23 aprile 2021
Tags : Massimo Sestini
Biografia di Massimo Sestini
Massimo Sestini , nato a Prato il 24 aprile 1963 (58 anni). Fotografo. È autore, fra le altre, di Mediterraneum, la celeberrima fotografia in cui si vede, dall’alto, una barca in mezzo al mare affollata di 500 migranti. Scattata il 7 giugno 2014 dall’elicottero fermo sulla testa di quei disgraziati, terrorizzati perché credevano che fossero venuti a prenderli per riportarli in Libia. Vincitrice del World Press Photo 2015. Nel 2020, il New York Times l’ha inclusa tra le 115 più rappresentative del decennio, selezionate tra mezzo milione di scatti. Su questi migranti, alcuni dei quali rintracciati e ritratti dallo stesso Sestini in tutta Europa, fu poi girato, a cura del National Geographic, il documentario Where are you? Dimmi dove sei trasmesso in tutto il mondo.
Vita Figlio di Arrigo, esportatore di alta moda, e di Lorenza, impegnata nell’attività di allestimento fiere. Si considera fiorentino, «a Prato ci sono solo nato». Liceo scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, frequentato con un certo successo («a scuola ero bravo»), poi Scienze politiche, mai finite • Ha cominciato a scattare molto presto: «A 15-16 anni ho frequentato un corso di fotografia al liceo e ho imparato a usare la camera oscura costruendomela a casa nel bagno» [Costanza Baldini, www.intoscana.it]. Prima immagine, un cane malinconico sulla tomba del padrone, fotografato con la macchina che gli aveva prestato suo nonno (circa 1978). Si mette di testa sua a fotografare i divi del rock che capitavano in città per iniziativa di Radio Cento Fiori, e Bruno Casini gli organizza subito una mostra al Casablanca di Rifredi (Un diciassettenne e il suo obiettivo, 1980). Lo ingaggiano all’Agenzia Fotocronache di Firenze che lavora per La Nazione. Si fa le ossa per due anni, poi si presenta a Valfredo Chiarini, che guida la grande agenzia milanese Olympia. Chiarini gli spiega come ci si infila in certi ambienti, lo porta con sé a Venezia e a Cannes, ne completa la formazione. Lavora poi anche per Contrasto e per Grazia Neri. Considera suoi maestri: per le paparazzate Adriano Bartoloni (1939), celebre per le foto a Jacqueline Kennedy (aveva anche sorpreso Giovanni Paolo II in piscina, Grace Kelly a Monaco, Enzo Tortora a Regina Coeli); e per i reportage Mauro Galligani (1940), a quel tempo picture editor di Epoca • Prima copertina su Stern, grazie alle foto del rapido 904 Napoli-Milano devastato da un attentato in una galleria sull’Appennino (23/12/1984, quindici morti e 267 feriti) • Altri colpi: il bikini di lady Diana (1991), le immagini della tragedia della Moby Prince (1991), le foto aeree che documentano gli attentati a Falcone e Borsellino (1992), ecc. • Da ricordare anche: Carlo d’Inghilterra a Recanati che dipinge un acquerello, Licio Gelli a Ginevra portato in carcere • Ha pubblicato su Stern, Paris Match, Time, Life, Newsweek, New York Times, Herald Tribune, El Pais, Olà, Le Monde, Figaro Magazine, Hello, Sun, The Times • Le foto aeree - dette da ultimo “zenitali” - sono una costante: esclusive del Giubileo (2000), del G8 a Genova (2001), dei funerali di Papa Wojtyla (2005). Nel 2007 inaugura le collaborazioni con le istituzioni. Nel 2012 s’immerge con i sommozzatori della Polizia nella Concordia appena affondata. Lavora per la Marina Militare al progetto Un sogno lungo cento giorni. Nel 2014 è a bordo della fregata Bergamini, testimone delle operazioni “Mare Nostrum” • Ha fondato la sua agenzia nel 1983.
Foto aeree Alla ricerca di «un punto di vista diverso», Sestini è diventato celebre per le foto dall’alto. Le scatta dall’elicottero, restando sospeso nel vuoto grazie a un’imbracatura. «Non hai paura? “No, sono incosciente e concentrato su quello che devo fare”. Stai appeso ciondoloni sotto la pancia di un elicottero a 1.500 piedi. “Non ci penso. Sono concentrato sulla foto che sto cercando”. Come fai a vedere una foto da quell’altezza? “Non vedo la foto perchè sono talmente lontano che a occhio nudo non ho la percezione del particolare che sto cercando. Quando scatto, l’elicottero si muove a 300 chilometri l’ora e la velocità al suolo è anche maggiore. Questo vuol dire che quando metto l’occhio nell’obiettivo, tutto quello che passa passa così velocemente che non lo posso vedere. Sono fotografie che vengono fuori dopo, è la bellezza dell’invisibile. Le mie foto sono istanti”» [Baldini] • Ha fotografato in questo modo, tra l’altro, tutta l’Italia, da Lampedusa alle Dolomiti, da un’ora dopo il tramonto a un’ora prima dell’alba • Sopralluoghi con una flotta di droni. «Ma nessuna immagine ottenuta con un drone ha la qualità necessaria per i giornali. Un giocattolo non può sostituire la reflex con supertele 600 millimetri e duplicatore di focale, imbracciata da me mentre volo in elicottero» [a Giampaolo Cadalanu, Rep 5/12/2013].
