Anteprima, 24 febbraio 2021
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Biografia di Lawrence Ferlinghetti
Lawrence Ferlinghetti (1919-2021). Poeta. Editore. Libraio. «Il ragazzaccio della Beat Generation ha attraversato un intero secolo assaporando il gusto dolce di molte libertà e vivendo tragedie planetarie e personali. Testimone dello sbarco in Normandia (che visse da comandante di una nave di scorta) e, l’anno dopo, degli orrori della bomba atomica di Nagasaki, dove arrivò sette settimane dopo l’esplosione, Ferlinghetti nel dopoguerra studiò alla Columbia University e poi alla Sorbona di Parigi, dove assorbì una robusta dose di cultura europea. Tornato in America alla fine degli anni Quaranta fu attirato, come tanti altri, dalla corsa verso l’Ovest, verso, l’“ultima frontiera”: “Il grido era ancora Go West, young man e anch’io, come milioni di altri, mi misi a correre verso quella sirena bendata”. Lawrence arriva nel 1950 in una San Francisco che è ancora un grosso paese più che una metropoli. Le illusioni di un’America prospera e trionfante svaniscono presto e lui inizia le carriere parallele di poeta e impresario della cultura. Nel 1953 apre la City Lights, due anni dopo fonda l’omonima casa editrice, nel 1958 pubblica Coney Island della mente, il suo capolavoro (un milione di copie vendute, tante per una raccolta di poesie) col bimbo che Ferlinghetti non ha mai smesso di essere impegnato a ricostruire, nella sua fantasia, il primo incontro tra i genitori che non ha mai conosciuto, su un autoscontro del luna park di Coney Island. Intanto diventa amico degli scrittori della Beat Generation, da William Burroughs ad Allen Ginsberg, a Jack Kerouac che descrive come “tornato disilluso da un viaggio in Messico on the road... che per i sociologi diventa la storia-simbolo della fine dell’innocenza americana”. Ferlinghetti è il loro agente e il combattente che lotta per la loro libertà. Pubblicare negli anni Cinquanta L’Urlo, la ballata psichedelica di Ginsberg, piena di frasi e situazioni oscene, significa sfidare la censura: Lawrence la spunta e quell’opera diventerà il manifesto della Beat Generation. Ma Ferlinghetti è stato anche attivista politico, pittore, animatore di movimenti d’avanguardia come quello post-futurista del Fluxus che lo lega ancora di più all’Italia e alla Verona di Francesco Conz» [Gaggi, CdS].