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 2021  giugno 11 Venerdì calendario

Biografia di Francesco Renga (Pierfrancesco Renga)

Francesco Renga (Pierfrancesco Renga), nato a Udine il 12 giugno 1968 (53 anni). Cantautore • «Una delle nuove stelle del pop italiano (Felice Liperi) • «È sempre un piacere sentirlo cantare» (Leonardo Iannacci, Libero 18/2/2014) • «Ha iniziato la carriera nel gruppo Timoria; ne ha fatto parte fino al 1998 registrando con loro sette dischi. Nel 2000 ha debuttato come solista con l’omonimo Francesco Renga e ha partecipato per la prima volta al Festival di Sanremo ottenendo il premio della critica con Raccontami. In seguito ha pubblicato gli album: Tracce (2002), Camere con vista (2004), Ferro e cartone (2007), Orchestraevoce (2009, Disco di platino), Un giorno bellissimo (2010), Fermoimmagine (2012), Tempo reale (2014), Scriverò il tuo nome (2016) e L’altra metà (2019). Nel 2018 è stato coach del talent show The Voice of Italy. Del 2021 è la sua ultima partecipazione al Festival di Sanremo con il brano Quando trovo te» (Treccani) • «Chi è Francesco Renga? “Un uomo fortunato cui non è stato regalato nulla – e per fortuna, se mi passa il gioco di parole”» (Silvia D’Onghia, il Fatto Quotidiano, 28/4/2017) • Ha detto: «Sono un cantautore per necessità più che per virtù: se trovassi delle belle canzoni, giuste per me, le canterei subito».
Titoli di testa «Fate l’amore, non ascoltate Francesco Renga. L’interprete sanremese, che ha della canzone un’idea tutta polmonare, come un ingorgo di decibel, apnee, sforzi e smorfie, al festival ha portato un brano che può piacere giusto a un loggionista o a Mario Luzzatto Fegiz (“costrutto musicale splendido e ottimi versi”), tanto ridicolmente melodrammatico che a un certo punto sembra stia per cantare “Amami Alfredo” ma a metà nota si ricorda che l’autore non è Verdi bensì Elisa, quell’altra cima, e allora dice “Amami ora”» (Camillo Langone, Il Foglio 21/02/2014).
Vita Figlio di Salvatorico e Jolanda Renga. Il padre, di origini sarde, è maresciallo della Guardia di finanza, di stanza a Muggia, in provincia di Trieste. La madre è di origini siciliane. «Sono nato a Udine ma soltanto perché mio padre era stato trasferito da poco lì, in Friuli, a lavorare. Poi conobbe mia madre, si innamorarono, si sposarono, arrivarono i figli: e restammo al nord» (a Daniele Gamberini, L’Unione Sarda, 29/7/2010) • Francesco ha un fratello, Stefano, di otto anni più grande, e una sorella gemella, Silvia. Quando lui ha due anni, sempre per via del lavoro del padre, la famiglia si trasferisce a Brescia. «Le uniche origini che sento mie, e che cerco di rivisitare con costanza, sono quelle della Sardegna. Da bambino passavo le mie estati dai miei nonni, loro abitavano a Tula, sul lago Coghinas. Mi resterà impressa per tutta la vita l’immagine di mio nonno, incarnazione perfetta del fiero uomo sardo. Forte, sicuro, orgoglioso. Onesto. Leale. Mi ricordo quando stava seduto nel porticato e con la pattadese tra le mani tagliava i pezzi di pecorino, o la frutta che aveva appena raccolto» • «Lei è considerato un sex symbol: ha iniziato a cantare per quello? “Non ho mai avuto problemi con le donne, sono sempre piaciuto. Scherzi a pare, la verità è che a 14 anni, appena sono entrato in una sala di registrazione, ho deciso che avrei fatto il cantante. Questo mi ha permesso di non disperdere energie e di avere un faro, una stella, anche in momenti drammatici: l’unico modo per cercare di essere risolto era quello di cantare e scrivere canzoni”» (Valerio Palmieri, Chi, 19/02/2014) • «Nel 1984 Francesco partecipa a un concorso musicale con i Modus Vivendi, un gruppo fondato con alcuni