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 2021  maggio 28 Venerdì calendario

Biografia di Carla Fracci

Carla Fracci (1936-2021). Ballerina • Nata a Milano, iniziò a studiare danza alla scuola di ballo del Teatro alla Scala nell’ottobre del 1946. Si diplomò nel 1954 e nel 1955 debuttò alla Scala nella Cenerentola, per poi diventare nel 1958 prima ballerina del corpo di ballo del teatro, a soli 22 anni. Da allora ha ballato nei più prestigiosi teatri del mondo con i più celebri ballerini, da Nureyev a Vassilev. Nella sua carriera anche ruoli da attrice, tra cui quello della soprano Giuseppina Strepponi nel Verdi televisivo (1982). Alla fine degli anni Ottanta diresse il corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli, dal 1996 al 1997 quello dell’Arena di Verona, e dal 2000 al 2010 il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma • Padre tranviere, madre operaia alla Innocenti che per arrotondare metteva i datteri nelle scatole, entrambi con la passione del ballo • «Mai se lo sarebbero immaginate la nonna Argelide e la mamma Santina, né tantomeno il papà, sergente maggiore, quando scriveva le sue lettere dalla Russia, per sapere delle figliuole al casolare di Gazzoli degli Ippoliti. Chi si sarebbe immaginato lì in campagna che la bambina di Luigi e Santina, quella più piccola, quella tanto brava a portare le oche al torrente, quella che sembrava uno scricciolo e invece con una bacchetta in mano riusciva a tenere in fila il drappello di ochette molto meglio delle sue coetanee, chi se lo sarebbe immaginato che lei, proprio lei, avrebbe fatto tanta strada a passo di danza?» (Lina Sotis) • «Da piccola mi piaceva muovermi. Ero un’attrazione tra i grandi che la domenica ballavano il liscio al laghetto Redecesio, nel dopolavoro dell’azienda tranviaria. Così i miei mi portarono all’esame di ammissione per la scuola di ballo della Scala» (a Leonetta Bentivoglio) • «Per me bimbetta, ballare voleva dire tanghi, valzer, polke nelle balere che frequentavano i miei giovani genitori, ballavo con mio padre e tutti si fermavano a guardare. Quando però, alla Scala, vidi Margot Fonteyn nella Bella addormentata mi sono trovata davanti a un faro che ha illuminato la mia vita» (a Francesca Pini) • «Se gli italiani hanno scoperto il balletto negli anni 50 e 60, gran merito va alla ragazza milanese di periferia, che apparve sulla scena al momento giusto, nella Scala del dopoguerra diretta da Antonio Ghiringhelli e stregata dalla voce di Maria Callas. Fu Luchino Visconti, il famoso regista, a segnalare la “Carlina” nel Passo d’addio, il saggio pubblico (ora non si fa più) di fine corso o scuola. Carla danzò con Mario Pistoni lo Spettro della rosa di Fokin dopo la Sonnambula della Callas. Era il 1955, fu la rivelazione di quella magica stagione. Poi, nel 1961, arrivò in Occidente Rudolf Nureyev, e il balletto europeo tornò grande. La Fracci, erede naturale di Margot Fonteyn, prima partner del “gran tartaro”, formò una coppia ideale con Rudy. “Allora non potevo neppure pensare di diventare una star, sapevo di dover lavorare senza fermarmi. Talvolta mi chiedevo: se fosse un sogno? Se finisse tutto domani?”» (Mario Pasi) • Nel 2007 Roberto Bolle la invitò a lasciare ai giovani la direzione del corpo di ballo dell’Opera di Roma. Lei rispose così: «Io non devo rendere conto a lui della mia carriera, ho ancora molto da insegnare, e quando ballo mi ritaglio ruoli adatti a me; se interpreto la Regina Madre nel Lago dei Cigni non porto via niente a nessuno» • Dal 2004 era Ambasciatrice della Fao • Eugenio Montale le dedicò una poesia intitolata La danzatrice stanca, inserita nella raccolta Diario del ’71 e del ’72 • Col marito Beppe Menegatti (matrimonio nel 1964) si incrociarono la prima volta «in sala prove, alla Scala. Era il maggio del 1954. Beppe venne con Visconti. Era il suo assistente per Mario e il mago, un balletto di Mannino. Che però fu rimandato di un paio d’anni. Ma l’anno dopo, nel 1955, per il mio passo d’addio, Beppe c’era. E anch’io, ricordo, andavo in teatro, a vederlo provare, dalla balaustra. Erano i tempi di Visconti e della Callas: Vestale, Sonnambula, Traviata. Una stagione di collaborazioni straordinarie: Giulini, Bernstein. Circostanze come quelle... ci vorrà un bel po’ di tempo perché possano ripresentarsi… Qualche generazione, forse. Beppe era al centro di tutto questo e a me sembrava... irraggiungibile» • Un figlio, Francesco • È morta a Milano. La camera ardente sarà aperta oggi, nel foyer del Teatro alla Scala. L’accesso sarà consentito dalle ore 12 alle ore 18, con ultimo ingresso alle ore 17.30. Il funerale si svolgerà invece domani alle 14.45 nella basilica di San Marco.