Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  luglio 02 Venerdì calendario

Biografia di Flavio Insinna

Flavio Insinna, nato a Roma il 3 luglio 1965 (56 anni). Attore. Doppiatore. Presentatore televisivo • «Lo scapolone che tutte le mamme vorrebbero come genero, la faccia antica e un’onda nei capelli» (Silvia Fumarola, la Repubblica 9/5/2015) • «A viale Mazzini lo considerano l’erede di Paolo Bonolis» (Giovanna Cavalli) • Ha lavorato per il cinema, la radio e la televisione. Tra i suoi film: Gole ruggenti (Francesco Pingitore, 1992), Un bugiardo in paradiso (Enrico Oldoini, 1998), Ex (Fausto Brizzi, 2009), Bianca come il latte, rossa come il sangue (Giacomo Campiotti, 2013), Il professor Cenerentolo (Leonardo Pieraccioni, 2015). S’è fatto conoscere dal grande pubblico nella parte del capitano Anceschi, nella serie Don Matteo. In precedenza era stato don Bosco nell’omonimo sceneggiato di Rai Fiction e Lux Vide. Visto anche in: Dio vede e provvede 2 (1997), Padre Pio (2000), Distretto di polizia (2000), Maria Goretti (2003), Meucci – L’italiano che inventò il telefono (2005), San Pietro (2005). Dal 2006 al 2008, e poi di nuovo dal 2013 al 2017, ha condotto Affari tuoi, il gioco dei pacchi in onda su Rai 1. Gliene è venuta una grande popolarità. Dal 2018, dopo la morte di Fabrizio Frizzi, ha preso il suo posto come presentatore de L’Eredità (Rai 1) • «Ognuno ha qualcosa da dire sulla “ghigliottina”. Quegli ultimi quindici minuti del programma che tutte le sere su Rai 1 sbanca l’Auditel sfiorando i 5 milioni di spettatori con il 25% di share, hanno creato una community gruppi WhatsApp, Twitter, sfide tra studenti. “È come se cenassi tutte le sere a casa degli italiani” racconta Insinna, il giaccone da marinaio blu vintage come il ciuffo dei capelli, dimagrito e felice del successo. “Vince il gruppo, abbiamo autori fantastici, negli uffici di Magnolia c’è chi studia le domande, chi seleziona i concorrenti, il risultato è questo. Lo studio della Rai diventa la casa di tutti. Ci scrivono: ‘Tu ceni con noi’ e io sono onorato”» (Silvia Fumarola, la Repubblica, 24/11/2019).
Titoli di testa Prima di salire sul palco è sempre teso. «“Se lo spettacolo è alle ventuno, posso parlare al massimo fino alle 19.20; staccare con il mondo è un regalo che concedi a te stesso, ti concentri solo su quella ‘cosa’ che insegui da quando hai otto o nove anni; […] io l’ho visto Luigi Proietti in arte Gigi Proietti dietro le quinte: silenzio, si preparava e iniziava la guerra”. Così ancora oggi. “Magari sono diventato un pochino più bravo a non mostrare la tensione, ma guardo sempre la porta e penso alla fuga, mi ripeto ‘ma chi ce lo fa fare di morire d’infarto tutte le sere?’; ma dopo quella paura si tramuta in bello”» (Alessandro Ferrucci, il Fatto Quotidiano, 25/4/2021).
