il Fatto Quotidiano, 9 agosto 2021
I cammini religiosi di Gaetano Quagliariello
Cammini. Sostiene Gaetano Quagliariello: “Agli inizi era solo un’esperienza religiosa. Con il nuovo secolo si è laicizzata e in tanti si sono catapultati lungo quei sentieri e quelle strade, spinti dalle più diverse esigenze personali o ricerche interiori. Oggi il cammino di Santiago è affrontato prevalentemente da giovani”.
Un tempo la “strada” sessantottina della Beat Generation. Oggi il cammino di Santiago di Compostela, il più famoso, ma anche quelli italiani, come il cammino di San Benedetto, da Norcia a Montecassino. Ex ministro, oggi senatore di Coraggio Italia, il partito di Toti e Brugnaro, Quagliariello è un grande camminatore. Durante il lockdown pandemico “accumulare passi è stato il mio stabilizzatore: un modo per preservare l’equilibrio interiore”. Ma che cos’è un cammino? Un viaggio, un pellegrinaggio, una processione infinita, un deserto da attraversare? Un po’ di tutto questo e al tempo stesso niente di tutto questo. Non solo. Un cammino si può “leggere” a più livelli: spirituale, ambientale, antropologico, geografico, turistico, culturale e perché no politico.
Ed è proprio quello che ha fatto Quagliariello nel suo diario benedettino da Norcia a Montecassino intitolato baglionianamente Strada facendo. In cammino lungo i sentieri dell’Italia di mezzo (Rubbettino, 131 pagine, 13 euro). Tra i suoi compagni viandanti anche Antonio Polito del Corsera, a sua volta autore delle Regole del cammino (Marsilio, 2020). Da Norcia, in Umbria, a Montecassino, nel Lazio sono 305 chilometri lungo l’Appennino. Quagliariello la chiama, appunto, l’Italia di mezzo. E la sua riflessione è soprattutto politica. Riguarda la “ricostruzione” del Paese dopo il Covid con i tanti soldi del Recovery Plan: “Vi è l’impellenza di decidere se vogliamo un Paese popolato oltre misura in alcune megalopoli e sulle coste, con spazi interni che si trasformino sempre più nel regno di camminatori, ciclisti e motociclisti, oppure una distribuzione demografica più organica, nella quale alcune delle città e dei borghi più belli d’Italia riprendano vigore”.
E qui diventa decisivo il modo di governare lo smart working. Per la serie: una giovane coppia, avendo la possibilità di organizzare il proprio lavoro a distanza, “preferirebbe prendere una casa spaziosa in un bel palazzetto d’epoca nel centro di Tagliacozzo (in Abruzzo, ndr), o affitterebbe per un costo quasi doppio un bilocale nella periferia di Roma?”.
C’è poi una specificità benedettina del cammino: Quagliariello è un antico teocon vicino al cardinale Camillo Ruini. La sua prospettiva cattolica è decisamente ratzingeriana. E così ritorna il dilemma della nota Opzione Benedetto di Rod Dreher in cui si piega il santo “europeo” alla battaglia minoritaria dei clericali di destra contro il mondo, affermando il primato della Dottrina più che quello di Dio. Con il senatore di Coraggio Italia, c’è pure don Liberio Andreatta, già dominus dell’Opera Romana Pellegrinaggi, che allarga così la visuale antropologica: “L’uomo moderno è gelosamente chiuso nel proprio io, incapace ormai di abbandonarlo, incapace di compiere alcun esodo dalla propria casa, dalle proprie abitudini, (…), dai propri egoismi, dai propri nazionalismi”.