Anteprima, 27 maggio 2021
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Biografia di Tarcisio Burgnich
Tarcisio Burgnich (1939-2021). Calciatore. Terzino destro e poi libero. Soprannominato “Roccia”. Giocatore di Udinese (1958-1960), Juventus (1960/1961), Palermo (1961/1962), Inter (1962-1974) e Napoli (1974-1977); vincitore di cinque campionati italiani (quattro con l’Inter, uno con la Juventus), una Coppa Italia (col Napoli), due Coppe dei campioni (con l’Inter), due Coppe intercontinentali (con l’Inter) e una Coppa di lega italo-inglese (col Napoli). Con la Nazionale italiana ha collezionato 66 presenze e due gol e fu campione d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970. Allenatore, dal 1978 al 2001 (Livorno, Catanzaro, Bologna, Como, Genoa, Vicenza, Cremonese, Salernitana, Foggia, Lucchese, Ternana, Pescara). Ha poi lavorato come osservatore per l’Inter • «In definitiva, sono stato di più in camera con Facchetti che con mia moglie. Si andava in ritiro il venerdì mattina quando c’erano le coppe, poi si dormiva insieme, sia all’Inter che in Nazionale. Ci volevamo bene» • «Fu Armando Picchi a chiamarlo “Roccia”. In una partita con la Spal arrivarono a contendersi il pallone Novelli, un’ala veloce, e Burgnich. Novelli rimbalzò a tre metri e rimase a terra come l’avesse investito un camion. “Ti capisco, sei andato a sbattere contro una roccia”, andò a consolarlo Picchi, che era un ex» (Gianni Mura) • «Un difensore duro e corretto, forte e affidabile. Senza Burgnich, Riva avrebbe corso più contratto, e Rivera sarebbe stato costretto a correre. Certo, non era Pelé; e quando nella finale di Messico ’70 O Rei “diede la strana sensazione di essere appeso a un ramo di mango” (copyright Gianni Brera: lo scrivesse oggi lo lapiderebbero come razzista e xenofobo), il braccio disperatamente levato di Burgnich gli arrivò all’altezza del mento; e Pelè aprì di testa la goleada con cui il Brasile ci seppellì. Burgnich non divenne campione del mondo. Ma era uno di cui si poteva dire: non l’ho mai visto giocare male. Non l’ho mai visto tirarsi indietro. Nessuno ha mai potuto chiedersi: ma Burgnich, dov’era?» (Aldo Cazzullo) • «C’è una foto, ormai storica, in cui c’è Pelé in volo e Burgnich che tenta invano di contrastarlo. È quella del primo gol del Brasile nella finale ai Mondiali del 1970. Finirà 4-1 per i brasiliani. “Sì, Pelé sembra in cielo, ma io sono in diagonale, sorpreso dal cross di Rivelino: ecco perché mi sovrasta tanto”. In semifinale c’era stata la leggendaria partita con la Germania. Nel 4-3 c’è anche un gol di Burgnich, quello del 2-2. “Sì, ogni tanto capita che anche un terzino vada all’attacco: andò bene”. In quel “capita” c’è tutto Burgnich: segna un gol che passa alla storia, e lui lo liquida come un evento qualunque. Gianni Brera in pagella gli diede 9+, “e non soltanto per il gol”. C’è anche un’altra foto emblematica: Pascutti che vola quasi a filo d’erba e colpisce di testa, vano il tentativo di Burgnich. “Sì, fu più bravo di me: tentai pure di prenderla con una mano, ma niente da fare”» (Giuseppe Bagnati) • È morto in Versilia, dove viveva da molti anni. Lascia la moglie Rosalba, che aveva sposato nel 1963, e i tre figli Simonetta, Patrizia e Gualtiero.