Anteprima, 15 febbraio 2021
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Biografia di Marco Dimitri
Marco Dimitri (1963-2021). Capo della setta dei Bambini di Satana. Negli anni Novanta al centro di un lungo caso mediatico e giudiziario. Passò quattrocento giorni in carcere tra il 1996 e il 1997 dopo essere stato accusato di profanazione di tombe, violenze sessuali su un bambino di due anni e stupro di due minorenni. Si disse sempre innocente e, insieme agli membri della setta imputati, fu assolto dalle accuse in tutti i gradi di giudizio. Per il periodo trascorso in carcere preventivo ottenne un risarcimento di centomila euro. «La vicenda è molto contorta e ha risvolti talvolta grotteschi, talvolta drammatici. Tutto comincia nel ’95 quando una ragazza di 15 anni denuncia di essere stata violentata durante un rito satanico. Parte un’inchiesta affidata all’allora pm bolognese Lucia Musti. Con Dimitri finiscono indagati anche il suo vice Gennaro Luongo, allora 24enne, Giorgio Bonora di 20 e le due “sacerdotesse” Cristina Bagnolini e Manuela Ferrari. Il “Gran sacerdote” nega le accuse, dice di essere stato incastrato, ma nel frattempo saltano fuori altre presunte violenze, questa volta su una ragazza di 14 anni e addirittura su un bimbo di 3. Gli inquirenti scandagliano la vita di Dimitri e dei suoi adepti. Ne esce un quadro da fumetto horror. La sua casa di via Riva Reno, in centro a Bologna, è un teatrino di luci azzurrate e rosse con alle pareti immagini sataniche, cerchi con inscritto il capro di Belzebù, teschi e il numero 666 che, per un’altra coincidenza, era la cifra finale del telefono del “Gran sacerdote”. Dimitri si presentava con la chioma corvina a mo’ di aureola sul volto pallidissimo e abiti rigorosamente neri, talvolta brandendo uno spadone che apponeva sul ventre delle ragazze e dei ragazzi come rito d’iniziazione. Rituali più folkloristici che di vero satanismo capaci però di abbagliare la procura bolognese fino a trascinarla in una scia di accertamenti e perquisizioni in mezza provincia. Oltre che nella casa sede della “Bds”, sigla dell’associazione satanista, vengono passati al setaccio alcuni luoghi del parco di villa Ghigi, dove viene rinvenuto un “pentacolo”, un’immagine che richiama il diavolo, del cimitero di Nugareto, sull’appennino nei pressi di Sasso Marconi, e in alcuni villoni nella valle del Reno. Sotto inchiesta finiscono anche i numeri di Kaffeina la fanzine del gruppo […] Venne tirato in ballo anche da Gaetano Tripodi arrestato a Roma per aver decapitato la moglie Patrizia ex appartenente al gruppo espulsa nel ’93. “Se dovessi decapitare tutti quelli usciti dai Bambini di Satana – commentò Dimitri – non mi basterebbero i coltelli”» [Varesi, Rep]. Morto a Bologna nel giorno del cinquantottesimo compleanno.