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 2021  marzo 24 Mercoledì calendario

Biografia di Sante Notarnicola

Sante Notarnicola (1938-2021). Bandito. Poi oste e scrittore di poesie. «Era l’ultimo sopravvissuto della famosa banda criminale messa in piedi da Pietro Cavallero. Pietro era un ex militante del Pci, nato e cresciuto in una barriera operaia di Torino, che sognava la rivoluzione e che invece, tra il 1963 e il 1967, con i suoi compagni come Notarnicola e Adriano Rovoletto, mise a segno diciotto rapine, nel corso delle quali morirono sette persone» [Novelli, Fatto]. «Mezza Italia tirò un sospiro di sollievo quando, all’alba del 3 ottobre 1967, cinquecento carabinieri lo catturarono in un casale ferroviario vicino ad Alessandria, assieme a Pietro Cavallero. “Tu chi sei?”, chiese il primo carabiniere puntando il mitra. “Sante Notarnicola, bandito”. Otto giorni prima, in largo Zandonai a Milano, c’era stata l’ultima rapina, con cinque passanti ammazzati nella sparatoria fra i banditi e tutta la polizia di Milano. Sante il bandito, Sante il brigatista rosso (la sua liberazione fu chiesta dalle Br durante il sequestro di Aldo Moro). L’infanzia a Torino, in un collegio di suore. “A chi faceva la pipì a letto mettevano le mutande bagnate in testa, davanti agli altri bambini”. La Federazione giovanile comunista e la sezione del Pci, a barriera Milano, la Stalingrado di Torino. “Ho fatto il partigiano quando la resistenza era finita e la lotta armata quando ancora non c’erano le Brigate rosse”. Le rapine alla Fiat e poi alle banche. “Volevamo i soldi per la rivoluzione. Avremmo fatto saltare i tralicci, la Fiat si sarebbe fermata e gli operai senza stipendio si sarebbero ribellati”. La rapina a Milano e poi la fuga a piedi verso Alessandria. “L’ultima notte, Pietro Cavallero mi spiegò che non c’era nessuna rivoluzione. I soldi li avevano spesi lui e un altro della banda. All’alba ho visto arrivare i carabinieri, e non gli ho detto nulla”» [Meletti, Rep]. In carcere fu protagonista di numerose rivolte per ottenere migliori condizioni detentive e scoprì la passione per lo studio e la scrittura. Nel 1972 pubblicò per Feltrinelli L’evasione impossibile, il primo libro. Seguirono le raccolte di poesie Con quest’anima inquieta e La nostalgia e la memoria. Nel film Banditi a Milano di Carlo Lizzani, che racconta la storia della banda Cavallero, è interpretato da Don Backy. Uscito di prigione ha vissuto a Bologna. Dal 1995, in regime di semilibertà, gestiva il pub Mutenye. Dal 21 gennaio 2000 era un uomo libero.