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 2021  aprile 12 Lunedì calendario

Biografia di Margrethe Vestager

Margrethe Vestager, nata a Glostrup (Danimarca) il 13 aprile 1968 (53 anni). Vicepresidente esecutivo per il Digitale Ue, commissario per la Concorrenza dell’Unione europea dal 2014, già vicepremier, ministro dell’Interno, della Famiglia, dell’Economia della Danimarca. In Europa ha anche guidato per sei mesi l’Ecofin, il tavolo dei ministri delle Finanze dei Ventotto. È stata anche deputata, presidente e leader dei Radikal Venstre, partito progressista.
Titoli di testa «Ho più paura di non fare nulla che di deludere».
Vita Figlia di Hans e Bodil, due pastori luterani danesi, è cresciuta a Olgod, un paese di poco meno di 4 mila abitanti «in mezzo al nulla» • Dai suoi ricevette un’educazione molto rigorosa: «Quando ero alle elementari, mi innamorai di un bambino. Sapevo che suo padre - che faceva parte di un club a ingresso riservato - lo avrebbe portato in una gita per tagliare alberi di Natale: e chiesi al mio di entrare nel club, e portare pure me alla gita. Mi rispose che non si sarebbe mai iscritto a qualcosa che non fosse aperto a tutti. All’epoca ci rimasi malissimo. Oggi penso che avesse ragione lui» • A 20 anni si candida per la prima volta per il Folketing, il parlamento della Danimarca, tra le fila della Sinistra Radicale – che però, a dispetto del nome, è un partito liberale e progressista fondato, fra gli altri, dal suo bisnonno. Non viene eletta • L’anno successivo, nel 1989 entra nella direzione del partito e nel 1993 ne diventa presidente • Una laurea in economia. Nel 1998, a 30 anni non ancora compiuti, diventa ministro dell’Istruzione e degli Affari ecclesiastici • Nel 2001 viene eletta deputata • «Nel 2007, poi, alle elezioni legislative, quando era a capo di Radikal Venstre, il partito perde la metà dei suoi seggi in Parlamento. La sua credibilità si sgretola, il quotidiano Politiken la giudica “senza talento per la politica”. A M di Le Monde ricorda “quelli che, all’epoca, evitavano di farsi fotografare con me”. Il suo stesso partito la definisce colpevole del fallimento elettorale e silenzia tutte le sue iniziative» [Figaro]. Ma lei, tenace, non cede • «La Vestager difende a tutti i costi le sue idee liberali. Denuncia l’aggressività dei dibattiti sugli immigrati in Danimarca, le restrizioni al diritto di asilo portate dalla destra e dai populisti. Una strategia che funziona. Anche se non si impone in politica, si insedia nel dibattito pubblico • Nel 2011 viene nominata vicepremier, ministro dell’Economia e dell’Interno nel governo di Helle Thorning-Schmidt: «Elimina le indennità di pensionamento anticipato e dimezza la durata delle indennità di disoccupazione. Una mossa che le varrà un gentile presente da parte di sindacati e operai: una statua di ceramica con il dito medio alzato che lei tiene in bella vista sulla sua scrivania: “Non mi pento delle mie decisioni. Hanno stimolato l’occupazione. Tuttavia la statua ricordata che ogni decisione che prende un politico ha delle ripercussioni sui cittadini e non sempre sono felici” • «Nel maggio 2014 presenta un piano di crescita dell’economia danese - all’epoca la più debole della Scandinavia - che viene messo sotto accusa dal leader dell’opposizione Lars Lokke Rasmussen (poi premier danese dal 2015 al 2019) perché “troppo piccolo”. Con un sogghigno, e sorprendendo molti, Vestager ribatte: “Alcuni definiscono ‘piccolo’ il mio piano. Sono un po’ cauta, quando sono gli uomini a fornire giudizi sulle dimensioni, io sono più interessata agli effetti: ma capisco che possa trattarsi di una prospettiva femminile”» • Dal 31 agosto 2014 – giorno della nomina a Commissario europeo per la concorrenza nella Commissione Juncker, la statua campeggia sulla sua scrivania di Bruxelles da dove governa 900 funzionari • Nel giro di cinque anni, Vestager apre indagini contro Apple, Google, Amazon, Fiat, Gazprom, Qualcomm, Starbucks, AB Inbev, Mastercard e altri.
