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 2021  agosto 09 Lunedì calendario

Il futuro de governo e di Draghi secondo Piero Ignazi

“In autunno si alzeranno onde alte ai fianchi del governo e la barca di Mario Draghi sarà investita dall’acqua che i partiti provocheranno. E gli scossoni saranno sempre più decisi”.
Piero Ignazi, come vedetta appostata in cima al monte, annuncia perturbazione insistita e tempesta imminente sul governo dei migliori.
È un dato certo e persino fisiologico. Finora Draghi aveva potuto contare sull’assenza dal dibattito politico della forza più numerosa del Parlamento, annientata tra dissidi interni e mortali rese dei conti. Da domani non sarà più così, tanto più che il leader di questa forza è l’ex premier.
Significa che anche Draghi rischia? 
Lui ha governato bene finora e se continuerà a farlo è in grado di reggere anche questo urto. Ma gli conviene proseguire?
Lei auspica che si candidi al Quirinale? 
Assolutamente sì. Quel che doveva fare, completare e stabilizzare la campagna vaccinale e incardinare il Recovery è stato fatto. Un altro anno a palazzo Chigi non varrebbe il ruolo e la nuova funzione, l’accresciuto potere che il Colle va sommando. Non c’è paragone e soprattutto non vedo quale potrebbe essere il suo interesse a rinunciare a un ruolo così alto e parimenti pervasivo.
Potrebbe conservare palazzo Chigi e spingere Mattarella a trattenersi un altro po’ sul Colle, per poi procedere alla staffetta. 
Penso tutto il male del mondo dell’allungamento del settennato. Lo sfregio alla Costituzione provocato dal bis di Napolitano è ancora così fresco e così doloroso da sopportare. Spero davvero che a nessuno venga in mente di ritentare questa brutta carta.
Draghi è visto come l’onnipotente. Può fare questo quello e quell’altro. Palazzo Chigi, andare a Bruxelles, puntare al Quirinale. Non è già questa sua condizione un problema per la democrazia? 
Non la vedo affatto così.
Il Parlamento è divenuto un ornamento. La serenità con la quale si prende atto, in certi casi con gioiose punteggiature, del default della politica non rappresenta in sé il declino civile di un Paese che per andare avanti dev’essere commissariato? 
Partiamo da Draghi: è una personalità eccezionale e non se ne vedono in giro altre. Resta una grande risorsa e lecitamente ambisce a diversi ruoli. Ma qual è il pericolo per la democrazia?
Che i partiti siano considerati tappezzeria, che la politica sia buona solo per coprire le sede degli studi televisivi. 
Non ho la sua opinione. Da settembre in poi vedrà quanto si mostrerà la politica e come contesterà Draghi.
L’onda alta della campagna d’autunno. 
È legittimo che sia così. È legittimo e persino auspicabile che i Cinquestelle ritrovino un ruolo e prospettino una linea. Così come il Pd. Il centrodestra poi era e resta solidissimo.
Se Draghi lascia a febbraio, Meloni e Salvini possono festeggiare in anticipo la conquista di palazzo Chigi. 
Sarei meno sicuro di lei. La storia recente ha dato prova che basta un passo falso per rovinarsi carriera e reputazione. Salvini s’è perso in un bicchiere di mojito, ricorda?
A me sembra invece che i leader della destra non paghino mai pegno per le loro prese di posizioni. Altrimenti per quanto Salvini ha detto e poi contraddetto a quest’ora sarebbe dovuto rovinare nei bassifondi della classifica. 
Vero, loro hanno questa speciale esenzione perché agli elettori della destra basta che siano contro la sinistra. Non frega nulla del resto.
Essere contro la sinistra? Questo il salvacondotto? 
Esatto. L’odio verso la sinistra è tale che Salvini e anche la Meloni possono illustrare la realtà anche attraverso le più fantasiose interpretazioni. Non pagheranno pegno.
E allora perché dice che alle elezioni tutto può ancora succedere? 
In politica sei mesi sono un tempo abbastanza lungo in grado di confutare certezze ora granitiche.
Letta e Conte che formano uno squadrone? 
Anzitutto Pd e Cinquestelle che formalizzano un’alleanza non provvisoria né precaria nei ruoli e nei volti. Sembra poco ma è molto. E poi quel centro disordinato, che finora pareva guardare a destra, sicuro che finirà di là?
Più sicuro che Draghi saluti tutti a febbraio e si trasferisca al Quirinale. 
Sarebbe la mossa perfetta.