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 2021  agosto 11 Mercoledì calendario

Biografia di Luka Doncic

Ancora non sa come li spenderà, tutti i dollari che i Dallas Mavericks gli rovesceranno addosso per i prossimi 5 anni, 207 milioni che tradotto in euro fa circa 185 milioni. Ma se davvero volete fare contento Luka Doncic, allora regalategli un pallone da basket: nella sua casa a Lubiana ne ha qualcosa come 120, una tradizione inaugurata da sua madre il giorno del primo compleanno.
Mamma Mirjam, ex ballerina (ed ex miss Slovenia), è stata lungimirante: quando si è separata da Sasha Doncic, discreto giocatore degli anni Novanta, si è aggrappata al basket per crescere il bambinone, e del resto pare che per farlo addormentare da neonato l’unica via possibile fosse portarlo in palestra durante gli allenamenti di papà, dove il rumore del pallone sul parquet gli conciliava il sonno. Oggi, a 22 anni compiuti lo scorso 28 febbraio, Luka è diventato uno degli atleti più pagati della Nba, alla pari con campioni di lungo corso. Ma con tanti, tanti anni di carriera ancora davanti per aumentare il proprio conto in banca.
Non poteva che andare così, per un predestinato come Luka. Uno che a 7 anni era già una celebrità nei circoli sloveni, più alto dei suoi coetanei e soprattutto infinitamente più talentuoso. Uno che il Real Madrid non poteva farsi scappare, e in effetti non l’ha fatto, prelevandolo nell’estate 2012 e catapultando un ragazzino di 13 anni che non parlava una parola di spagnolo a 1.200 chilometri da casa. Nei primi mesi voleva mollare tutto e tornarsene in Slovenia, poi ha imparato la lingua ed è diventato «el niño maravilla». A proposito di lingue: ieri, alle domande in conferenza stampa ha risposto in fluente inglese, spagnolo e ovviamente sloveno, spiegando come il contratto non lo cambierà.
E ancora: uno che ha esordito con la canottiera del Real ad appena 16 anni, 2 mesi e 2 giorni, il più giovane di sempre, e che a 19 anni è stato nominato Mvp dell’Eurolega, Mvp delle Final Four e – ovvio – miglior giovane. Uno che nel 2018 ha convinto i Dallas Mavericks a mollare Trae Young (più una prima scelta 2019) agli Atlanta Hawks pur di prendersi questo ragazzo di belle speranze, terza scelta assoluta, prima che Luka finisse fra gli artigli dei Grizzlies.
Ed eccolo qui, oggi, Luka Doncic, play-guardia-ala piccola di 201 centimetri per 104 chili, il ragazzino che ha sconvolto le statistiche della Nba e che con quel fisico potente ma non così atletico come quelli dei diretti concorrenti e con quella capacità di fare tutto, segnare, passare, vincere, ricorda tanto una leggenda degli anni Ottanta, quel Larry Bird che ha segnato un’epoca con i suoi Boston Celtics.
Di Doncic non si può nemmeno dire che debba cominciare a vincere. Con il Real l’ha già fatto, con la Nazionale pure, trascinata al titolo europeo nel 2017. E non si può neppure dire che non abbia carattere: all’Olimpiade, dopo la sconfitta in semifinale con la Francia per un punto (nella quale ha messo una tripla doppia), ha attaccato la Fiba con un «adesso saranno contenti». Quella con la Francia è stata la sua prima sconfitta con la maglia della Slovenia dopo 17 vittorie. Poi è arrivata la seconda con l’Australia e l’addio a una medaglia olimpica. E Doncic si è fustigato oltre ogni misura. Così sono i grandi. Cioè i giocatori che possono decidere il destino di un allenatore. Pare che Rick Carlisle abbia mollato la panchina di Dallas perché al ragazzino non piaceva come allenasse.
Oggi però si gode un contratto multimilionario: «Sì, sono tanti soldi, non ho ancora pensato a come spenderli. Ho bisogno di elaborare la cosa, prima di decidere cosa fare di tutti questi soldi». Come prima cosa, probabilmente, amplierà la casa di Lubiana per farci entrare altri palloni da basket.