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 2021  aprile 27 Martedì calendario

Biografia di Penélope Cruz (P. Cruz Sánchez)

Penélope Cruz (P. Cruz Sánchez), nata ad Alcobendas (Madrid), il 28 aprile 1974 (47 anni). Attrice. Vincitrice del premio Oscar alla miglior attrice non protagonista nel 2009 in Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen. Nel 2013 Palma d’Oro a Cannes per la migliore interpretazione femminile in Volver di Pedro Almodóvar. «Da piccola pretendevo che tutti mi guardassero, ora sono io che guardo. Perché per diventare attrice devi diventare un po’ voyeur».
Vita «Famiglia borghese, prima di tre figli, padre Eduardo commerciante e madre Encarna parrucchiera, nata alla periferia di Madrid nel quartiere di Alcobendas […] e cresciuta in un ambiente ristretto “come un piccolo paese, dove non c’era neanche un teatro e solo l’idea di diventare attrice sembrava una follia. Nessuno si guadagnava da vivere con qualcosa che avesse a che fare con l’arte”. Né pensavano all’arte i genitori quando la iscrissero a una scuola di danza. “Lo fecero per farmi sfogare energie, ero troppo irrequieta e casinara. Dopo due ore di fatica e di sudore con la maestra di danza, tornavo a casa più tranquilla. Mi piaceva, sentivo che esibirmi davanti a qualcuno mi faceva superare la timidezza”. La scoperta del cinema cominciò a otto anni, quando in casa entrò un videoregistratore Betamax e le serate della famiglia riunita a guardare film sul teleschermo diventarono un’abitudine. “Tutto il mio tempo libero era dedicato a guardare film, ne affittavo uno al giorno, li divoravo, ripetevo le battute con le amiche, rifacevamo le scene che mi avevano colpito. Grazie al Betamax ho scoperto Billy Wilder, Audrey Hepburn, Anna Magnani, Sophia Loren. E mi sono innamorata di Almodóvar e del suo mondo di donne. Era lo stesso mondo che vedevo nel salone di mia madre, dove stavo da una parte fingendo di fare i compiti e invece ascoltavo le loro chiacchiere, i loro segreti, i problemi con i figli, il matrimonio, i divorzi, le insicurezze, i sogni, le fantasie: tutto quello che ho ritrovato nel cinema di Almodóvar. Il salone di mia madre è stata la mia prima vera scuola di attrice”. L’illuminazione definitiva fu con Légami!. “Avrei fatto qualunque cosa per essere al posto di Victoria Abril in quel film. L’ho visto e rivisto, avevo quindici anni e non avevo più dubbi sul mio futuro: avrei fatto l’attrice e sarei diventata l’attrice di Almodóvar. Naturalmente da parte della famiglia e di tutto il vicinato fu una gara per scoraggiarmi e mettermi in guardia dai pericoli. […] Ma io non potevo fare altro. I miei si rassegnarono. Ed è grazie al loro sostegno che io non ho mai avuto nessun tipo di trauma”» (Maria Pia Fusco) • «Da adolescente volevo essere grande, lavorare come attrice. Studiavo danza classica quattro ore al giorno. Non mi piaceva uscire la sera, non mi interessavano l’alcol, la droga: non sopporto la sensazione di perdere il controllo. Non ho corso rischi nell’adolescenza. I miei faticavano per portare il pane in casa, io pensavo a guadagnare» (ad Arianna Finos) • «L’incontro con Almodóvar avvenne grazie a Jamón jamón [uscito in Italia con il titolo Prosciutto prosciutto, ndr]. “Non ho un ricordo piacevole di quel film, ero inesperta, non capivo cosa volesse Bigas Luna, solo dopo anni sono tornata a lavorare volentieri con lui. Crescendo mi sono resa conto che non c’è niente di male nel nudo, che il sesso è tra le cose essenziali della vita ed è giusto che il cinema lo racconti”, dice. Ma proprio grazie a quel film Almodóvar si accorse di lei e nel 1997 le mise addosso il personaggio della ragazza che all’inizio di Carne tremula partorisce su un autobus. “Per me Penélope esprime il senso della maternità”, sostiene Almodóvar» (Fusco) • «Il vero spartiacque nella carriera dell’attrice, quello che la fa conoscere al grande pubblico e le dà la prima vera notorietà, è il secondo lavoro che la vede diretta da Almodóvar, e certamente uno dei migliori del regista spagnolo: Tutto su mia madre (1999). Un film profondamente anticonformista. Emblema ne è, tra gli altri, proprio il personaggio della Cruz, Rosa: una giovane suora che rimane incinta dopo aver avuto una relazione con un uomo, divenuto poi il transessuale Lola e che, malato di Aids, l’ha