Apple Il 29 agosto 2016, dopo un’indagine dell’Ue durata due anni, Vestager ha annunciato che Apple Inc ha ricevuto indebiti benefici fiscali dall’Irlanda e chiede per l’Irlanda 13 miliardi di euro, più gli interessi, in imposte non pagate per il periodo 2004-2014 • «Tim Cook è uno dei pochi a tentare il negoziato. Vola a Bruxelles dalla Commissaria danese per provare a spiegarle che i profitti di Apple sono generati negli Usa e non in Irlanda, dove il governo ha concesso a Apple di pagare solo lo 0,005% di tasse sui suoi ricavati. Niente da fare: sette mesi dopo la Commissione europea ordina a Apple di restituire all’Irlanda i 13 miliardi, la più grande multa per illecito fiscale mai imposta nella storia • «Non è una multa – spiega la Vestager – sono tasse non pagate. Quando vengo a sapere che Apple ha versato di tasse l’1% dei profitti, per poi arrivare a pagarne lo 0,005%, come cittadino mi sentirei arrabbiato». La tassazione media in Irlanda è del 12,5% • Dopo molta resistenza sia dal governo irlandese, sia dalla multinazionale americana, Apple ha pagato nel 2018 un totale di 14,3 miliardi per chiudere il caso. Il governo irlandese, però, ha dichiarato che avrebbe tenuto i soldi versati da Apple in un fondo separato fino alla conclusione del ricorso contro il provvedimento che era stato presentato alla Commissione Europea • Piccola curiosità: la Vestager è una macintoshiana della prima ora.
Google Anche se di poco è andata meglio a Google che in tre anni s’è vista infliggere tre multe: la prima da 2,42 miliardi di euro (2017) e la terza da 1,49 (2019) due per abuso di posizione dominante sul mercato delle ricerche in rete, la seconda da 4,34 miliardi per pratiche illegali legate al sistema Android (2018) • «I giganti della rete lavorano con i prezzi, come altri monopoli. È molto importante porre fine a questa finzione che stanno regalando servizi gratuitamente. Non lo fanno. Li paghiamo con dati, a volte molto personali, con il nostro comportamento in rete o semplicemente con il tempo che gli concediamo, ad esempio quando guardiamo la pubblicità. Questi gruppi si comportano come i monopoli della vecchia scuola. Google non è gratuito, è un’azienda sempre più dominante che impedisce ad altri di competere con lei» [L’Echo].
Altre indagini Sanziona Cyprus Airways (65 milioni di euro da restituire per aiuti di Stato illegali ricevuti nel 2012 e 2013); Amazon (250milioni da versare in Lussemburgo), Fca (30 milioni da versare in Lussemburgo); Facebook (110 milioni per avere ingannato Bruxelles nell’acquisto di WhatsApp); Qualcomm (997 milioni di euro per aver abusato della sua posizione dominante sul mercato dei chipset Lte) • Boccia la fusione tra la Borsa di Francoforte (Deutsche Börse) e la Borsa di Londra (London Stock Exchange) • Boccia la fusione franco-tedesca Alstom-Siemens: «Secondo la Commissione, il merger "avrebbe influenzato la concorrenza nei mercati dei sistemi di segnalamento ferroviario e dei treni ad alta velocità. Le parti non hanno proposto misure correttive sufficienti per rimediare a questi problemi". Il rischio che ha portato allo stop, nello scenario di nozze tra i due colossi, era che "tale concentrazione avrebbe comportato prezzi più elevati per i sistemi di segnalazione che garantiscono la sicurezza dei passeggeri e per le generazioni future di treni ad altissima velocità"» [Rep] • Al centro delle indagini di Vestager è finita anche la Broadcom: «Secondo la Commissione Ue l’azienda americana produttrice di microchip aveva una posizione dominante nel mercato, e ne abusava facendo firmare ai propri clienti contratti di fornitura esclusiva: “se vuoi comprare i miei microchip, non puoi comprarli dalla concorrenza”. Secondo la Vestager questa pratica era così grave che bisognava bloccarla prima ancora che le indagini del suo ufficio terminassero». Poco dopo la denuncia, il produttore americano di chip ha sospeso tutti gli accordi esistenti contenenti termini di esclusività o quasi esclusività e/o clausole di leveraging che creavano di fatto un monopolio • Nel 2019 ha multato la multinazionale belga-brasiliana AB InBev, la più grande società di produzione di birra al mondo, per 200 milioni di euro per aver ostacolato tra il 2009 e il 2016 le importazioni della birra Jupiler dai Paesi Bassi (dove costa meno) al Belgio (dove costa di più), abusando della sua posizione dominante nel mercato belga: «I consumatori in Belgio hanno pagato di più per la loro birra preferita a causa della strategia deliberata di AB InBev di limitare le vendite transfrontaliere», ha detto Margrethe Vestager • In questi anni la Vestager se l’è presa anche con Starbucks e Mc Donald’s accusandole di aver tratto aiuti di Stato dal Lussemburgo ma la corte di Giustizia Ue ha dato ragione alle aziende americane. Infine a maggio dello scorso anno il governo italiano decise che Alitalia sarebbe risorta con una nuova società, Ita, a cui destinò 3 miliardi di euro. Subito però mise a bilancio altri 350 milioni per ristorare la compagnia dai mancati ricavi dovuti alla pandemia. L’Antitrust di Margrethe Vestager ne ha però autorizzati solo 270 • Altre indagini a carico di Apple, Facebook, Amazon sono ancora aperte.