amici. Nella stessa gara conosce i Precious Time – i futuri Timoria – che gli propongono di unirsi a loro. Nel frattempo, nemmeno ventenne, muore la madre Jolanda, un lutto che lo segna nel profondo. Il gruppo, nel quale milita anche Omar Pedrini, pubblicato il primo album ufficiale nel 1990, Colori che esplodono, diventa seguitissimo anche a livello europeo. Sono gli anni del grunge di Kurt Cobain e band associate e i bresciani ne subiscono profondamente l’influenza. La svolta avviene nel 1991 con la partecipazione al Festival di Sanremo Giovani, dove vincono il Premio della Critica – istituito per l’occasione: evento che li catapulta immediatamente nel firmamento artistico italiano. Seguiranno dischi di successo come Ritmo e dolore e il concept album Viaggio senza vento. Ma al culmine della loro fama nell’amalgama della band qualcosa non funziona più; i dissapori tra i due leader dopo la pubblicazione nel 1997 di Eta Beta fanno salire la tensione fino al punto in cui Renga lascia, è il 1998. Dopo l’abbandono, per qualche mese i rumors vogliono Renga al posto di Piero Pelù nella nuova formazione dei Litfiba. Francesco smentisce categoricamente visto che cantare nuovamente in un gruppo è l’ultimo dei suoi pensieri. Sceglie piuttosto la carriera solista affidandosi a Fabrizio Barbacci, già produttore di Gianna Nannini e dei Negrita. E nel 2000 pubblica il suo primo album, intitolato semplicemente Francesco Renga, l’anno dopo vince nuovamente il Premio della Critica a Sanremo, categoria Nuove Proposte, con la romantica rock ballad Raccontami…» (Elsa Ungari, iO Donna, 27/2/2021) • «Cosa accadde nel 2000, alla sua prima partecipazione? “Ho conosciuto la mamma dei miei bambini, il Festival mi ha portato fortuna» (Palmieri)
Amori Per anni legato alla Angiolini. «Ai tempi Ambra lavorava per una radio e io, che sono sempre un po’ avulso dal contesto, sapevo che aveva fatto Non è la Rai, ma ho visto subito la persona, non il personaggio. Diciamo che, sì, è stato un incontro folgorante”» (Palmieri). Del resto, prima di conoscerla, lui non aveva mai visto nemmeno una puntata di Non è la Rai. «Quelli per me erano anni da rockettaro scatenato. Lei andava in onda di pomeriggio, io a quell’ora dormivo. Per me non esisteva» (Andrea Scarpa, Vanity Fair 11/10/2007) • Ambra per lui si trasferì da Roma a Brescia: «Io ho sempre avuto moltissime insicurezze fisiche. La prima sera che ci siamo visti a casa mia lui si è messo in maglietta e mutande a farmi l’elenco di tutti i suoi difetti. E io ho pensato: “Se lo sta facendo per me, è davvero l’uomo della mia vita”» (a Paolo Martini, Chi 31/8/2011) • Due figli: Jolanda, come la madre di lui, (n. 2004), Leonardo (n. 2006). «Per circa una decina d’anni, Ambra e Francesco crescono i piccoli nella loro casa di Brescia mentre, parallelamente, Ambra diventa una delle attrici impegnate più richieste del panorama italiano. Poi, nel 2015, la coppia entra in crisi e, come un fulmine a ciel sereno, si separano» (Ungari). Lui: «Ambra e io abbiamo avuto l’intelligenza di renderci conto che era arrivato il momento in cui, per non fare implodere la situazione, c’era bisogno di buttare il cuore al di là dell’ostacolo. Litigare, farsi del male, può essere gratificante sul momento ma a lungo andare distrugge tutto». Lei: «Lo abbiamo deciso insieme. Non volevamo che tutto morisse senza che nemmeno ce ne accorgessimo, a forza di fingere che non stesse succedendo niente» • Ora lui sta con tale Diana Poloni, responsabile delle risorse umane nel campo della ristorazione, cui ha dedicato Aspetto che torni. La prima volta che vennero paparazzati assieme, Dagospia titolò: «La legge del Renga, chi ha la bionda se la tenga».