Vita Figlio di Salvatore e Rossana Insinna. «Mio padre è siciliano, è stato medico della Marina, e mi ha trasmesso il senso del dovere, il sacrificio, la dignità. Per molti, oggi, parole astruse... Non per me, che, come tutti i ragazzini, chiedevo le scarpe di quella marca, i jeans di quell’altra, i libri di scuola nuovi e non quelli usati di mia sorella. “Bandiera vecchia, onor di capitano”, era la risposta di mio padre» (a Micaela Urbano) • «Devo tutto alla mia famiglia, continuo a pensare che il regalo più grande sia essere amati, ringrazio mio padre e mia madre. Ho avuto un grande esempio. Mia madre non l’ho mai sentita dire a papà: “Non mi sorprendi, parto con un maestro di tango”. Anche papà, dopo una vita insieme, non sarà stato più sorpreso da mamma. Però erano uniti. Pensi che la chiudeva in macchina quando uscivano a fare le commissioni. Io e mia sorella lo prendevamo in giro. Un giorno, leggendo il giornale, trova una notizia: “Lascia la moglie in macchina, la buttano fuori in corsa”. Ci fissa: “Visto come ho prevenuto per anni incidenti del genere?”» (alla Fumarola) • «Da piccolo che giochi faceva? “Imitavo Dino Zoff: mi tagliavo i capelli come lui e giocavo in porta con la maglia grigia. Poi giocavo al cowboy in corridoio. Cappello e cinturone in vita, prendevo una scopa immaginando che fosse un destriero e nitrivo. Ancora oggi, se a L’Eredità capitano domande con i cavalli, faccio “iiihhh!”. È un messaggio in codice per mamma che mi guarda”» (Giusy Cascio, Tv: Sorrisi e Canzoni, 5/11/2020) • A otto anni lo portano a vedere Aggiungi un posto a tavola, con Jhonny Dorelli: lui rimane incantato davanti alla reazione del pubblico. A quindici, assiste a A me gli occhi, please, di Gigi Proietti, ed è un colpo di fulmine. «Ricordo in maniera nitida, quasi alla moviola, dove ero e cosa ho pensato all’uscita del teatro. Mentre slegavo il motorino dal palo, riflettevo. “Questo signore, da solo, fa ridere e commuovere. Che mestiere fantastico”» • «Il sacro fuoco del teatro covava dentro, ma senza sfacciataggine, privo del coraggio sufficiente per manifestarsi» • Flavio prende la maturità classica al liceo Augusto di Roma, esce con 56/60. Nel 1984, dopo il servizio militare, tenta la carriera nei Carabinieri. «La tradizione dell’Arma appartiene a molti rami della mia famiglia. Diciamo che ho respirato questo tipo di atmosfera da ragazzo e mi sono sempre trovato bene con questi uomini in uniforme». Al test di ammissione, però, lo bocciano. La sua vocazione è un’altra e capisce che è venuto il momento di dirlo ai genitori. «“Davanti ai documenti universitari belli apparecchiati, ho deciso di non nascondere la verità: ‘Dobbiamo sederci e parlare’”. Un outing. “Premessa: se non avessi il terrore, e sottolineo il terrore, degli aghi, avrei seguito l’esempio di mio padre, ma sarei svenuto con la siringa in mano […] Comunque alla fine, dopo la mia dichiarazione, il capolavoro è stato di mamma: per un paio di anni si è “vestita” da Onu, e ha ricucito tra me e mio padre, anche bluffando con l’uno e con l’altro sulle nostre reali intenzioni. ‘Papà ha detto che potrebbe venire a vederti’; ‘A Flavio farebbe molto piacere se andiamo da lui’”. Suo padre? “Si tranquillizzò quando si rese conto del mio impegno, della dedizione; lui traduceva il ‘voglio diventare attore’ con ‘non ho voglia di fare nulla’; per un po’ gli restò il timore per il futuro. ‘Se va male, cosa farà?’”. Questa domanda non se la poneva? “Allora no”» (Ferrucci) • La prima ad aiutarlo è sua sorella, Valentina, che lo iscrive a sua insaputa alla scuola di teatro di Alessandro Fersen. «Quasi senza preavviso, mi trovai davanti al banchetto dove ci si metteva in nota per il laboratorio di Gigi Proietti, in fila con altri seicento aspiranti. Fui preso. L’avventura è cominciata così» (a Rita Sala) • «Lino Guanciale racconta: “Proietti ci ha insegnato a non dare del tu al palco”. “A noi diceva: ‘Se salite, è guerra, pure per cinque minuti, non è che ai saluti vi potete scusare’; quindi sì, è un gioco, ma uno si deve preparare bene, altrimenti alla fine ti può segnare anche l’ultima squadra del campionato; i francesi, prima di entrare in scena, dicono ‘andiamo a vendere cara la pelle e a difenderci’”. La giusta tensione. “Sempre alla scuola di Proietti, per una settimana, venne Arnoldo Foà: ‘Ragazzi, cercate sempre il signor Qualcuno’. Noi, lì per lì, non capimmo. E allora: ‘Ero in tournée: una domenica pomeriggio ero in un paesello sperduto, e pensavo: ma tanto chi deve venì?. E l’ho fatta un po’ così, perché siamo esseri umani, e quando già pensavo al ristorante, mi ritrovo in camerino un critico famosissimo. Mi volevo ammazzare’”» (Ferrucci)«Ricordi la tua di emozione quando hai cominciato? “Certo! Il mio primo film era con Diego Abatantuono, Figli di Annibale. La notte precedente il primo giorno di lavoro mi venne la febbre a 40 per l’agitazione. Giravo nella stanza con la coperta addosso, sperando di sudare e di farla scendere, ma niente. Arrivai sul set trascinandomi e Diego da lontano mi chiamò: ‘Ma che fai lì da solo? Vieni!’. Cominciammo a chiacchierare e la febbre magicamente scese. Diego ebbe un effetto terapeutico (ride). Il segreto è nel come si viene accolti”» (Stefania Zizzari, Tv: Sorrisi e Canzoni, 27/9/2019).