Critica «Sull’altra sponda dell’Atlantico, Washington è furente: se per il presidente Barack Obama la Dg Comp fa gli interessi delle imprese europee, il suo successore Donald Trump bolla Vestager come la “tax lady” europea, che “odia gli Stati Uniti forse più di chiunque altro”. Lei però risponde che tutte le sue decisioni sono state prese a tutela degli interessi dei consumatori e dei cittadini europei» [Ispi] • Trump l’ha soprannominata anche la «zarina dell’antitrust» • Nel 2019 il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli ha invitato Vestager a dare le dimissioni, in conseguenza del giudizio della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha stabilito che i fondi concessi dal Fondo interbancario per il salvataggio di Banca Tercas nel 2014 non rappresentavano aiuto di stato, al contrario di quanto sostenuto dall’Antritrust UE e dalla Vestager in particolare. «La Vestager bloccò di fatto l’intervento del Fitd, apportatore di denaro privato, nelle seguenti crisi bancarie del 2016 e 2017 che hanno distrutto miliardi di euro di azioni, obbligazioni e risparmi e comportato un onere di oltre 30 miliardi di euro per i contribuenti italiani. Onere che sarebbe potuto risultare decisamente inferiore se la Commissione non avesse frenato l’azione del Fitd, meno invasiva e, soprattutto, basata su capitali privati» [Muratore, Insideover] • Il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire commentò così il no alle nozze Alstom-Siemens: «Mi rammarico profondamente perché lo ritengo un errore economico, un errore politico che indebolisce l’Europa. Un errore che favorirà gli interessi della Cina. La commissione impedisce ad Alstom e Siemens, i due campioni della segnaletica e delle ferrovie, di fondersi per avere lo stesso peso del grande campione dell’industria cinese» (a France 2) • Il 18 luglio 2018, giorni in cui inflisse la multa a Google vestiva un kimono floreale colorato, giallo, blu, verde e rosso, gli stessi colori del logo di Google • «Il New York Times l’ha definita “completamente priva di sentimenti”, descrizione che cozza con i racconti non solo dei suoi collaboratori, ma dei suoi avversari negoziali, che non mancano di riconoscerle oltre alla competenza l’attenzione alle ragioni altrui» [D’Argenio, Rep].
Tv «È lei che ha ispirato la serie tv Borgen, è lei quella Birgitte Nyborg che impara l’arte del potere rifugiandosi in famiglia appena può. Quando hanno iniziato a girare la serie, ha raccontato la Vestager, mi hanno seguito per un po’, per vedere com’erano le mie giornate, e capire come funziona la vita di una che ha iniziato a fare politica a 25 anni e dice che “la politica serve a rinnovare la possibilità di fare libere scelte”» [Pedruzzi, Foglio].