Paparazzate «“Vent’anni fa misi maschera e boccaglio e seguii il neopremier Romano Prodi a Giannutri, fingendomi un turista. Prima gli fotografai le gambe in movimento sott’acqua, poi tornai a galla e con aria sorpresa esclamai: “Ma lei è Prodi!”. “Sì, la faccia è la mia” rispose lui, nuotando. Ignaro della mia vera identità accettò di farsi ritrarre da quello che riteneva un fan con la passione per la fotografia subacquea. Quegli scatti finirono a tutta pagina sul settimanale Epoca”. Hai fatto il furbo anche con l’ex presidente della Fiat, Paolo Fresco. “E sì. Fresco era appena stato nominato, ed era in vacanza a Cortina. Per la settimana successiva era prevista una sua intervista esclusiva con l’Espresso. Io lo raggiunsi sulle Dolomiti e lo pedinai durante una delle sue passeggiate con la moglie. Ero vestito da alpinista della domenica e gli chiesi informazioni sulle vette circostanti. Poi estasiato gli domandai se non fosse Paolo Fresco quello famoso della Fiat. Gli dissi che anche io ero di Firenze e mostrandomi emozionato chiesi alla moglie di farmi una foto-ricordo con il marito. Quindi riagguantai la macchina e li feci mettere in posa per un’istantanea da mostrare a mia moglie. La richiesta fu così naturale che non sospettarono nulla e non seppero dirmi di no, nonostante fossero in calzoncini. Dopo pochi giorni quella finta foto ricordo divenne la copertina di Panorama. Titolo: “A tu per tu con il nuovo N° 1 Fiat”. L’esclusiva dell’Espresso era stata bruciata” Hai beccato Berlusconi a Villa Certosa. “Sì, diverse volte. La famosa foto in calzoncini insieme con Fedele Confalonieri, Adriano Galliani, Gianni Letta e Emilio Fede» [a Giacomo Amadori, Libero 22/8/2016] • Per i matrimoni proibiti, entra in chiesa nascondendo una macchina sotto la cravatta • Per fotografare Federica Pellegrini e Filippo Magnini in acqua comprò per la reflex uno scafandro da 8.500 euro.
Mostre Memorabile, tra le molte, Bellezza oltre il limite, inaugurata il 15 settembre 2020 al Forte Belvedere di Firenze: venti foto monumentali sulla Toscana (5 metri per 3).
Libri L’Aria del Tempo (Contrasto Books) foto aeree con cui si ricostruiscono gli ultimi quarant’anni di storia italiana. Indispensabili (Centro Di), reportage sull’ospedale Santa Maria Nuova. Per lo stesso editore, Toscana Rinascimento senza fine, dalla mostra al Belvedere di Firenze.
Vita privata Separato da dodici anni dalla moglie Francesca, con cui ha una figlia, Chiara. Adesso sta con la giornalista Camilla Baresani. I due avevano lavorato insieme per un solo giorno, nel 2004, in occasione di un servizio per Panorama sulla nuova Fiera di Milano progettata da Massimiliano Fuksas. La Baresani, vedova da un anno, lo reincontrò durante la festa di Capodanno 2001 in casa di Roberto D’Agostino. Era certa che lui non si ricordasse di lei.
Curiosità È stato un campione di skateboard, al tempo della maturità faceva parte della nazionale italiana • Ambasciatore della Canon («sono sempre stato un canonista»), adesso fotografa con una Eos-1D X Mark III.
Frasi «Le foto dei politici valgono poco» • «Massimo Sestini ha una velocità e delle prestazioni tecniche pazzesche, sa fare tutto» [Grazia Neri a Maria Laura Rodotà, Amica novembre 2004] • «Aspettiamo il calciatore all’aeroporto di Olbia, lo pediniamo per scoprire dove dorme e su quale barca sale, poi lo seguiamo in mare sul gommone. Si scatta anche da un chilometro. Sanno che ci siamo, ma non ci vedono mai» [a Enzo Marrese, Rep].
Titoli di coda «La condanna del fotografo è che qualunque cosa veda, prima deve scattare e poi riflettere sul da farsi. La foto, magari di una strage, o la scatti o non la scatti» [Amadori].