28 giugno 2021
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Biografia di Anne-Sophie Mutter
Anne-Sophie Mutter, nata a Rheinfelden (Germania) il 29 giugno 1963 (58 anni). Violinista. «Nelle fotografie che la ritraggono sulle copertine dei suoi dischi sembra una top-model. Ma una top-model particolare, profonda ed enigmatica, prodiga di sguardi interrogativi e sfidanti. In un’immagine è fasciata da un vestito aureo: girata di schiena, ci guarda voltando il capo, mentre il tessuto stringe i fianchi sinuosi. In un’altra il viso è in primo piano, la bocca soffice, gli occhi ardenti, i lunghi capelli biondi stretti e raccolti all’ indietro, da casta diva. Un’ altra foto ce la mostra in jeans, sdraiata su un divano, e i piedi nudi da ninfa sono esibiti con grazia. Può una delle massime musiciste del nostro tempo avere quest’aspetto? La grande musica non richiede abnegazioni e supplizi? Può una signora tanto fascinosa suonare il violino come un angelo, fervida e sorvegliata, esatta, folgorante, ricca di tinte soffuse, tecnicamente formidabile nel centellinare i suoi incantesimi? La violinista tedesca Anne-Sophie Mutter dimostra che si può. E non c’ è trucco, non c’ è alcun inganno. Perché vista da vicino è anche più bella di come appare nelle foto. Non ha neppure il ‘callo’ dei violinisti, che macchia il collo e denuncia le ore trascorse con lo strumento letteralmente addosso» [Bentivoglio, Rep].
Titoli di testa «Io diva? Sono una mamma che lavora. Dive sono le cantanti, Maria Callas. Non c’è niente di glamorous, mi creda, in una donna che suona il violino»
Vita Aveva cinque anni quando chiese ai suoi genitori di farle studiare violino. Dieci quando debuttò come solista al Festival di Lucerna. La sua prima insegnante fu la famosa violinista Alda Stucchi Pieraccini • «Quando suonai a Lucerna non sapevo com’era importante quel concerto, la mia insegnante non me l’aveva detto, il che fu saggio da parte sua, perché così non avevo paura. La sede, per noi giovanissimi, era una villa privata, con arazzi alle pareti, vasti saloni e un gran caldo. C’erano molti tappeti, ricordo di essere scivolata. Quel concerto mi cambiò la vita. Il clamore fu tale che Karajan mi chiamò per un’audizione» [a Leonetta Bentivoglio, Rep] • A tredici anni fu scoperta da Herbert von Karajan. «A volte mi capita di sentire alla radio un brano e di emozionarmi tanto da piangere. E scopro che è Karajan a dirigere. Nelle sue esecuzioni non c’è mai un momento in cui la musica è ”semplicemente” suonata bene, senza intensità né significato. È una qualità che si trova raramente nelle interpretazioni degli ultimi 25 anni. Aveva un culto tremendo della disciplina, che però viveva in lui come conseguenza naturale del suo amore per la musica. Era un uomo meraviglioso, ma poteva essere molto duro. Con quel suo terrificante sguardo blu era capace di fulminare gli orchestrali. Ma in tal modo riusciva anche a tirare fuori il meglio. Quanto al suo insegnamento, avere un punto di vista molto personale è l’essenza del fare musica, e lui me l’ha trasmessa. Libertà e massimo coinvolgimento emotivo: questo mi ha insegnato Karajan» [Bentivoglio, Rep] • A quindici anni il musicista svizzero Paul Sacher la fece suonare con la sua Kammerorchester Basel • Nel 1980, debutto negli Stati Uniti con la New York Philharmonic diretta da Zubin Mehta • «Quando comparve sulla scena musicale degli Anni Ottanta - alta, bionda, elegantissima nei bustier blu cobalto che esaltavano il suo pallore molto tedesco - lasciò tutti sbalorditi: mai una musicista classica aveva osato mostrare così impavidamente la propria bellezza. Era così brava che se lo poteva permettere» [Verna, Sta]. «Pensare che Karajan quando ero adolescente mi rimproverava che ero infagottata, troppo tedesca!» [Cappelli, CdS] • «La musica non è come un paio