Amore Single incallito. Quando le signore gli chiedono: «Perché non si sposa?», risponde: «Non sono un grande affare, sono complicato» (Silvia Fumarola) • «Le donne passano, capiscono e scappano via. Anche con addii pirotecnici. Ci sono due o tre ex che prego di non incontrare mai. Ho detto delle cose… In quei momenti la lingua va più veloce del cervello». Nessuna delle sue fidanzate ha mai ottenuto di conoscere sua mamma. Questo perchè lei, troppo sensibile, «si affezionerebbe anche a un peluche» • Nel 2007 sul palco dei Telegatti raccontò questo episodio: «Ero lì pensieroso fuori da un bar di Viale Mazzini quando mi si è avvicinato un tizio altissimo. Era Pasquale Romano, l’autore di Affari Tuoi, napoletano doc che mi dice: “Ehi Flavio, vieni a fare un provino da noi, mi piaci perché non ti si vede mai in giro nei locali, non sei sui giornali. Uè ma comm’è?”. Vivo a casa con i miei, esco poco e mi faccio i fatti miei, gli ho risposto io. E lui: “Hai 41 anni, non sei fidanzato, non sei sposato, manco uno scandaletto, una foto, una velina. Uè, ca sì ricchione tu?”». Vladimir Luxuria, allora deputato di Rifondazione comunista, se ne adontò • Ad agosto 2016, spuntarono sull’albo pretorio del comune di Milano le pubblicazioni del matrimonio con la giornalista Rai Graziamaria Dragani, ma non ci fu mai nessuna conferma ufficiale delle nozze • Oggi le cronache rosa lo danno fidanzato con una Adriana Riccio, classe 1978, insegnante di Taekwon Do, conosciuta nel 2016, quando lei partecipò come concorrente ad Affari Tuoi (gareggiava per la regione Veneto, vinse 36 mila euro) (iO Donna, 24/5/2021).
Dolore Dopo la morte del padre ha attraversato un periodo di depressione: «Non avevo più voglia di fare nulla. Non avevo più niente da dire. Sono la prova che “the show must go on” è una balla, lo spettacolo si può fermare, non deve per forza andare avanti. Sono un privilegiato, perché se lavori in fabbrica non puoi fermarti. Il dolore mi ha schiacciato, ho sentito il bisogno di riprendere fiato, di occuparmi di me. Scrivere mi aiuta, scrivo da quando ho 13 anni. Il mio primo libro, Neanche con un morso all’orecchio, spiega tutto l’amore per mio padre, il vuoto che ho sentito».
Tifo Romanista. «È dalla prima elementare che vado allo stadio con le stesse persone. Prima accompagnati dai genitori, poi nella Sud. Ma a una certa età non si può più stare in piedi novanta minuti. Nei Distinti sto bene» (a Giancarla Ghisi).
Scaramanzia «A teatro mi allaccio per tre volte una scarpa; se sul palco trovo un chiodo storto, lo prendo, e a fine tournée ne ho lo zaino pieno; infine se cade a terra il copione, lo batto tre volte» (Ferrucci).
Vizi «Mannaggia, le sigarette» (ibidem).
