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 2021  luglio 26 Lunedì calendario

Biografia di Rodney Alcala

Rodney Alcala (1943-2021). Serial killer statunitense. «Un uomo crudele, sadico, convinto di essere più intelligente degli altri. È stato condannato a morte per “soli” sette omicidi, anche se è possibile che ne abbia compiuti un numero maggiore. Dieci, venti, cento. Non lo sanno. Originario del Texas, si trasferisce con sua madre in California, Stato da dove inizia la sua scia di sangue. Fa molte cose, alcune le lascia a metà, un’esistenza instabile con trasferimenti in diverse regioni d’America. Decide di arruolarsi, però dura solo tre anni in quanto lo congedano per problemi mentali. Allora deve trovare altro, qualcosa per vivere e che al tempo stesso lo aiuti nella sua missione di “cacciatore” e si dedica alla fotografia. Per gli investigatori Alcala ha compiuto la sua prima aggressione nel 1968, quando sequestra una bambina di 8 anni, Tali Shapiro, nella zona di Hollywood. Un testimone si accorge di movimenti strani, avvisa la polizia che localizza la casa. Qui trovano la piccola: è stata violentata. Purtroppo Rodney è riuscito a fuggire, cambia aria e costa. Assume una falsa identità, frequenta una scuola per attori a New York dove a volte insegna il regista Roman Polanski e coltiva l’hobby delle foto, passione ma anche gancio per le violenze future. Il nome di Rodney è inserito nella lista dei Most Wanted dell’Fbi, la sua immagine stampata sui bollettini di ricerca. Lo trovano. Nel 1971 una coppia di studenti d’arte in una scuola del New Hampshire vede il manifesto e non è difficile riconoscerlo: è un loro insegnante. Alcala è arrestato, ma è fortunato. La famiglia di Tali Shapiro, la bimba assalita tre anni prima, decide di non testimoniare. Lui ammette colpe minori, sconta una pena ridotta e nel 1974 è fuori. Una volta libero trova un posto da tipografo in un quotidiano e tenta la via dello spettacolo partecipando ad un programma tv, The Dating game. I colleghi del giornale, invece, lo ricordano come un tipo strano che mostrava spesso nudi di donna. Nessuno però immagina di aver incrociato un soggetto capace di gesti terribili. Alcala è subdolo, scaltro, sa come muoversi. Aggancia molte giovani, propone loro dei servizi fotografici, spesso posano senza abiti. Per molte sono gli attimi prima della fine. Le autopsie riveleranno particolari feroci: iniziava a strangolarle, faceva loro perdere i sensi, quindi le svegliava e le sottoponeva a nuove torture. Intanto scattava immagini, un collezionista di orrori. L’ultimo – noto – è nell’estate del 1979, ancora in California quando gli agenti recuperano il corpo di Robin Samsoe, 12 anni. Bastano delle verifiche e alcune segnalazioni per arrivare al killer. L’arresto chiude un libro, ma ne lascia aperto un secondo. Gli uomini della Omicidi scopriranno un grosso contenitore con una montagna di foto – tutte di giovani – e ne diffonderanno una parte chiedendo la collaborazione dei cittadini perché sospettano siano di vittime rimaste ignote. Qualche famiglia chiamerà, ma solo per un caso sarà stabilito un legame concreto: Christine Thorton, sparita nel 1978 e il cui corpo è stato ritrovato nell’82 in Wyoming. L’assassino ha sempre negato l’omicidio» [Olimpio, CdS].