di scarpe, che si ordinano e sono subito pronte. La musica richiede tempo e ispirazione. Pazienza, anche. Io sono impaziente... ma non lo faccio vedere!» • «Sembra una ragazzina. Bella come una top-model, seppur minuta, pantaloni aderenti a grossi pois, sandali ciabatta ricamati. Non fosse per il suo prezioso Stradivari che tiene stretto come la coperta di Linus, non la diremmo una grande violinista» [Dubini, CdS] • «Il violino permette di scolpire la musica, dipingere un brano con un’ampia varietà di suoni. Ho mostrato uno dei miei violini qualche anno fa nello straordinario museo di Cremona, il cui direttore apre ogni giorno le vetrine e suona gli strumenti. Voi italiani siete gli unici a capire che devono vivere» • «Adoro Beethoven, con cui sento una speciale affinità. La sua musica respira di bellezza pura e di sensibilità della vita» • «Uno degli ultimi ricordi che ho dell´Italia (dove lavoro poco, perché mi programmo con anni di anticipo, e i vostri inviti arrivano sempre all´ultimo momento) risale al 2004, quando suonai in concerto con Muti a Milano, e in quell´occasione trovai altissimo il livello dell´orchestra. Sei mesi dopo esplose lo scandalo che portò alle dimissioni del maestro dopo quasi vent’anni. Mi ha inorridito il modo in cui lo hanno trattato gli orchestrali. Mi ha riportato al brutto clima che si respirava quando finì la relazione tra i Berliner e Karajan, dopo trentasei anni di collaborazione. A volte accade di scalpitare quando si lavora a lungo in determinate circostanze: un grande direttore può dare un senso di protezione contro la realtà, ed è allora che gli strumentisti cominciano ad opporsi» • Nel 2006 ha fatto un tour in Oriente: «mi ha colpito il modo passionale in cui la gente lo accoglie. Non mi aspettavo che gli abitanti delle parti più remote della Cina reagissero con tanto entusiasmo a una musica aliena, estranea alla civiltà che li ha formati. Eppure in Corea, come in Giappone o a Taiwan, potevo sentire e vedere che Mozart coinvolgeva adulti e bambini» [Bentivoglio, cit] • A Monaco ha una fondazione che si occupa di giovani musicisti di diversi paesi: «l’obiettivo, più che incrementare il loro talento in uno strumento specifico, è aprire al massimo la loro mente. Per diventare bravi musicisti non basta saper far bene musica da camera: bisogna conoscere sinfonie, opere, letteratura. Vivere, studiare, avere il senso della comunità. E cominciare a fare tutto questo molto presto» • Nel 2018 ha inciso per la Deutsche Grammophon il quintetto La Trota di Schubert e ha commissionato a André Previn Fifth Season «Gli ho chiesto lumi sul titolo: dice che è un riferimento scherzoso e riverente a un pezzo arciconosciuto come Le Quattro Stagioni di Vivaldi. Io l’avrei chiamato Fantasia: perché è in un solo movimento con differenti aspetti, ha richiami jazz, elementi di improvvisazione, una grande cadenza. Lo suonerò accanto a un brano di Bach e alla Seconda Sonata di Penderecky, che ha scritto per me e che inciderò in una retrospettiva a lui dedicata» [Cappelli, CdS] • Nel 2019 «Anne-Sophie Mutter e la sua eleganza, il simbolo della musica classica, suona John Williams, il compositore del cinema, 5 volte premio Oscar, nel cd Across the Stars di Deutsche Grammophon ora presentato al Festival di Salisburgo. Il vostro è un incontro del terzo tipo… “Come il film di Spielberg per cui John scrisse le musiche. Con appena cinque suoni, esplorò quella storia e cioè il contatto tra gli esseri umani e gli extraterrestri. Che questo avvenga grazie alla musica, è straordinario”. In John Williams insomma non vive solo la dimensione epica. “Esatto. Anche se ha composto la colonna sonora per Superman, che certo non potevo usare nel cd. Abbiamo scelto temi che, trascritti per violino, strumento lirico senza nulla di eroico, in equilibrio con lo