Anteprima, 15 marzo 2021
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Biografia di Raoul Casadei
Raoul Casadei (1937-2021). Musicista. Il re del liscio. Leader della famosa orchestra-spettacolo che nel 1971 raccolse l’eredità di Secondo Casadei (1906-1971). «Un destino: nacque il giorno di Ferragosto, che è la festa nazionale della Romagna sua. Una cosa sola riusciva a incrinare l’imprinting solare di Raoul Casadei, il re del liscio, che il Covid ci ha portato via a 83 anni, all’ospedale Bufalini di Cesena: quando lo trattavano da figlio di un Do minore. Quando gli dicevano che la sua era musica di serie B, da avanzi di balera, tre accordi al tempo di zum-pa-pa, roba facile, kitsch, commerciale, disimpegnata. Allora lui si metteva serio, disarmava il sorriso di scena e ti diceva: “Io faccio una cosa sociale, politica. La gente fatica e suda tutta la settimana. Noi al sabato gli diamo una sera di gioia. Prima c’erano solo i night per i signori. Con la mia musica la gente ha fatto l’amore, si è sposata, ha tirato su i figli, qualcuno ci è perfino andato al cimitero”» [Smergiassi, Rep]. «Erede della tradizione della musica da ballo reinventata dallo zio Secondo fra le due guerre quando, nel 1928, prese vita la prima orchestra, Raoul ha trasformato valzer polke e mazurche in un genere a sé stante e negli Anni 70 ha sfornato successi planetari da milioni di copie (quattro!) come Romagna mia, oltre a varcare i confini del liscio sbarcando al Festivalbar e a Sanremo, fra concorrenti più giovani. Prima di darsi interamente alla musica, Raoul ha fatto il maestro elementare per 17 anni, quindi è salito sul palco della big band dello zio, ribattezzata in breve tempo Orchestra Secondo e Raoul Casadei. Da allora ha trasmesso la liscio-mania agli italiani a suon di concerti su e giù per la penisola al ritmo di due spettacoli al giorno (365 le esibizioni in media ogni anno). Come in tutte le dinastie non sono mancati screzi e fratture, come quella fra lo stesso Raoul e la figlia di Secondo, Riccarda, che non gli perdonò la decisione di eliminare dall’orchestra il clarinetto in do […] Nel 1980 Raoul ha lasciato il palcoscenico continuando comunque a dirigere l’orchestra da posizione più defilata, ma l’inventiva gli suggerì un’idea che univa il dilettevole all’ancor più dilettevole: ecco allora salpare la “Nave del sole”, una balera galleggiante che di lì ai 15 anni successivi porterà i turisti lungo la costa a suon di liscio. Nel 1996: nuova apparizione a Sanremo, fuori gara, con Elio e le Storie Tese per La Terra dei Cachi. A inizio Anni Duemila, sui colli di Rimini, il vulcanico Raoul si inventò un grande spazio all’aperto che somigliava a una libera repubblica del liscio, ma il 2001 è l’anno dell’abdicazione: il re passa lo scettro al figlio Mirko che inizia un lavoro di svecchiamento del genere, contaminando il liscio con salsa e altri ritmi. Nel 2004 ha partecipato all’Isola dei Famosi condotta da Simona Ventura, in gran forma e “divertendosi moltissimo” con tanto di lancio dall’elicottero» [Giubilei, Sta]. Così lo ricorda il figlio Mirko: «Dalla Romagna alla Sicilia, la sua ‘musica solare’ è l’eredità preziosa che ci lascia. Sono sicuro che ora lui ci direbbe di far festa. Niente funerali. E allora viva Raoul, sempre. Sarai immortale».