Religione «Com’è il tuo rapporto con la fede? “Sono cresciuto in una famiglia cattolica e sono credente. Poi è la vita che ti avvicina o ti allontana dalla fede. Sembra strano ma il mio lavoro mi ha aiutato molto in questo. Come sai, ho interpretato molte volte il ruolo di un sacerdote e lo considero un regalo perché ho incontrato sacerdoti veri che, dopo aver visto le fiction, mi hanno voluto conoscere. Dopo la messa in onda di Don Bosco, per esempio, sono stato invitato in molti oratori perché i ragazzi erano rimasti colpiti dalla mia interpretazione del Santo. Sono state frequentazioni che mi hanno permesso di riavvicinarmi alla fede in maniera più pensata, con una consapevolezza maggiore. Ma ciò che mi colpì di più furono le parole di un prete che un giorno mi disse: ‘Molto spesso si entra in chiesa e si comincia ad elencare le cose che si vorrebbero senza provare ad ascoltare che cosa vuole il Signore da noi. Lo stesso Don Bosco ricordava ai suoi ragazzi che siamo noi ad avere bisogno del Signore e non Lui di noi’. Ecco, se tutti noi cominciassimo a riflettere su questi concetti la nostra prospettiva di fede cambierebbe molto. Perché, se sei credente è impossibile non aprirsi alla vita, agli altri e cercare di fare un po’ di bene. E anche questo me lo insegnato papà”» (Monica Sala, Famiglia Cristiana, 12/10/2013).
Impegno Fa volontariato con Emergency e la Comunità di Sant’Egidio. Aveva una barca, la Roxana, ma ha deciso di donarla a Medici senza Frontiere come «aiuto per i migranti». Ha visitato i licenziati dalla Whirlpool a Napoli e le baracche dei braccianti del foggiano. Si è detto favorevole alla patrimoniale. Famosissimo il suo intervento a Cartabianca (Rai 3, con Bianca Berlinguer), in cui diceva: «Sarò felice quando vedrò un bambino salvato dal mare sulla barca», «Mio padre mi ha insegnato che la solidarietà in mare vale molto di più di quella prestata in terra», «I muri non vanno eretti: vanno abbattuti. Chi ha coraggio, i muri li butta giù», «Chi parla di invasione mente a se stesso: noi siamo testimoni di un’evasione», «Se non capiamo che ci dobbiamo conoscere e integrare, siamo destinati a scomparire», «Perché dovrei oppormi alle unioni civili? La felicità degli altri non toglie nulla alla mia», «Diffido della tolleranza: la tolleranza è razzismo gentile, l’integrazione è Civiltà», «Come vorrei vivere in un Paese gentile», «La politica, se non ami le persone, non la puoi fare. Basta col dare la responsabilità solo ai politici: ne abbiamo anche noi, perché siamo noi che li votiamo», «Vorrei vedere il dottor Landini ministro del Lavoro», «Come diceva don Milani, il mondo non si divide in italiani e stranieri, ma in oppressi e oppressori. E io starò sempre dalla parte degli oppressi». Si arrivò a parlare di una sua discesa in politica.
Nana di m***a Il 23 maggio 2017, pochi giorni dopo l’intervento a Cartabianca, su Canale 5 Striscia la Notizia, sempre molto critica con Affari tuoi, che accusava di essere un gioco taroccato, pubblicò dei fuorionda di Insinna registrati durante una puntata dello speciale del gioco. Si scoprì così che Insinna ha un carattere fumantino, che si arrabbia facilmente e che intendeva taroccare il gioco per aumentare l’audience. «Ce devo gioca’ io. La merce la lavoro io! Si fa una riunione. Tu sei il produttore? Tu sei quel ca**o del capo del Cristo? Mi dici: “Alle 3 ci vediamo e si guardano quelli delle puntate! E io te dico: “Questa è una me**da, questa è una me**da, questa è una me**da. Tu allarghi il sorteggio, si trova la parola nel regolamento. Hanno truccato le votazioni per fare la Repubblica, se no rivotavano la monarchia… Non possiamo mettere dentro la busta cinque simpatici?». Insultava i collaboratori: «Che cosa c’avete nel Q.I più de me?» e i concorrenti per la loro scarsa avvenenza («Abbiamo preso una nana che parla con le mani davanti alla bocca, se no sta muta!»), per la loro poca verve («Quando li ho visti, 6 di questi li avrei presi a zampate nel c**o. C’è un Dio, se vinci 20 centesimi è perché sei moscio»), o perché si ritiravano presto dal gioco accettando vincite modeste («Una nana, una nana ha giocato! La si porta di là, la si colpisce al basso ventre, e le si dice: “Adesso tu rientri e giochi”, perché è Rai Uno, non è Valdaosta News de li mortacci tua!. Siamo riusciti a prendere degli str**zi, c’era l’orchestra, c’era la simpatia, un po’ de bucio de c**o, i soldi, i vip, abbiamo preso una nana di me**a che non parla! Metti una foto piccola di quella str**za, con scritto gigante: “Si accontenta presto e perde 150 mila euro!”» (le testimonianze raccolte da Striscia sono tantissime, guardale qui).