stile di John non perdevano la loro anima e struttura, da Harry Potter a Schindler’s list. John, che era amico di mio marito André Previn, ha studi classici alle spalle, alla Juilliard School. Voleva diventare pianista, si dedicò alla composizione pensando fosse più facile”. Ci sono echi di autori classici? “Sì, in Star Wars penso a Holst e Korngold, in Superman a Morte e trasfigurazione di Richard Strauss”» [Cappelli, CdS] • Nel 2020 ha avuto il covid: « Prima di contrarre il virus me ne stavo nel mio piccolo giardino, ho un cane e tanti giovani amici, sono gli studenti della mia Fondazione che vivono in una casa accanto. Facevamo giochi da tavolo, cucinavo per loro» [Cappelli, cit] • Da ultimo ha inciso il Triplo concerto di Beethoven. «Un pezzo positivo, solare, non drammatico, ingiustamente sottovalutato, può essere di grande conforto. È una conversazione a tre, come fra amici, uno comincia un discorso, l’altro lo prosegue e il terzo lo conclude. Ha la forma inusuale del Trio, per essere un concerto: il mio violino, il piano di Daniel Barenboim e il violoncello di Yo-Yo Ma. Con lui avevo inciso questo pezzo 40 anni fa. È rivoluzionario il cello che diventa solista» [ibid.] • Cosa chiederebbe a Beethoven? «Di sposarmi! Aveva un caratteraccio? Beh, ce l’ho anch’io. L’anniversario dei 250 anni dalla nascita può essere un’occasione per riscoprire i suoi ultimi pezzi, così avveniristici armonicamente» [ibid.]
Curiosità Anne-Sophie Mutter rinuncia alla spalliera e suona il suo Stradivari appoggiato sulla spalla nuda • Veste rigorosamente Christian Dior, senza maniche: «Non ho mai sofferto il freddo in vita mia, ho la necessità di muovere le braccia quando suono. Lo dico sempre, io non sono una violinista sexy ma una working mother, una madre che lavora. È da trent’anni che vesto Dior, molti stilisti di questo marchio si sono avvicendati nel tempo. Sono abiti che trovo comodi, non particolarmente trendy, piuttosto una linea classica ed elegante» • «Vi confesso una cosa, ora indosso solo i miei primi abiti Dior. Non mi sono piaciute le battute antisemite del suo stilista (John Galliano, che per questo fu licenziato e accusato in tribunale a Parigi, ndr). Forse era ubriaco in un bar, ma non importa, è una cosa che non ho tollerato» [a Cappelli, cit] • A proposito dello Stradivari Lord Dunn-Raven ha detto: «Ha una personalità fortissima. Non smette di sorprendermi, ha infiniti segreti da svelare» • Film preferiti Star is Born con Lady Gaga e Green Book. Tra le attrici apprezza Sophia Loren, Meryl Streep, Julianne Moore, Jeanne Moreau, Bette Davis «ma sono cresciuta con i film di Sergio Leone» [Cappelli, cit] • Non fuma «e ai miei fan dico di smettere per salvaguardare i polmoni» • Prima di presentare un pezzo al pubblico «gli dedico almeno due anni e mezzo» [ClassicVoice].
Amori Il suo primo marito – il tedesco Detlef Wunderlich, che lei sposò a 26 anni - era un amico del padre, l’avvocato di Karajan e aveva 28 anni più di lei. Morto di cancro nel 1995. Il secondo - André Previn - ne ha 35 di più. E a sua volta ha sempre amato donne molto più giovani: negli Anni Settanta era sposato con l’attrice Mia Farrow. È il padre adottivo di Soon Yi attuale moglie di Woody Allen • Dal 2006 Previn e la Mutter sono divorziati ma vivono da separati in casa • Il suo ideale amoroso, spiegò una volta Anne-Sophie Mutter in un’intervista, sono Filemone e Bauci, gli sposi innamorati e devoti della mitologia greca. Avrebbe voluto invecchiare insieme all’amore della sua giovinezza, ma così non è stato. Di quel matrimonio le sono rimasti due figli, Arabella e Richard. [...] [Verna, Sta].
Titoli di coda «Non capisco perché la religione abbia la priorità su arte e cultura. L’arte è un diritto fondamentale tanto quanto la libertà di praticare la propria religione» [Radioclassique].