia, ma quando ci va sceglie quella del Pachuka, che una volta si chiamava «da Paolino». «Perché è una “bau beach” dove ci posso portare Bianca, la mia cagnetta». I luoghi che frequenta sono quelli dei lidensi veraci: «Al mattino mi alzo presto ed è una lussuria vedere l’alba sul mare. Poi faccio una lunga passeggiata e ogni mattina vado da Santìn, che è un mito, per un macchiatone con le pastine, dove ormai c’è tutto un giro di amicizie. Il risotto di pesce imperdibile è quello di Cri Cri e Tendina, per lo spritz (rigorosamente col Campari) con le amiche cambiamo sempre posto. Ora andiamo alla Pagoda. E meravigliosa è anche la terrazza dell’Hotel Ausonia Hungaria, con la sua facciata di maioliche liberty policrome, uniche in Europa. La cena spesso è da Luca alla Favorita».
Ma l’attività professionale non si ferma: «Ho uno studio in affitto dentro l’aeroporto Nicelli, sull’isola, un posto di grande fascino, inaspettato, con la pista in erba, il primo aeroporto di Venezia, quando ancora non c’era quello di Tessera, e negli anni 30 il secondo d’Italia per importanza, qui volava anche D’Annunzio. Al ristorante si mangia benissimo». In autunno uscirà un documentario Lo sguardo su Veneziarealizzato assieme a Simone Marcelli e Carlo Montanaro. «Sono proiettata nel futuro: non sono voltata indietro, penso che la cosa che dovrò ancora fare sarà la più bella della mia vita».