Bestemmie Striscia trasmise anche un fuorionda in cui Insinna bestemmiava. Commento di Ficarra e Picone: «Dopo essersela presa con una signora molto bassa, ora se la prende anche con l’Altissimo».
Polemiche «Diffondeva bonomia e buon senso campagnolo e poi è stato registrato mentre inveiva – fuori onda, e senza che lei sentisse – contro una concorrente troppo moscia […] colpevole di rovinargli l’audience. La registrazione è stata diffusa da Striscia la Notizia, che invece in audience ci avrà guadagnato. Che strana la vita: uno sbrocca per l’audience, e finisce col fare del bene all’audience della concorrenza. Comunque, abbiamo scoperto che siamo tutti migliori di Insinna. Pare di vederla, la giuria popolare di internet (ah, se internet l’avesse avuto Stalin...), i milioni assisi sullo scranno a tastiera, lì tutto il giorno ad aspettare l’imputato di turno e poi emettere la condanna, che non prevede attenuanti generiche » (Mattia Feltri, La Stampa, 26/5/2017) • «“Questa è RaiUno non Val d’Aosta News!”. Finalmente uno slogan convincente per farci pagare il canone in bolletta. La solidarietà aziendale in forma di tweet di Andrea Fabiano non basta. Bisognerebbe invece ringraziarlo, Flavio Insinna. Perché nel momento più buio della Rai ci ricorda come anche nel servizio pubblico si può lavorare con rabbia, aggressività, altissimi livelli di incazzatura, insulti sfrenati ad autori e concorrenti inclusi. Tutto per provare a dare il massimo, scuotere dalla sonnolenza la squadra con cui lavori, dare dignità a quello che fai» (Andrea Minuz, Il Foglio, 26/5/2017) • «Perché pensa che Antonio Ricci ce l’abbia con lei? “Perché ho avuto l’ardire di condurre un programma che andava nel suo stesso orario, e andava anche bene. E poi perché sono l’unico, insieme a Bonolis e a Fabrizio Del Noce, ad avergli risposto per le rime” […] Se avesse davanti Antonio Ricci, che cosa gli direbbe? “Gli direi ‘parliamoci’. E gli chiederei ‘che t’ho fatto?’. Perché tutto questo odio”» (Tommaso Labate, Corriere della Sera, 30/5/2017) • «Deve solo ringraziare che mi sono fermato» (Antonio Ricci).
Curiosità È alto 1 metro e 74 • Si definisce «Calimero» • «Sono di carattere tendente al crepuscolo, segno del Cancro, ho le mie malinconie. Se accetto di andare a cena fuori poi devo cercare di offrire il meno peggio di me. Se no, non vado» • Soffre di insonnia e bulimia nervosa. Quando abitavano insieme, la mamma gli nascondeva le mozzarelle e l’avanzo di parmigiana • Legge tantissimo • Ha venduto la moto dopo che alcuni amici hanno fatto degli incidenti • Non porta l’orologio • Non ha il computer («uso carta e penna») e non usa mai internet: non gli piace • Contrario alla caccia, tanto che Camillo Langone l’ha definito «l’uomo perfetto per la donna insalatara» • Ha una tartaruga, Lilli, di 50 anni e un gatto di tre • Suona il sassofono tenore e con i primi soldi guadagnati s’è comprato un pianoforte • Colleziona strumenti musicali • Gli piacciono l’opera (soprattutto Puccini) e Frank Sinatra • Gli è capitato di denunciare due stalker che lo tormentavano: una si spacciava per sua fidanzata e telefonava ai giornali lamentando botte e violenze • Ha doppiato Baymax, uno dei personaggi del cartone Disney Big Hero 6 • Gli dispiace di non aver avuto figli • Ammette di essere verboso • Dice di non riuscire mai ad azzeccare la parola della ghigliottina. «Vorrei morire e mettere sulla lapide: non era mai svogliato. Accanto a quella di Gassman “mai fu impallato”. Chi ce se mette davanti a lui!».
Titoli di coda «Chi è lei? “(Sorriso più sospiro) Lo dovrebbe chiedere al mio analista; però sfrutto l’epitaffio di Cyrano: “Qui riposa Cirano Ercole Saviniano Signor di Bergerac, che in vita sua fu tutto e non fu niente!”. E aggiungo: sono uno fortunato”» (Ferrucci).