Frasi «L’importanza delle grandi aziende tecnologiche per la società è cambiata radicalmente negli ultimi cinque anni. Oggi sono più importanti che mai per noi. Ma nella crisi del coronavirus sono emersi con chiarezza anche i problemi – ha sottolineato – Durante il mio ultimo mandato, ho avviato molti procedimenti in materia di concorrenza contro grandi aziende tecnologiche, e mi è diventato chiaro che contro Google o Facebook abbiamo bisogno di armi più potenti dei singoli procedimenti antitrust. II successo e il potere sono inseparabili dalla responsabilità, e i giganti della tecnologia non l’hanno ancora capito. Dobbiamo costringerli a essere all’altezza delle loro responsabilità» [a Kaiser, Rep] • «Internet è effettivamente dominato dalle grandi società statunitensi e il loro potere minaccia non solo le nostre democrazie, ma anche le nostre imprese. Democrazia ed economia sono correlate. Google e Co. non possono privatizzare lo spazio pubblico di cui abbiamo bisogno per lo scambio democratico. Abbiamo bisogno di un Internet aperto, anche per restare innovativi» [ibid.] • «C’è un’asimmetria. Chi viola la legge può farlo molto rapidamente, mentre chi è responsabile di far rispettare le regole è molto lento rispetto a quanto rapidamente si sviluppa il mercato» • «Una delle più grandi illusioni è credere che l’economia funzioni perfettamente da sola» • «L’industria del continente è forte, siamo innovativi, rilasciamo più brevetti di qualsiasi altra grande economia e abbiamo uno spirito imprenditoriale» [Kaise, cit.] • «Gli americani temono i giganti della tecnologia tanto quanto noi» • Sulla Web Tax: «Nessuna trattativa sulle tasse è facile. Ricordo un collega che, quando ero ministro dell’economia in Danimarca, mi disse che sarei dovuta passare sul suo cadavere per far passare una modifica fiscale. È sempre vivo, ed è passata. C’è ovviamente bisogno di tutto il sostegno degli altri Stati membri e a questo proposito l’Italia, dopo titubanze iniziali, dà il suo contributo. E si deve soprattutto capire che una frammentazione legislativa in questa materia è un lusso che l’Europa non può permettersi» [Staglianò, il venerdì] • «Sa qual è la differenza tra una politica di comunicazione repubblicana e una politica di comunicazione democratica? Per un repubblicano, la concorrenza leale è monopolio, duopolio o, nel peggiore dei casi, tre società che competono nello stesso settore. Per un democratico, sono quattro» [a Slate] •
Curiosità Capelli corti e brizzolati, occhi grigio-blu, sempre sorridente. È alta 1,85 metri e veste sempre abiti colorati. Ha una grande passione per la vita domestica, tant’è che all’inizio del suo incarico a Bruxelles si diceva disperata perché non trovando casa non poteva cucinare • Nel suo ufficio di Bruxelles, oltre alla statua con il dito medio alzato, ci sono una sedia di design danese, opere d’arte moderna, foto di famiglia, e un’infinità di pupazzi colorati, per lo più elefanti, che lei stessa sferruzza anche durante le riunioni: «Fare la maglia mi rilassa» • «Gli elefanti sono sociali, perspicaci. Vivono in comunità e – devo dire – in gruppi matriarcali. Non portano rancore, ma ricordano bene» • Nel suo ufficio è sempre presente anche il suo cane Karlo, un golden retriever al quale è solita ripetere i suoi discorsi [Figaro] • A Copenhagen andava al ministero in bici e al mercato con il cane • In un’intervista ha dichiarato che la sua eroina politica è Madeleine Albright, Segretario di Stato degli Stati Uniti ai tempi della guerra nei Balcani. Margrethe Vestager ne ammira la responsabilità che si assunse personalmente in quella circostanza per lavorare verso una soluzione di pace • È golosa di «tortini francesi chiamati canelés», il suo account preferito su Twitter è @OldPicsArchive, adora tutti i film di James Bond), la musica di Lukas Graham: «Dopo che lo hai ascoltato un paio di volte, non riesci a resistere alla voglia di cantarlo a voce alta». Libri per lei fondamentali Tutta la luce che non vediamo di Anthony Doerr e Stoner di John Williams • Ogni fine settimana torna a Copenhagen dalla sua famiglia • Ha una casa in Francia sull’isola d’Oléron, nella Charente maritime •
Amori Nel 1994 sposa Thomas Jensen, insegnante di matematica e filosofia a Copenhagen. I due avranno tre figlie Maria (1996), Rebecca (1999) e Ella (2003). Margrethe Vestager è stata la prima donna a partorire durante un mandato ministeriale.
Politica Si definisce di «centro».
Religione Cristiana
Titoli di coda «Sto cercando una risposta diversa dal solito per non dire niente».