Anteprima, 7 luglio 2021
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Biografia di Angelo Del Boca
Angelo Del Boca (1925-2021). Storico. Scrittore. Giornalista. Uno dei massimi esperti del colonialismo italiano. Nato a Novara, da giovane prese parte alla Resistenza nelle formazioni di Giustizia e Libertà. Dedicò decine di volume alle guerre africane del Ventennio. Fu il primo studioso italiano a denunciare le atrocità compiute dalle truppe italiane in Libia e in Etiopia. Famosa la polemica con Indro Montanelli sull’uso dei gas durante la guerra d’Etiopia (che il giornalista negava). Diceva: «La vera differenza fra noi e gli altri Paesi che hanno avuto imperi coloniali è la nostra pervicace volontà di rimuovere questo passato dalla memoria collettiva» • «Il corpo con cui Montanelli partecipò alla guerra operò su una parte del fronte in cui i gas non vennero usati. Quando l’archivio storico dell’Esercito confermò le affermazioni di Del Boca, Montanelli ammise pubblicamente di avere sbagliato» [Sergio Romano, Cds 18/6/2011] • «Lo ammetto, nelle mie ricostruzioni sulla guerra in Africa orientale mi sono schierato dalla parte degli etiopi. Sono da sempre un nemico del colonialismo e mi sembrava giusto sottolineare soprattutto le nostre responsabilità di Paese cosiddetto civile rispetto a popolazioni che avevamo aggredito con estrema violenza. Inoltre avevo un’enorme ammirazione per il negus Hailé Selassié e questo mi confortava nell’idea che bisognava evidenziare in primo luogo i crimini italiani» [a Antonio Carioti, Cds 6/1/2011] • «Il 10 giugno del 1940 segnò il precoce passaggio all’età adulta per un’intera generazione. Angelo Del Boca, oggi il maggiore storico del colonialismo italiano, era un quindicenne che abitava “in una grande casa alla periferia di Novara, vicino a un palazzo costruito da mio padre, che affittava gli appartamenti alle famiglie operaie. Ricordo che a ogni appuntamento importante un capo operaio critico con il regime apriva le finestre e accendeva la radio a tutto volume. Fu così anche quel pomeriggio. Ero iscritto alle magistrali Bellini, ero un avanguardista, al cinema vedevo i film con Amedeo Nazzari, con Luisa Ferida e Osvaldo Valenti. E in letteratura stavo facendo un salto fondamentale, dagli amati Salgari e Verne stavo passando agli americani: John Steinbeck e poi l’antologia Americana di Elio Vittorini, che venne pubblicata da Bompiani proprio quell’anno. Direi che la radio di un operaio comunista e l’antologia di Vittorini mi fecero fare il salto decisivo verso l’età adulta”» [Dino Messina, Cds 5/6/2010] • Aveva incontrato due (o tre) volte Mussolini «La prima, 14enne, in divisa da balilla moschettiere. La seconda, 19enne, durante una visita a quella divisione alpina Monterosa che per conto della Repubblica sociale italiana stava venendo addestrata in Germania, e in cui era stato arruolato […] Nel 1968, ancora nel periodo di passaggio tra il giornalismo e la storiografia, Del Boca ricorda di aver avuto un terzo ideale incontro con Mussolini, attraverso la scoperta di telegrammi inviati ai generali impegnati nella conquista dell’Etiopia. Proprio la fama dei suoi libri gli conquistò nel 1996 il privilegio di una intervista con Gheddafi: sudatissima, ma con la soddisfazione di venire usato addirittura come latore di messaggi all’Italia e all’occidente. Per lo stesso motivo, quando in Libia scoppiò la guerra civile, Angelo Del Boca racconta di essere diventato anche lui una metaforica “vittima della guerra”, nel senso che “quotidiani, settimanali, mensili, radio, televisioni, blog, in massima parte italiani, ma anche statunitensi, svizzeri, sloveni, francesi e svedesi” cominciarono a chiedergli interviste a tutto spiano. Vittima ma, confessa Del Boca, anche paradossale beneficiario […] Va forse qui ricordato il caso di Majok Ador Athuai: un pastore sudanese cristiano che aveva studiato in Italia grazie ai missionari e aveva anche lavorato per un po’ con ditte italiane, e che dopo aver comprato alcuni libri di Del Boca su una bancarella aveva iniziato con lo storico una sorprendente corrispondenza epistolare, scrivendo lettere tra capanne di fango e greggi di capre» [Fog, cit.] • «In quasi settant’anni di (grande) giornalismo, Angelo Del Boca ha incontrato peregrinando per il mondo principesse e imperatori, despoti e statisti, santi e guerriglieri che hanno segnato un secolo […] Erano da spavento, alcuni degli uomini che Del Boca ha incrociato in decenni da inviato. Come il fanatico Akao Bin, che scatenava i suoi adepti armati di pugnale contro i leader della sinistra giapponese e accolse il giornalista, tutto solo perché perfino l’interprete si era rifiutata di partecipare all’incontro, dichiarando la sua fede nazifascista sotto i ritratti di Cristo, Confucio, Maometto e Buddha. O Adolf Eichmann, il pianificatore dell’Olocausto, che aveva l’aria di «un pallido signore, con gli occhiali dalla montatura pesante e una calvizie da intellettuale» e seguiva il processo che l’avrebbe condannato a morte torcendosi nervoso le mani. O ancora il dittatore vietnamita Jean Baptiste Ngo Dinh Diem che aveva sistemato in tutti i posti chiave moglie e fratelli e parenti. O vari satrapi africani dai profili inquietanti» [Gian Antonio Stella, Cds 29/11/2012]. Era vedovo di Maria Teresa Maestri, da cui ha avuto Alessandra, Daniela (tutt’e due economiste) e Davide (regista). Alessandra è la seconda moglie di Riccardo Chiaberge. Del Boca aveva poi sposato Paola Zoli, da cui ebbe Ilaria (1991) • È morto ieri nella sua casa di Torino. I funerali si svolgeranno giovedì 8 luglio alle 10.30, nella parrocchia del Nazzareno, nel capoluogo piemontese.