Politica «Provo nausea per il teatrino della politica. Non sopporto che si indichi in Berlusconi l’origine di ogni male. Detesto i moralisti, i salvatori delle coscienze a comando. In Italia c’è un pensiero dominante rispetto al quale mi sento fuori dal coro» (a Fabio Santini, Libero, 18/11/2010) • «Abbiamo una classe politica che non ci meritiamo. Triste vedere che finiscono nei guai per essersi comprati lo shampoo coi soldi dei rimborsi e si fanno prendere come ladri di galline. Grillo è stato fondamentale per la rottura. Renzi forse sarà più efficace da un punto di vista pratico» (ad Andrea Laffranchi, Corriere della Sera, 4/2/2014).
Impegno «Guai a lanciare messaggi politici nelle canzoni. Io canto i dubbi, le paure, l’amore, la vita di coppia. La politica è la celebrazione dell’effimero. I sentimenti sono sculture imperfette ma inattaccabili» (Santini).
Plagio? Nel 2014 insinuarono che la sua canzone A un isolato da te, testo e musica di Roberto Casalino, presentata a Sanremo ma escluso al Televoto, fosse un po’ troppo simile a The Winner takes it all degli Abba. In particolare, quando lui canta «Hai sentito dire che l’amore, vive solo a un isolato da te / come mai non l’hai incontrato prima che» metrica e melodia ricordano il punto in cui gli svedesi dicono «I don’t wanna talk / about the things we’ve gone through / though it’s hurting me / now it’s history / I’ve played all my cards...»
Curiosità È alto 1 metro e 78 e pesa 79 chili • Vive a Brescia • Non stravede per la tecnologia • Nel 2008 ha aderito al progetto Africa Works ideato dal cantante Youssou N’Dour e sponsorizzato dalla Benetton, per lanciare il microcredito in Senegal • Dal 2014 il suo produttore è Michele Canova, lo stesso di Jovanotti, Tiziano Ferro, Giorgia e Biagio Antonacci • Guarda Real Time • «È un padre molto presente. “Sono molto complice, Ambra è quella severa, io ho l’età dei miei figli: Iolanda ha dieci anni e mi sta superando, con Leonardo, che ne ha 7, il rapporto è paritetico”» (Palmieri, 2014) • «Le sole bugie che dico sono “bianche”, per proteggere i miei figli dalla cruda realtà. Per esempio, se vedo una prostituta per strada magari non gli dico che ci sono papà che di nascosto vanno a comprare sesso» (Silvia Bombino, Vanity Fair 12/2/2014) • Ha ancora zii e cugini a Sassari • Suo padre Salvatorico, malato d’Alzheimer, è morto a ottobre 2020 in una casa di riposo. La canzone Angelo era dedicata a lui.
Titoli di coda «“Stiamo facendo solo sesso”, gorgheggia verso la fine, un po’ lamentandosene per intanto cantandolo, e basta il concetto perché la riduzione ginnico-ginecologica dell’amore si compia e dalla riduzione alla distruzione il passo è breve, chiunque abbia letto i libri del grande statistico Roberto Volpi sa che in Italia da quando si dice “fare sesso” anziché “fare l’amore” non si fa più niente, per la semplice ragione che l’esibizione nuoce all’esecuzione, insomma non ascoltate Francesco Renga, la sua canzone lo fa diventare piccolo, come una doccia fredda» (Langone).