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 2021  agosto 09 Lunedì calendario

Nel medagliere olimpico gli Usa hanno beffato la Cina

L’importante, nella geopolitica olimpica, non è partecipare ma vincere. E gli Usa alla fine vincono sempre. Stavolta grazie a un colpo di reni finale hanno rimontato la Cina nel medagliere. Pechino è stata in testa a questa classifica per 11 giorni di fila e fino a un paio d’ore prima della chiusura dei Giochi. In zona Cesarini però è arrivato il controsorpasso: la vittoria della squadra a stelle e strisce nel basket donne (settima volta di fila, per gli uomini è stata la quarta) e il successo della ciclista Jennifer Valente nell’omnium hanno riportato la conta in parità. Il volley femminile poi ha chiuso la partita: le americane hanno liquidato il Brasile, la Cina ha mancato una vittoria scontata nel pugilato e le storiche gerarchie sono state ristabilite, sfilando a Pechino una potente arma di propaganda interna. Gli Usa sono la nazione che ha vinto più ori (39 contro 38 dei rivali asiatici) e più medaglie: 113 contro 88 dei rivali.
Questa doppietta allontana lo spettro del sorpasso olimpico cinese ma non basta a nascondere un bilancio che per gli Usa è in chiaroscuro: 4 anni fa in Brasile gli statunitensi avevano portato a casa il 10% di podi in più. A Tokyo sono mancate le medaglie di Simone Biles (4 ori e 1 bronzo a Rio), quelle dell’atletica – da 32 a 26 – e del canottaggio, zero. Il 2° posto lascia un po’ di amaro in bocca alla Cina che a Pechino 2008 aveva sbancato il medagliere ma che nel 2016 era scivolata anche dietro alla Gran Bretagna. «Dobbiamo assolutamente vincere la classifica degli ori», aveva chiesto il presidente del Comitato olimpico nazionale Gou Zhongwen. Obiettivo mancato di un soffio. Pechino però, numeri alla mano, può guardare al futuro con ragionevole ottimismo: il distacco dagli Usa come numero complessivo di medaglie si è ridotto dalle 51 del 2016 alle 26 del Giappone. E il piano varato dal Congresso del Popolo nel 1984 – quando la Repubblica Popolare è tornata alle Olimpiadi estive – per trasformare lo sport in una fabbrica di ori e di consensi inizia a funzionare. Il Comitato centrale ha selezionato i ragazzi più promettenti, trasferendoli in scuole ad hoc e facendoli addestrare con l’obiettivo unico di salire sul gradino più alto. Già a Pechino si erano visti i primi risultati. A Tokyo il salto di qualità: la delegazione era composta da un numero record di atleti, ben 413. La Cina ha dominato in Giappone le discipline che – come tradizione – sono sua riserva di caccia: si è messa in tasca tutte le medaglie di ping-pong e tuffi tranne una, l’ha fatta da padrone nel badminton e nel sollevamento pesi.
La novità sono le vittorie a grappoli in sport dove fino a ieri il Paese asiatico era una comparsa: nuoto, canoa, ciclismo, canottaggio (dove come allenatore è stato assuno il fenomeno inglese, Steve Redgrave) fino all’atletica, con una netta prevalenza di successi delle donne. E per molti osservatori esterni i Giochi di Parigi potrebbero essere quelli del grande sorpasso, con la Cina destinata a vincere il medagliere. La rincorsa sportiva, tra l’altro, corre parallela a quella economica. Gli analisti prevedono che il Pil di Pechino supererà quello di Washington nel 2028. Una data anticipata rispetto al previsto, complice la pandemia che ha fatto pagare agli Usa un conto decisamente più salato rispetto a quello dei rivali asiatici. E, altro grattacapo per gli Usa, la ripresa solida delle performance sportive di un altro storico avversario politico: la Russia. Esauriti i boicottaggi per il doping, Mosca – che corre sotto la bandiera del suo Comitato olimpico – ha vinto a Tokyo 79 medaglie, il 41% in più di Rio 2016.
Il medagliere delle Olimpiadi giapponesi ha detto bene anche all’Italia: malgrado i buchi neri di tiro e scherma, gli azzurri hanno vinto un numero record di 40 medaglie, il 42% in più di Rio. Siamo la decima potenza mondiale per gli ori e la settima per numero di podi (due posizioni guadagnate), oltre che quella che ha più medaglie totali fra i Paesi UE. Olanda e Svizzera hanno quasi raddoppiato il loro bottino in un’Europa che ha riscritto le sue gerarchie sportive, con Germania e Francia che hanno messo in bacheca meno medaglie degli azzurri. Il Giappone – come capita sempre alle squadre di casa – ha fatto il pieno con un + 41% di podi. Gli ori dei microstati, da San Marino alle Bermuda, hanno riscritto anche la hit-parade del medagliere “ponderato” sul numero di abitanti, quella che fotografa i Paesi sportivamente più efficienti. I tre podi garantiscono al Titano un medaglia ogni 12mila abitanti circa e il primo posto in questa classifica. Segue Bermuda (una ogni 63 mila) e Bahamas a 192mila. Il primo Paese di dimensioni un po’ più grandi in questa graduatoria è la Nuova Zelanda che ha un podio ogni 250mila persone, davanti alla Repubblica Ceca e alla Giamaica che aveva vinto questo Campionato a Rio 2016. L’Italia ha recuperato un paio di posizioni e si è messa al collo una medaglia ogni 1,5 milioni di abitanti. Nel 2016 eravamo a una ogni 2,14 milioni.