contagiata. L’interpretazione dell’attrice, seppur non dello spessore di quelle che seguiranno, riesce a rendere la delicatezza e l’ingenuità della suora, incredibilmente non scalfite dalla sua esperienza di vita. […] Due anni dopo, sbarca oltreoceano, essendo reclutata da Ted Demme per Blow, dove interpreta Mirtha, la moglie del narcotrafficante George Jung/Johnny Depp, da John Madden per Il mandolino del capitano Corelli, che la vede accanto a Nicholas Cage, e da Cameron Crowe per Vanilla Sky. […] Un altro incontro importante nella vita dell’attrice madrilena avviene nel 2004, ed è quello con Sergio Castellitto, che la vuole in Italia per il suo Non ti muovere, tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini. Notevole la capacità di Castellitto regista di riuscire a trasformare Penélope Cruz in Italia: capelli corti, sguardo scavato, andatura sghemba e abbigliamento kitsch – e un italiano con inflessione apparentemente regionale, che in realtà è l’accento spagnolo della Cruz, italo-parlante senza doppiaggio per una felice intuizione. L’interpretazione è intensissima e coinvolgente e segna senza dubbio una crescita artistica dell’attrice, che riceve il David di Donatello come miglior attrice protagonista e il People’s Choice Award alla miglior attrice europea agli Efa. Lei stessa ha ribadito l’importanza dell’esperienza sul set con Castellitto. Non ci ha pensato perciò due volte, prima di accettare la proposta del regista di essere protagonista del suo Venuto al mondo, targato 2011, ancora una volta tratto da un testo della Mazzantini. […] Due anni dopo Non ti muovere, intanto, l’attrice ritrova Almodóvar per Volver. […] Sentita e notevole, anche qui, l’interpretazione di Penélope, in veste di madre e figlia al contempo, alle prese con fantasmi del passato e del presente. Vince la Palma d’Oro a Cannes per la migliore interpretazione femminile, assieme alle altre donne del cast, il Premio Goya in patria e l’Efa per la miglior attrice. […] Penélope sarà diretta ancora da lui ne Gli abbracci spezzati (2009). In questi anni, però, l’attrice spagnola che ha conquistato Hollywood diventa anche una delle muse ispiratrici di un altro mostro sacro del cinema mondiale: Woody Allen. […] Il regista americano la vuole infatti accanto a Scarlett Johansson nella commedia Vicky Cristina Barcelona. L’interpretazione le vale l’Oscar come miglior attrice non protagonista» (Scilla Santoro) • Tra le ultime pellicole cui ha preso parte Escobar – Il fascino del male di Fernando León de Aranoa (2017, con il marito Javier Bardem) Assassinio sull’Orient Express di Kenneth Branagh (2017), Todos lo saben di Asghar Farhadi (2018), Dolor y gloria di Almodóvar (2019), Wasp Network di Olivier Assayas (2019) e The 355 di Simon Kinberg (in uscita nel gennaio 2022). Lo scorso marzo è tornata a lavorare per la settima volta con Almodóvar per il film Madres paralelas, ancora in fase di riprese • Nel 2011 ha ricevuto la sua stella sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles • Nel marzo 2018 ha ricevuto il premio César alla carriera • Oltre allo spagnolo, parla fluentemente inglese, italiano e francese.
Amori Molto riservata sulla vita sentimentale. Una relazione di oltre tre anni con Tom Cruise, dal 2011 al 2004, seguita a una storia con Matthew McConaughey terminata nel 2006. Dal 2007 è legata al connazionale Javier Bardem, che ha conosciuto ai tempi di Prosciutto prosciutto e con cui ha poi recitato in altri sei film: «Non lo cerchiamo, quando capita e ha senso siamo felici. Abbiamo un modo di lavorare simile. Ma lontani dal set la vita è solo nostra» (a Stefania Ulivi). Dal loro matrimonio, celebrato nel 2010, sono nati due figli, Leonardo (22 gennaio 2011) e Luna (22 luglio 2013). Vivono a Madrid.
Religione «Sono di estrazione cattolica, ma ho scoperto il buddismo» (a Silvia Bizio). Quando era fidanzata con Tom Cruise pare che si fosse avvicinata al culto di Scientology.
Critica «Una che recita coi capelli» (la rivista Salon) • «Non è bella (somiglia a Paperino), ma attraente. Brava, se incontra il regista che sa dirigerla e il soggetto giusto: altrimenti un poco scipita, un poco indifferente» (Lietta Tornabuoni). «Forse la diva più diva che ci è rimasta in Europa, da quando Sophia Loren e Catherine Deneuve si sono semi-pensionate» (Enrico Franceschini).