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 2021  giugno 14 Lunedì calendario

Biografia di Paola Pigni

Paola Pigni (1945-2021). Mezzofondista. Bronzo nei 1500 alle Olimpiadi di Monaco (1972). Tra il 1969 e il 1973 stabilì vari primati mondiali (miglio, 3000, 5000, 10000). «Lo sport femminile italiano le deve moltissimo, senza Paola Pigni oggi le donne non correrebbero né in pista, né sulle strade e nei parchi. Stabilì due record mondiali: nei 1.500 nel ’69 e nel miglio nel ’73. Quando arrivò terza nei 1500 ai Giochi di Monaco nel ’72, migliorando il suo record italiano tre volte nel giro di cinque giorni, dietro a due atlete dell’Est (“Un furto, chi era davanti a me era drogato, doping di Stato”), fece la sua rivoluzione, dimostrando che le ragazze italiane non erano fragili, né timorose davanti allo sforzo e alle responsabilità. Le mamme allora non facevano fare sport alle figlie, altrimenti nessuno le avrebbe sposate: troppi muscoli nel corpo e nella mente. Ma Paola era magra da far paura. “A dieta non ci sono mai stata, non ne avevo bisogno, ero uno scricciolo di 55 chili, anzi ricordo la trasgressione di andare a comprare un etto di salame e di nasconderlo sotto il letto durante un ritiro”. Era nata nel ’45, figlia di due cantanti lirici della Scala, padre tenore, madre soprano (di Barcellona), a Milano frequentando la scuola tedesca e abitando davanti all’Arena sentiva dall’altoparlante dello stadio annunciare le gare. Così iniziò a correre davanti a casa, senza fermarsi più. “Per le strade la gente mi prendeva in giro, ma io mi facevo anche 45 chilometri, con la nebbia e con un freddo pazzeschi. O da sola o con gli uomini. Non ho avuto una vita facile, mio padre è morto quando avevo 23 anni, per aiutare mia madre ho iniziato a lavorare, mi alzavo alle cinque, andavo in azienda, non mangiavo, la sera tornavo ad allenarmi. Diventavo sempre più forte e ho trovato chi credeva in me, Bruno Cacchi, che poi è diventato anche mio marito. Sono stata la prima a correre le lunghe distanze, anche la maratona, anche le campestri, mi piaceva il terreno fangoso, quella fatica era un inferno, non era da donne dicevano, a me invece garbava. Ho aperto una strada e questo non me lo toglierà mai nessuno”» [Audisio, Rep].